Il motivo per cui abbiamo preferito non investire in strumenti gestiti di liquidità nell’ultimo aggiornamento del nostro portafoglio sta tutto nei numeri con i quali oggi un investitore può accedere a strumenti a basso costo (ETF) senza rischio di tasso e cambio.
Siamo andati a verificare due strumenti simili per caratteristiche e benchmark, Amundi Cash 3 mesi EuroMts e Powershares Cash 3 mesi EuroMts.
Entrambi questi ETF investono in titoli di stato europei con scadenza compresa tra zero e 6 mesi. Il rischio di cambio è inesistente, il rischio di tasso pure come il rischio di credito. Un classico monetario senza teoriche possibilità di perdere denaro, quello che una volta sarebbe stata definita di parcheggio. Peccato che adesso il parcheggio non è più gratis ma ci hanno messo un bel parchimetro.
L’unica differenza che rileviamo tra i due ETF sono la natura fisica della replica di Powershares contro quella sintetica di Amunci, probabilmente la causa del centesimo in meno di costo del prodotto, 0,14% per Amundi contro 0,15% per Powershares.
Ma non è questo il punto a cui vogliamo arrivare. Ad oggi i rendimenti a scadenza dei titoli di stato europei a 6 mesi sono mediamente di -0,48%.
Quindi la Bce ci offre gentilmente il primo assaggio di cosa vuole dire tenere i soldi in liquidità. Per comprare questa liquidità tramite un fondo a replica passiva dobbiamo aggiungere altri 14 punti base (Amundi) come commissione di gestione annua. Siamo a -0,62%.
Quando acquistiamo il prodotto esiste uno spread denaro lettera, che ovviamente saremo costretti a subire in fase di entrata e di uscita. Sempre Amundi sul suo sito indica in circa 5 punti base lo spread denaro lettera. Considerando un Nav che sta a metà, dobbiamo quindi aggiungere un altro costo di 0,05% e arriviamo a -0,67%. Finita?
No, l’intermediario chiederà commissioni di negoziazione che sulle banche online possiamo stimare mediamente in 0,19% in entrata e 0,19% in uscita. Il costo totale del pacchetto liquidità simulando un possesso di un anno è di -1,05% al lordo di eventuale tassazione da guadagno (dubito), ma soprattutto di inflazione. Quando si dice che la sicurezza si paga!
Pensate a cosa potrebbe succedere se questa simulazione venisse fatta con fondi comuni di investimento con commissioni di gestione più alte, un ulteriore peggioramento della redditività prospettica.
Ovviamente su portafogli di importi bassi possiamo permetterci di mantenere i soldi sul conto, ma con consistenze più alte entra in gioco anche il rischio bail in bancario e questo rende ancora più dura la vita per coloro che vogliono tranquillità nei propri investimenti.
Qualcuno potrebbe anche obiettare che in caso di deflazione potremmo avere un beneficio. Questo è vero ma tenete anche presente che siamo arrivati a questo con un tasso di inflazione medio in Italia del +0,1% negli ultimi 12 mesi. Immaginate cosa potrebbe succedere ai tassi negativi se entrassimo in deflazione.
Questo è quello che offre il mercato, inutile nascondercelo. Tenere i soldi investiti in prodotti monetari porta ad un 100% di sicurezza di perdere soldi e quindi diventa abbastanza facile ribadire che Cash (gestito) is not King.
Le perdite possono ovviamente arrivare anche su un portafoglio diversificato con altre asset class e per questo si raccomanda sempre un orizzonte temporale adeguato agli obiettivi che vi siete prefissati. Non sappiamo quanto durerà questo fenomeno, 1 anno, 10 anni, boh.
Personalmente non mi va di avere la certezza di perdere denaro da qui ai prossimi “n” anni e di certo non sono in grado di sapere cosa succederà ai mercati domani mattina.
Può essere logico utilizzare strumenti monetari per tattica, come nell’asset allocation di Geowealth, ma per un investitore di lungo periodo questa erosione di valore è senza senso e va quanto meno combattuta con il tentativo di estrarre un pò di valore con le giuste aspettative.
Benvenuti insomma nell’era della grande stagnazione… speriamo solamente che duri poco.
Leggi anche: L’asset allocation di Archeowealth (aggiornamento primo trimestre 2016)
Salve,
Per allocazioni tattiche non ha più senso investire negli Etf governativi euro 1-3y?
I rischi di cui sopra restano tendenzialmente bassi mentre I “rendimenti” possono in maggior misura compensare i vari costi dello strumento.