Ogni discesa dei mercati è qualcosa che ci mette a disagio e ci fa anche un po’ disperare. “Sto perdendo 10/20/100/500mila euro”. Questa è una delle frasi più gettonate da investitori e clienti di consulenti finanziari nei momenti negativi. La verità è che la nostra mente non è abituata a ragionare in percentuali quando si parla di investimenti.
I mercati ragionano in percentuale, perché non sanno:
- quanto noi stiamo investendo
- da quanto tempo
- quali sono i nostri obiettivi e
- nemmeno quale è il nostro orizzonte temporale
I mercati subiscono delle correzioni regolari che fanno parte della natura dei mercati stessi.
Mediamente il mercato azionario corregge:
- del 15% ogni anno
- del 20% ogni tre anni
- del 30% ogni 5 anni
Lo S&P500, l’indice di riferimento per queste statistiche, sta scendendo del 18% da inizio 2022. Siamo all’interno degli ordinari movimenti statistici.

Nasdaq Comnposite e S&P500 – performance da inizio 2022
Il Nasdaq Composite, indice più pesato sulla tecnologia, sta perdendo il 27% da inizio anno.
Sono cicli che si ripetono abbastanza regolarmente, ma purtroppo tendiamo a dimenticarlo e ci lasciamo andare allo sconforto.
Sul mercato azionario non è pensabile avere rendimenti del 7-8% medio annuo + dividendi senza esporsi a questa volatilità.
I rendimenti medi da quando siamo nati
Se volete fare un esercizio interessante, inserite in questo calcolatore del premio Nobel Robert Shiller la vostra data di nascita e la data di oggi e vedrete i rendimenti medi storici.
Nel mio caso, Dicembre 1971, 50 anni di mercati avrebbero reso appunto un 7.6% (lordo inflazione): con i dividendi reinvestiti oltre il 10%.
Ma i nostri articoli servono anche e soprattutto per ricordare queste regole con una certa regolarità.
Possiamo disquisire quanto vogliamo sulla causa della correzione in corso sui mercati, ma sappiamo di non sapere quale è stato l’evento preciso scatenante della correzione stessa.
E’ ovvio che la grande cavalcata degli indici azionari americani, in particolare, è stata dovuta dall’eccesso di stimolo monetario da parte della banca centrale USA nonché da politiche fiscali ultra espansive dei governi americani (Trump o Biden che sia): hanno letteralmente inondato il sistema economico di liquidità a costo zero.
I grafici qui sotto ci fanno vedere come il mercato americano in dollari abbia guadagnato quasi il 50% tra il 2020 e il 2021, con in mezzo pure una pandemia.
Da inizio 2020 il Nasdaq guadagna il 34% e lo S&P500 il 20% (in euro anche di più perché il dollaro si è pure rafforzato nel frattempo e noi investitori europei beneficiamo di questo).

Nasdaq Composite e S&P500 – performance da inizio 2020
E’ forse arrivato il momento di “restituire” quei guadagni, visto che la FED si sta muovendo per togliere questo eccesso di liquidità che sta creando inflazione come non si vedeva da anni (stesso discorso lo si può tranquillamente fare con l’Europa e la nostrana BCE).
Il rialzo dei tassi per ridurre l’eccesso di inflazione è quindi un atto dovuto, anche se questo significherà un rallentamento dell’economia. Può darsi pure che entreremo in recessione, ma questo è un effetto collaterale migliore rispetto a quello di un’inflazione alta per anni ed anni.
Non dobbiamo avere paura di una recessione economica: accompagna ciclicamente le economie di tutto il mondo e ogni tanto aiuta a ripulire da certi eccessi. Per poi ripartire su basi più solide.
Non sappiamo comunque se entreremo in recessione e per quanto tempo. Sappiamo che i mercati stanno già anticipando e, quando arriveranno i dati ufficiali tra qualche trimestre, probabilmente saranno già tornati ai livelli pre Gennaio 2022.
Portare a casa i profitti
Certo ci sarebbe piaciuto individuare il momento preciso in cui uscire dai mercati e “portare a casa” i profitti, ma se lo sapessimo fare probabilmente non saremmo qui a scrivere questi articoli.
Ma soprattutto non sapremmo quale potrebbe essere il momento giusto per rientrare.
Quello che conta, come sempre, è avere un piano ben definito con un arco temporale anch’esso ben definito per raggiungere certi obiettivi. Le correzioni temporanee e di breve durata, per quanto dolorose psicologicamente, non ci devono far deviare da quel piano.
Il nostro lavoro non è quello di cercare i momenti giusti per “proteggerci” dalle correzioni, ma minimizzare il rischio di vendere quando queste correzioni arrivano. Perché poi non si rientra più o si rientra a prezzi più alti
Quello che è diverso questa volta
Quello che forse è un po’ particolare e fuori dal normale è il fatto che la correzione non sta interessando solo i mercati azionari, ma anche tutti gli altri mercati che dovrebbero fare da contraltare ai mercati azionari stessi: il mondo obbligazionario, l’oro, le materie prime e pure, udite udite, le criptovalute (ma non dovevano essere decorrelate dai mercati finanziarie ed essere un bene rifugio?).
Il Bitcoin da Novembre perde oltre il 50%. Non voglio sparare sulla croce rossa, ci mancherebbe, ma ci avevano detto che era un “rifugio di valore” e il nuovo “dollaro”. Finché avrà una volatilità del genere, obiettivamente non può ancora assurgere a classe di “investimento” per quanto ci riguarda.
La discesa del 20% dello S&P500 da inizio anno è, al confronto, una passeggiata?

Fonte: Coinbase
Il grafico qui sotto, invece, ci mostra come, a parte l’oro che è solo moderatamente negativo da inizio anno (nonostante le favorevoli “crisi” geopolitiche ed inflattive), anche il mondo obbligazionario stia scendendo in maniera consistente (linea viola: un indice globale aggregato di tutto il mondo obbligazionario perde oltre il 4%).

Nasdaq Composite, S&P500, Oro e Obbligazioni Global Aggregate – performance da inizio 2022
Il perché sta succedendo questo ai bond è abbastanza chiaro a noi “dell’industria”, ovvero che il prezzo delle obbligazioni scende se salgono i tassi di interesse.
Abbiamo vissuto anni e anni di Bengodi nel mondo obbligazionario perché i tassi di interesse erano bassi e, appunto, sempre in discesa. Quel mondo probabilmente non c’è più e quindi si perdono soldi anche sul comparto che avrebbe dovuto controbilanciare la discesa azionaria.
La morale
La morale finale quale è?
Se ci sono eventi che “potrebbero” causare le discese dei mercati e quindi nei valori dei portafogli di investimento, non è che il mondo starà con le mani in mano e a guardare.
Il mondo è fatto di persone, aziende, stati che si impegnano per risolvere i problemi che gli si prospettano davanti giornalmente.
Le azioni sono il mezzo più democratico per noi investitori di diventare soci nelle grandi aziende del mondo che, mentre scriviamo, stanno alacremente pensando a come risolvere i problemi legati all’inflazione, ai tassi di interesse e ai problemi potenziali provenienti dall’Ucraina.
I mercati reagiscono subito ai “problemi”, le contromisure delle aziende e delle persone ci mettono un po’ ad arrivare. Ma poi arrivano, i mercati le incorporano e gli indici tornano a salire.
Anche il mondo obbligazionario, tra un po’, offrirà opportunità di acquisto visto che i rendimenti cedolari non saranno più rasenti allo zero.
Ricordiamoci sempre che investiamo nella crescita del mondo. Se il mondo non crescesse continuamente non avrebbe allora senso investire e, forse, dovremmo chiuderci in un bunker antiatomico in attesa del missile di Putin. Ma che vita sarebbe?
Bisogna essere positivi, questa è una correzione come tante altre, finirà anche se sembra che sia diverso rispetto al passato. Non è diverso, è uguale al passato e soprattutto sarà uguale anche il risultato finale, ovvero la fine della correzione e il ritorno a nuovi massimi.
Noi siamo qui per aiutarvi a gestire questi momenti, le vostre insicurezze e le vostre paure. In qualsiasi momento siamo qui per dialogare ed interagire con voi se ne sentite il bisogno.
C’è già tanta gente che sta responsabilmente cercando di dare una soluzione alle nostre preoccupazioni. Non saremo noi a risolvere la correzione con le nostre incertezze.
Guardare avanti e, possibilmente, non guardare il portafoglio e i mercati con troppa frequenza perché non cambierebbe granché.
Buon investimento di buon senso.