
Ogni fine anno rappresenta il momento ideale per chiudere un bilancio e progettare il budget per l’anno successivo.
Un rituale al quale ovviamente non si sottrae il mondo della pianificazione finanziaria che troppo spesso omette colpevolmente un numerino dal risultato finale, quello della perdita di potere d’acquisto del denaro nell’anno appena concluso. In una parola sola l’inflazione.
Il dato shock pubblicato negli Stati Uniti ha generato l’incremento annuale dei prezzi al consumo più forte dall’inizio degli anni ’80. Un +7% che ha fatto tremare i polsi, ma che racchiude dentro di sè anche tante complicazioni per la classe medio bassa della popolazione. Non è un caso che appena rieletto il capo della Federal Reserve Powell ha svoltato ad U la politica monetaria, trasformando l’inflazione da temporanea a strutturale.
A fine maggio, con qualche mese di ritardo anche l’Italia si è allineata a questi numeri riportando in auge antiche paure che solo chi ha vissuto da adulto negli anni ’70 può ricordare.
I prossimi anni saranno quella della lotta all’inflazione da parte delle banche centrali. Una lotta che come ho scritto in passato non sarà però all’ultimo sangue.
Ma inflazione non è una parola negativa per tutti gli attori in gioco. L’inflazione strillata in questi giorni in maniera anche un pò scomposta, va contestualizzata guardando alla storia e alle previsioni che quotidianamente mercati efficienti rendono disponibili al pubblico.
L’articolo di oggi spero possa aiutare il lettore nel muoversi con un pò meno di incertezza nell’attuale scenario.
Prima di tutto cominciamo a distinguere tra incremento percentuale dei prezzi al consumo e valore assoluto.
Questa non è l’inflazione più alta dagli anni ’80 come qualche blogger alle prime armi con il mondo dell’economia ha scritto per acchiappare i click . Questo perchè semplicemente l’indice che misura l’inflazione e che viene aggiornato mensilmente, quasi sempre (fatta eccezione per i periodi di deflazione) il mese successiva tocca un nuovo record. Del resto inflazione significa proprio questo. L’aumento sistematico dei prezzi al consumo. Quindi il massimo assoluto dell’inflazione americana c’era già a novembre 2021, ottobre 2021, settembre 2021, ecc…
Fonte FRED: Inflazione USA indice All Items
Questo numerino che fino a poco tempo fa la maggior parte dei consumatori, investitori e colpevolmente anche gestori di patrimonio ignoravano, oggi ha impatti notevoli su comportamenti di risparmio e investimento che davamo per scontati.
Inflazione è gioire di un aumento annuo dello stipendio di quasi il 5% ma è anche rimanere di sasso gelati quando ci si rende conto che in realtà con quel 5% in più acquisterò domani il 2,4% in meno di prodotti e/o servizi.
Fonte BLS.gov – dati stipendi dicembre 2021 Stati Uniti
Inflazione è scoprire che l’auto usata scelta l’anno scorso come regalo per il diciottesimo compleanno di mia figlia, oggi costa quasi il 40% in più dei soldi che avevo tenuto al calduccio in un conto corrente bancario per non correre rischi.
Inflazione è scoprire che per sborsare gli stessi soldi del 2020 in benzina per andare al lavoro, andata e ritorno non potranno essere fatti tutti in auto; ad un certo punto del percorso bisognerà parcheggiare e…pedalare (ambiente e cuore ringraziano).
Fonte: BLS.gov Consumer Price Index
Inflazione è scoprire che per spendere gli stessi soldi in riscaldamento dell’anno scorso dovrò abbassare di 2 gradi il termostato (e anche qui ambiente e venditori di coperte di lana ringraziano).
Inflazione è scoprire di aver investito i propri soldi in obbligazioni per proteggere il capitale dai rischi e poi scoprire di aver perso soldi su tutti i fronti. Obbligazioni ad alto rendimento (dette anche spazzatura, ma qui ci sta visto il nome), obbligazioni societarie di alta qualità (qui ci sta un pò meno visto il biglietto da visita), ma addirittura anche i sicurissimi titoli di stato (tra l’altro i peggiori con un bel -10%!). E non considero i salatissimi costi che i fondi di investimento hanno prelevato dal vostro capitale per farvi partecipare a questa festa un pò deprimente.
Fonte: Portfoliovisualizer
Inflazione è l’esatto opposto di quella deflazione che negli anni passati in qualche occasione aveva generosamente regalato potere d’acquisto a tutti noi. Ma di strilli mediatici su questo neanche a pensarci.
Ma attenzione, non dobbiamo pensare che l’inflazione ha solo delle implicazioni negative per le nostre finanze personali.
Inflazione dal punto di vista finanziario è scoprire che certe asset di investimento hanno fatto registrare performance eccellenti in questo ambiente. Perchè indirettamente correlate al tema (vedi alla voce azioni e materie prime) o perchè molto banalmente indicizzate all’inflazione stessa, con tanto di rivalutazione di capitale e cedola sulla base proprio di questo numerino percentuale.
Inflazione è anche scoprire che essendo un debitore (quindi non colui che deve spendere il capitale, ma restituirlo con gli interessi) l’onere si è ridotto e di parecchio. Ho preso in prestito 100 mila euro a fine 2020 al tasso fisso del 2% per comprare casa e oggi mi accorgo che quei 100 mila euro in realtà oggi non hanno più lo stesso valore di un anno fa visto che ora sono inflazionati del 7%. Dovrò quindi restituire un capitale più basso in termini reali compresi gli interessi da pagare. Un vero affare.
E poi che dire della casetta che ho acquistato. Anche grazie al balzo dell’inflazione oggi vale quasi il 20% in più. Altro affarone a quanto pare.
Fonte: Zillow
Naturalmente i media mainstream ora strillano al lupo al lupo è tornata l’inflazione. Gli stessi media che giusto tre anni fa davano per morto il dinosauro.
Fonte: https://realinvestmentadvice.com/
Stiamo attenti perchè le prossime cover dei magazine specializzati saranno molto utili per capire quando il peggio è alle spalle (e qualche indizio sta già arrivando come vedete).
Fonte: Bloomberg.com
La realtà è che il rumore mediatico che circonda in questi giorni investitori e risparmiatori è talmente forte da essere quasi fastidioso.
L’inflazione nella vita reale di tutti i giorni è quella che abbiamo illustrato poco fa con qualche esempio banale.
Ma quello che vi ho raccontato è solo ciò che è successo nell’ultimo anno. Quindi un confronto tra dicembre 2021 e dicembre 2020 negli Stati Uniti. L’esercizio può essere ripetuto con numeri un pò diversi anche per l’Italia.
Qualcuno percaso ha ricordato negli ultimi giorni che l’inflazione americana del 2020 è stata del 1,3%, molto al di sotto della media storica? Io di titoloni su questo non ne ricordo e qui sta il punto. A noi non servono strilli, servono numeri concreti che possano aiutarci ad interpretare il futuro.
Ma torniamo ai numeri sui quali l’informazione specializzata italiana latita un pò.
Sempre in pochi, con riferimento al caso americano, hanno raccontato che l’inflazione media negli Stati Uniti degli ultimi 30 anni è stata del 2,3%. Questo significa che ciò che si comprava con 100 $ nel 1991 oggi si compra con quasi 205$. In Italia la media degli ultimi 30 anni di inflazione è stata del 2,1%.
L’inflazione media degli ultimi 10 anni in America, incorporando il maxi rialzo del 2021, è stata del 1,9%. In Italia dello 0,9%.
E sapete a quanto era fermo il dato medio di inflazione americana nel periodo 2011-2020? A 1,5%, ma naturalmente anche questo numero è stato omesso dai media specializzati perchè non fa figo dire che abbiamo goduto di un periodo eccezionale di bassa inflazione.
Siccome il livello del 2% da ormai diversi anni è il livello medio al quale le banche centrali ambiscono ritenendolo un livello corretto per l’economia, quello al quale stiamo assistendo è il più classico dei ritorni verso una media storica. Per un pò di tempo siamo stati sotto, per un pò torneremo sopra e i debiti pubblici ringrazieranno.
Siccome siamo ancora indietro rispetto al valore medio degli ultimi 30 anni (ricordo 2,3%) è ragionevole quello che ci sta dicendo il mercato sulle aspettative di inflazione futura. Questo è l’unico metro che abbiamo a disposizione per formulare previsioni. Il tempo ci dirà se sono corrette.
Ho già spiegato in questo articolo come capire in autonomia quali sono le attese di inflazione del mercato per i prossimi anni. Bene, adesso andiamo a vedere cosa il mercato stesso sta prezzando oggi per i prossimi 5 anni e per i successivi 5 negli Stati Uniti.
Fonte: www.earlyretirementnow.com
Come si vede dal grafico alle quotazioni odierne siamo a circa il 2,8% di inflazione attesa per i prossimi 5 anni e 2,2% per il lustro successivo. La media storica dell’inflazione 6-10 anni prezzata dal 2003 dai TIPS (titoli di stato indicizzati all’inflazione) è del 2,25%. Fra 5 anni l’asse sarà tornato in equilibrio secondo i mercati.
Tutto questo per dire che cosa?
Intanto che il mercato per i prossimi 10 anni si aspetta un tasso di inflazione in America prossimo alla media storica.
Il processo di ritorno verso la media è in corso e dobbiamo considerare che soprattutto in Europa abbiamo avuto livelli di inflazione negli ultimi periodi addirittura inferiori al 1%.
Il potere d’acquisto futuro sarà probabilmente eroso con la stessa intensità media degli ultimi 30 anni.
Sappiamo già oggi che le nostre aspettative di rendimento e soprattutto la nostra scelta di asset allocation, dovrà tenere conto di una perdita di potere d’acquisto secondo i mercati compresa in un range tra il 20% e il 30% nelle prossime tre decadi. I rendimenti delle obbligazioni sono certi, i costi dei prodotti pure. Fate le vostre considerazioni su quale tipo di scelta è più opportuna per far crescere il capitale in termini reali.
Non ho la pretesa di affermare che questa è la verità assoluta. Potremmo andare incontro ad un periodo di iperinflazione globale? Può darsi, ma al momento il mercato non sta prevedendo questo. I mercati a volte si sbagliano, ma il più delle volte ci azzeccano e quindi preferisco essere dalla parte di chi vince quasi sempre.
Su questo blog abbiamo dedicato numerosi articoli al tema inflazione.
Anzi mi spingo a dire che forse questo è il blog italiano dedicato alla finanza personale che ha più articoli dedicati all’inflazione di ogni altro blog italico.
Poco sexy, lo vedo dal numero di clic sugli articoli, ma tremendamente importante perchè decide se il bilancio finale di un anno è positivo o negativo e quanti soldi potremo spendere l’anno successivo.
Come sapete qui non c’è l’obiettivo di fare articoli acchiappa click, ma di trasmettere un pò di educazione finanziaria di base.
Non siamo stati dei veggenti qualche anno fa nel segnalare che era opportuno cominciare a pensare ad un ritorno dell’inflazione.
Semplicemente con buon senso abbiamo suggerito che questo fattore andava, va e andrà, considerato con attenzione sempre quando si mette in piedi un piano di investimento.
A beneficio di tutti abbiamo così pensato che potrebbe utile ripassare alcuni concetti di base sul tema inflazione.
Per chi si sente già ampiamente formato l’appuntamento è a lunedì prossimo con un nuovo articolo.
Per chi è novizio o si è un pò perso per strada, dedicare la prossima mezz’ora alla lettura di questi articoli potrebbe aiutarvi a comprendere perchè è giusto prendere coscienza del fenomeno inflazione.
Buona lettura.
Inflazione personale come calcolarla e utilizzarla nel mondo della personal finance (parte prima)
Inflazione personale come calcolarla e utilizzarla nel mondo della personal finance (parte seconda)
Un piccolo consiglio…quando iserisci un articolo , evidenzia la data di pubblicazione del medesimo . Non tutti entrano sulle pg del blog con frequenza e vedere se ci sono articoli recenti evita , magari , di andare a leggere argomenti superati dagli eventi.
Per il resto …un gran lavoro e grazie di quanto fai.
Grazie del suggerimento e ovviamente dei complimenti. Quella della data è stata una scelta (per il momento) voluta. Nel senso che per guadagnare spazio grafico è stata rimossa nella home ma poi si vede quando entri nell’articolo. Ricercando gli articoli per categoria (ad esempio investimenti) oppure per parola chiave (ad esempio inflazione) il risultato della ricerca è comunque sempre in ordine temporale. Comunque tengo nota del tuo commento. Grazie
Grazie lo farò certamente
salve, troppo presto secondo voi per incrementare aggregate bond, al netto delle previsioni da sfera magica?
qui non si fanno previsioni ma considerazioni e ti posso dire che dedicheremo un articolo al mondo obbligazionario a breve. Continua a seguirci, vista la domanda credo che lo troverai interessante
Argomento molto interessante e attuale, anche perchè è in atto un processo di correzione dei mercati. L’inflazione stà incidendo sui rendimenti, testimonia anche il fatto del ritocco, abbastanza evidente, dei tassi dei BTP. E anche il portafoglio nel suo complesso è in continuo movimento. Il 2021 è stato un anno buono per gli investimenti ora qualcosa è cambiato, ma potrebbe essere l’occasione buona per degli acquisti. Quindi, niente panico. Chi ha la liquididità sta pensando i prossimi passi da fare.
Diciamo che il 2021 è stato un anno buono per gli investimenti azionari meno per quelli obbligazionari. La tendenza prosegue nel 2022 e si profila all’orizzonte la tempesta perfetta per l’investitore con orizzonte temporale 1 anno o poco più. Giù azioni e giù bond, quindi che fare? Come sempre tutto ha un prezzo equo, il problema è che nessuno sa a priori qual’è. Il mercato obbligazionario sta scendendo come mai ha fatto negli ultimi 40 anni eppure ci sono ancora analisti o gestori frustrati che parlano di equity carissimi senza nemmeno essersi accorti che una delle bolle più esplosive dei tempi moderni (quella sui bond) sta lentamente deflagrando. E se proprio devo stare sulla barca eviterei tutto quello che ha un rating che di nome fa spazzatura…
Concordo. Nel mio portafoglio il comparto degli ETF azionari MSCI World, Emergenti e EurostoXX600, Global Small Caps tutto bene. Hanno sostenuto il portafoglio con guadagni del 45%, 25% ,20% e 8%. Ora andiamo a mettere il dito nella piaga: gli ETF globali Inflation Linked guadagnano il 10%, mentre tutti gli altri obbligazionari globali sia governativi che societari sono in perdita pesante. Obblihazionari globali valuta locale: dopo avere preso cedole del 5% per 4 anni, perde il 21%. Azzerate tutte le cedole. Obbligazionari Globali HY cedole anche qui azzerate dalla perdita. ETF Cripto (per fortuna non ho acquistato BTC) sono in parità, ma è una componente insignificante. ETF Gold guadagna 8%. Nel complesso il portafoglio è in apparente guadagno del 9%. Adesso vediamo con la liquidità dove intervenire e lo farò in più trances scaglionate. Cercherò di evitare per adesso il ribilanciamento per non dissanguarmi con le minusvalenze. Nello specifico il portafoglio è fatto volutamente per metà in distribuzione in modo da utilizzare le cedole per gli acquisti di ETF diversi dalle quali sono state staccate le cedole stesse. Inoltre, ho una liquidità per intervenire. Quindi, nell’ipotesi di una perdita del 10%, nessun problema. Spero che non scenda oltre perchè ribilanciare le commissioni bancarie ti dissanguano. Spero solo che il comparto azionario regga, perchè l’MSCI World ha una componente 60% Americana non vorrei che fosse in bolla e cadesse anche quella. Come vedi tutte le componenti speculative, come gli HY, con una mano ti danno con l’altra ti tolgono. Ma questo lo sapevo già le cedole alte sono spesso un’illusione…………..bello prenderle quanto c’è calma piatta, ma quando arriva una correzione, neanche la tempesta, ti lasciano con 4 mosche in mano. Vediamo……………
L’unico grande difetto di questo sito é che ti costringe ad essere sempre costantemente ripetitivo: complimenti, complimenti, solo e sempre complimenti. Non ho finito di congratularmi per l’ultimo ottimo contenuto di buon senso che scopro quest’altro, sempre a riguardo di un argomento molto importante e mai trattato altrove ad un livello simile..lo so bene che dopo tutto questo tempo non mi dovrei più meravigliare di niente, ma mi piace restare molto piacevolmente abbagliato da tanto buon senso, competenza e chiarezza… Ok basta così altrimenti quei “pochi” (non credo) che leggono questo tipo di articoli credono che siamo d’accordo a farti pubblicità, ma sarebbe la cosa più falsa e offensiva possibile nei tuoi confronti, che non hai certo bisogno di pubblicità o pacche sulle spalle virtuali. Ti lascio semplicemente un Grazie, piccolo o grande fai tu, per avermi costretto a riflettere, pensare e anche a studiare di più e sicuramente mi hai reso un investitore migliore (solo perché molto migliore non si puó proprio scrivere, ma solo per quello)!
Che dire? Il solo fatto di trovare il tempo per scrivere queste cose così appassionate mi riempie di orgoglio.Sono io che ringrazio te. Ancora qualche settimana e poi annunceremo grandi novità sul blog che spero possano incontrare il tuo gradimento. Ma conoscendo i tuoi pensieri da oltre un lustro penso proprio di sì. Eleveremo tutto alla potenza 😁 Grazie ancora
Ciao. Dai miei calcoli, l’inflazione media in Italia dovrebbe attestarsi al 1,5%, anche perché questo Paese ha una popolazione prevalentemente anziana che aumenta esponenzialmente e i redditi non saranno mai proporzionali al costo della vita e quindi scarsa pressione inflazionistica da domanda.