By |Categorie: Educazione finanziaria, Investimento|Pubblicato il: 15 Dicembre, 2016|

bond

Nel post “Ha senso investire in prodotti a duration hedged” abbiamo cercato di spiegare il concetto di duration di un portafoglio obbligazionario.

La duration può essere calcolata in vari modi, ma il termine generico si riferisce alla duration effettiva, ossia alla variazione percentuale approssimativa del prezzo di un titolo al variare di 100 punti base del suo rendimento. Ad esempio, il prezzo di un’obbligazione con una duration effettiva pari a 5 anni aumenterà (o diminuirà) del 5% ad ogni diminuzione (o aumento) pari al 1% del suo rendimento.

Probabilmente questa informazione a molti è scivolata addosso un po’ come quando si discute di money management, la gestione del rischio. Tendenzialmente, l’occhio dell’investitore medio di un fondo/Etf obbligazionario che si trova davanti un documento informativo, tende a cadere in prima battuta sul rendimento a scadenza del prodotto (informazione abbastanza inutile visto che il 99% dei fondi/Etf non ha scadenza) e solo negli investitori più consapevoli e preparati la seconda occhiata finisce sulla duration.

Ishares all’interno dei suoi factsheets indica come Duration Effettiva:

una misura del potenziale impatto sul prezzo di un titolo obbligazionario o di un portafoglio che può derivare da una variazione dell’1% nei tassi d’interesse su tutte le scadenze. Tiene anche conto delle possibili variazioni dei flussi di cassa originati dai titoli per gli strumenti con opzionalità incorporata (ad esempio il diritto dell’emittente di riscattare titoli obbligazionari a un prezzo prestabilito (in determinate date) a fronte della variazione dell’1% nei tassi.

Questo Etf, secondo l’ultimo documento disponibile, ha una duration effettiva di 7.67.

I tassi decennali americani hanno toccato un minimo ad inizio luglio al 1,35% di rendimento per toccare un massimo il 12 dicembre a 2,48% (dati di chiusura seduta).

Non abbiamo quindi visto i 100 punti base (1%) canonici, ma ci siamo andati vicino con un incremento dei tassi decennali nell’ordine del 83% da minimo a massimo.

Ci perdoneranno i puristi, ma tanto per fare un esempio concreto, l’83% della duration di 7.67 è uguale a 6.3. Non a caso la perdita dell’Etf in valuta locale (quindi Usd) è stata del 6% nello stesso arco temporale considerato sopra (valore inferiore poiché sull’Etf nel frattempo è maturato un pezzettino di cedola, ecco a cosa vi serve il rendimento a scadenza!).

Con un semplice numerino avremmo già avuto fin da subito la risposta di cosa sarebbe successo ai nostri soldi in caso di rialzo consistente dei rendimenti.

Ancora più educativo il caso dei Btp a 10 anni. I rendimenti sono passati da 1.05% di metà agosto a 2.10% di metà novembre.

Se prendiamo l’Etf di Lyxor Btp 10Y  scopriamo che la duration di portafoglio è 8.2. La performance del prodotto nel periodo sopra indicato è stata di -7,5%. Considerando il flusso cedolare ancora una volta più o meno ci siamo con la nostra stima spannometrica di perdita.

Il messaggio finale di questo post è legato alla consapevolezza che ciascun investitore dovrebbe avere quando acquista obbligazioni a lunga scadenza.

Le perdite possono essere piuttosto consistenti e dolorose se non simili a quelle del mercato azionario se allunghiamo la duration. Grosso errore pensare che mettendo i propri soldi sui bond non si rischia nulla.

Semplicità e buon senso sono due concetti basilari per investire. A questi è sempre opportuno aggiungere la conoscenza del prodotto ed i rischi insiti nello stesso.

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  1. pgrecoit 15 Dicembre 2016 at 11:15 - Reply

    Come sempre preziosissimo articolo. Concetti espressi con linguaggio chiaro ed esempi concreti.
    Ottimo, continuate così!

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