By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 14 Settembre, 2016|

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Più le borse salgono più il nervosismo tra chi aveva previsto drammatici cali post attentati in Europa o post svalutazione della Cina o post Brexit o altro ancora si fa palpabile. Le parole più ricorrenti che si trovano sui blog volutamente catastrofisti (volutamente nel senso che fanno click più di altri oppure hanno attività che traggono vantaggio dal pessimismo oltre che dai click) sono bolla, follia, eccessi, ingiustificabile, irreale e così via.

Dall’altra parte sale l’entusiasmo di chi è perennemente rialzista e vede nelle azioni l’unica vera alternativa alle obbligazioni per il prossimo futuro. Anche qui si sprecano le parole come bullish, occasioni, record, sottovalutazione, ecc…

Come sempre la verità sta nel mezzo ed è per questo che né l’una né l’altra sponda andrebbero ascoltate. Come sapete bene infatti il mio consiglio è quello di leggersi un bel libro (anzi più di uno) e basta.

Probabilmente come dice qualcuno la nuova realtà del mondo obbligazionario costringe a rivedere i criteri di valutazione delle azioni. Quando un indice come lo S&P500 ha dividendi superiori al rendimenti di un titolo a 30 anni o quanto lo stesso indicatore ti dice che l’Eurostoxx50 paga 400 punti base in più di dividendi rispetto alle cedole inesistenti di un Bund a 10 anni non può che essere così.

Nello stesso tempo questi facili entusiasmi devono tenere conto di una obiettiva fragilità del ciclo economico mondiale a cui le politiche monetarie straordinarie delle banche centrali stanno cercando da anni di dare sollievo con tassi a zero o giù di lì.

E allora a chi dobbiamo credere? A mio parere non dovete credere a nessuno e proseguire nella costruzione del vostro piano di investimento. Non abbiamo la sfera di cristallo e non possiamo prevedere il futuro, quindi perché privarsi dell’azionario quando storicamente parlando abbiamo dei ritorni storici che lentamente potrebbero ricominciare a migliorare proprio ora? E perché rinunciare a bond che potrebbero offrirci una parziale copertura in caso di deflazione cronica?

Ditemi voi se il ritorno a 10 anni (ovvero quanto rendimento annuo ha incassato chi ha investito 10 anni prima) dell’indice Msci World (in questo caso nella valuta base Dollaro Usa) può far pensare che stiamo vivendo dentro una bolla speculativa?

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Chi avesse comprato un classico Etf indicizzato all’Msci World 10 anni fa ad oggi porterebbe a casa il 4,5% (con una buona fetta generataq da dividendi), un po’ meglio rispetto al numero leggermente negativo di chi aveva investito nel 1998 e ipoteticamente riscattato nel 2008, ma decisamente peggio rispetto a chi aveva investito tra il 1974 e il 1997.

Che dire poi della stessa analisi ma fatta su un arco temporale di 20 anni. Chi avesse comprato nel 1996 ora si ritroverebbe con un 6% annuo di ritorno, certamente superiore al 4% ottenuto da chi aveva investito nel 1988 (e incassato nel 2008), ma deludente se rapportato ai dati storici complessivi.

2Sarà la nuova normalità come dice la Fed? Può darsi ma un 4% o un 6% fra 20 anni su un bond lo vedete solo comprando obbligazioni emergenti ed i relativi rischi.

E dell’Europa che ci dici Archeowealth?

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Vi dico che chi ha comprato 10 anni fa ora si porterebbe a casa un modesto 1.6% annuo, valori anche in questo caso scadenti se rapportati alla storia ma con cui il mercato ha dimostrato di saper anticipare bene l’andamento successivo dell’economia.

Non so come andrà nei prossimi anni, ma di certo rendimenti di questo tipo non sono sostenibili a lungo. Le aziende che non riescono a ripagare i loro azionisti con adeguata redditività prima o poi chiudono venendo sostituite da società migliori capaci di fare profitti (ah che forza la replica passiva che fa questo automaticamente per voi!).

Anche in questo caso impensabile attualmente pensare alla doppia cifra come ritorno annuo, ma ad un rendimento nell’ordine del 4/5% annuo per la prossima decade quello sì, potremmo farci un pensierino pur consapevoli che non abbiamo certezze.

Lo ripeto, tutto può succedere. Brusche correzioni, eventi straordinari, sorprese negative o chissà cosa, ma non venitemi a dire che le borse stanno arricchendo gli investitori perché offrono ritorni completamente fuori da ogni logica.

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