Proseguiamo nella nostra analisi delle asset allocation più “gettonate” negli Stati Uniti. Questa settimana ci occupiamo del portafoglio di David Swensen, il celeberrimo responsabile degli investimenti della Yale University dal 1985 ed autore del libro Unconventional Success: A Fundamental Approach To Personal Investment.
Di fatto questa è una variante dell’analisi presentata nel post “Speciale Asset Allocation: The Ivy Portfolio”.
Quella che vedete qui sotto è la composizione semplificata di questo portafoglio modello (ovviamente sempre tarata sull’investitore americano). Ancora una volta la fonte è Portfogliocharts.com.
30% Azioni America
15% Azioni Internazionali mercati sviluppati (ex-Us)
5% Azioni Mercati Emergenti
15% Tips (Treasury Inflation Linked)
15% Treasury Bond Usa (scadenza 5-7 anni)
20% Reit
Come si è comportato questo portafoglio dal 1972 ad oggi? Al netto dell’inflazione e al lordo di eventuali commissioni e tasse, il grafico riportato qui sotto mostra il risultato storico dello Swensen Portfolio. Un rendimento medio annuo del 6,5% con una volatilità del 11,6%.
Questo portafoglio ha perso denaro nel 26% del tempo (parliamo di 43 anni di storia) e che ha passato il 30% del suo tempo a ruotare attorno al rendimento medio.
Altre indicazioni statistiche le troviamo qui sotto.
Il peggiore drawdown è durato 10 anni ed ha avuto una profondita del 38%.
Dal 2007 sono stati sei gli anni consecutivi sotto il 3% di rendimento annuo in termini reali.
Interessante infine l’ultimo grafico che mostra i rendimenti annui composti (Cagr) su 15 anni rolling (ovvero se avessi investito ogni anno dal 1972 al 2001 per 15 anni).
Mai in negativo su un arco temporale di investimento di 15 anni. Chi ha chiuso l’investimento nel 2016 (e che ha investito nel 2001) si è portato a casa un 5.7% al netto dell’inflazione. Non male considerando i due tremendi bear market del 2000/2002 e 2007/2008 che hanno appesantito quel 70% di azionario presente nel portafoglio.
Possiamo quindi dire che lo Swensen Portfolio è riuscito a dimostrare una buona tenuta nonostante la presenta piuttosto marcata dell’azionario nella sua asset allocation.
Mi piace la diversificazione geografica del portafoglio, ritengo un pò eccessivo il peso dei REIT immobiliari. Ottimale la ripartizione del 30% di bond anche se, a mio modo di vedere, 10 punti potrebbero essere dedicati a tasso fisso a scadenza più lunga.
Leggi anche: Speciale Asset Allocation: The Ivy Portfolio