Il sito internet di Jonathan Clements, l’autore del libro The Little Book of Main Street Money: 21 Simple Truths That Help Real People Make Real Money , è spesso e volentieri un concentrato di pillole di buon senso, invidia pura per blogger come noi che cercano spesso la sintesi nei post quotidiani.
Clements ha discusso in 7 punti gli effetti del cambiamento demografico in atto sui nostri soldi. Ovvio sono ipotesi e come tali vanno interpretate, però l’invecchiamento della popolazione è un fenomeno in corso con il quale dovremo fare i conti ancora per parecchi lustri.
E allora vediamoli questi sette punti.
Punto 1) La crescita economica rallenterà. Negli ultimi 50 anni in America la metà della crescita annua del Pil (mediamente il 2,9%) è stata generata dall’incremento nel numero dei lavoratori e l’altra metà dall’aumento della produttività. Se la forza lavoro è prevista crescere negli USA del 0,5% all’anno è inevitabile un rallentamento della crescita. Ammesso e non concesso che la produttività tenga il passo, gli utili aziendali si ridurranno e quindi il ritorno dell’azionario sarà inferiore in termini di rendimento rispetto alle medie storiche. Nulla di nuovo, come ben sapete già con alcuni parametri di mercato possiamo avere una stima di questi rendimenti futuri attesi. La soluzione? Aumentare la quantità di denaro risparmiato a parità di obiettivi.
Punto 2) Si lavorerà di più. La minor crescita economica ridurrà il welfare a favore dei cittadini oppure aumenteranno le tasse per mantenerlo. Inevitabile quindi allungare i tempi di percezione di reddito da lavoro per mantenere un tenore di vita adeguato.
Punto 3) Lavorare di più dimenticandosi che per quattro o cinque decadi si possano fare le stesso cose anche in posti di lavoro diversi. Servono aggiornamenti professionali continui e sappiamo bene come da una certa età in avanti la flessibilità mentale comincia a diminuire.
Punto 4) La pensione diventerà un affare sempre più oneroso. L’età media si allunga, il tempo al lavoro anche. Per mantenere lo stesso tenore di vita servono quindi più soldi e le spese sanitarie private inevitabilmente aumenteranno.
Punto 5) Il rischio più grande diventerà quello di vivere troppo a lungo e non avere denaro a sufficienza in un momento della vita in cui non si potrà più tornare indietro e soprattutto sarà impossibile rientrare nel mondo del lavoro. Quindi prevenire è meglio che curare.
Punto 6) Si riducono le aspettative di rendimento su azioni ma anche sulle obbligazioni ed ai tassi attuali non ci vuole molto a capirlo. Inevitabile quindi allungare l’orizzonte temporale in avanti (in fondo si lavorerà di più e si vivrà di più, almeno si spera), ce lo possiamo e ce lo dobbiamo permettere nel tentativo di catturare quei punti di rendimento aggiuntivi che serviranno al nostro capitale per essere più elevato nel momento del bisogno.
Punto 7) Alla luce dei punti precedenti cominciamo a risparmiare il prima possibile. Il tempo è dalla nostra e compreremo con pazienza la nostra sicurezza sociale del futuro.