Per chi volesse prendere atto di un fenomeno che sta pesando (e che peserà) in modo incredibilmente forte su tante variabili finanziarie a cominciare dai tassi di interesse, consiglio questo link ad un infografica dinamica del Wall Street Journal. Ne abbiamo già parlato qui e qui, ma è inutile stare a raccontarsela o a pensare a vecchio, di fronte a noi c’è una sfida notevole.
La popolazione mondiale toccherà i 10 miliardi di unità nel 2050, ma che nello stesso tempo risulterà molto più vecchia. Questo è logico poiché aumentano le aspettative di vita, ma se l’effetto di questo elemento si combina con un rallentamento (forse inevitabile per ragioni di spazio fisico) del numero di figli per coppia adulta, allora il problema c’è tutto ed è bello grosso.
Sono soprattutto le società occidentali (e questo lo dimostra molto bene l’infografica) quelle che soffriranno di più questo fenomeno, ma anche paesi emergenti come Russia e Cina sono destinate ad entrare inesorabilmente del gruppone di chi avrà un numero di over 65 sempre più elevato rispetto a coloro che sono in età lavorativa. Si può pensare di spostare in avanti di qualche anno l’età lavorativa, ma anche a questo c’è un limite di sopportazione fisica ed economica (si chiama produttività del lavoratore) e quindi non si risolverà certo il problema.
La domanda lecita è chi pagherà le pensioni delle persone che andranno in pensione fra 30 anni? Qualcuno sussurra che una guerra è inevitabile per ridurre il numero di abitanti in certe aree del pianeta, ma le guerre uccidono i giovani soldati non gli anziani e quindi il rischio sarebbe quello di esasperare il fenomeno. Qualcuno pensa di ridurre i contributi pensionistici erogati nel momento in cui si interrompe il lavoro, ma questo creerebbe una depressione economica visto che gli anziani saranno comunque una parte numericamente fondamentale tra i consumatori. E allora siamo senza speranza? No, non credo.
Personalmente credo che inevitabili saranno nuovi paradigmi, nuove forme di consumo, nuovi modi anche di interpretare gli investimenti, ma su tutto c’è un elemento imprescindibile che entrerà in modo prepotente nella nostra vita e si chiama tecnologia.
Se non ci saranno abbastanza persone adulte per svolgere mansioni e si vorrà aumentare la produttività per avere una crescita economica che aumenti il benessere ed il progresso, la scelta è obbligata. Inutile essere luddisti o schierarsi dalla parte di coloro che rimpiangono i vecchi tempi.
Per almeno mezzo secolo la matematica demografica ci dice infatti che quei tempi comunque non torneranno più e notizia come questa lo confermano. Allora meglio cercare soluzioni, studiare, aprirsi alle tecnologie dandosi delle regole snelle senza burocratizzare il sistema, ma senza nemmeno uccidere conquistati in secoli di guerre sanguinarie e rivoluzioni.
Saranno i robot a svolgere molte mansioni ripetitive questo è inevitabile, sarà la tecnologia a permetterci di creare maggior output consumando meno risorse e sarà la tecnologia a creare quella ricchezza che permetterà a tutti di vivere una vecchiaia serena. Tutto questo però va governato e conosciuto; il mondo è cresciuto troppo velocemente soprattutto dal punto di vista numerico e mai come ora l’ingegno umano deve trovare la soluzione ad una sfida importante e fondamentale, ma non impossibile.
Per fortuna abbiamo una generazione di millennials chiamati anche “nativi digitali”. Loro, prima di tutti gli altri, dovranno (e sono convinto sapranno) sfruttare al meglio la nuova era che si stanno trovando di fronte.
Forza ragazzi, uscite allo scoperto e mettete da parte chi, in modo abbastanza spudorato, sta cercando di passarvi una paghetta di ben 41 euro al mese per comprare libri o andare al cinema; ma forse l’idea non è poi così male infatti in questo modo riempirete giornate vuote e senza lavoro. Scherzo ovviamente.
Tanto se non ci pensate voi ci penserà il tempo ad essere galantuomo e a mettere nel dimenticatoio l’ennesimo imbarazzante (e “vecchio”) politico che la recente storia italiana ci ha consegnato. Da un certo punto di vista non ci sono mai state praterie così ampie nella politica italiana per candidarsi a vincere facile facile le prossimi elezioni, speriamo che il futuro ci riservi qualche sorpresa interessante.