By |Categorie: Risparmio|Pubblicato il: 31 Dicembre, 2014|

piano di accumulo pac capitale

Il Piano di accumulo del capitale, altresì noto come PAC  rappresenta una delle forme di investimento più semplici ed al tempo stesso efficaci che ogni investitore può portare avanti in autonomia se lo scopo è quello  di accumulare gradualmente e nel lungo periodo una certa quantità di denaro.

Previdenza, investimento, spese future, emergenza, sono innumerevoli le finalità che possono rendere giustificato e di buon senso l’avvio di un piano di accumulo dei risparmi.

Voglio chiarire fin da subito una cosa. Questa è la soluzione che trova il giusto compromesso tra rischio e rendimento, non quella che permette di ottenere i ritorni migliori- Ora ve lo spiegherò con esempi concreti.

I consulenti finanziari tendono ad utilizzare lo strumento del PAC con simulazioni sempre favorevoli a questa pratica, ovvero con orizzonti temporali molto lunghi, ma soprattutto in contesti di mercato discendenti o laterali.

Provate a chiedere al vostro consulente di fiducia una simulazione con PAC in un mercato che nel lungo periodo cresce per lunghi periodi di tempo (vedi la borsa americana degli ultimi anni) e l’imbarazzo del consulente sarà evidente. Siccome il mercato passa più tempo a salire che a scendere non si capisce perchè dovrebbe essere preferito lo strumento che va meglio nel contesto meno frequente.

Ma andiamo con ordine.

Il PAC nasce con l’intento di permettere a chi ha poche disponibilità di denaro di investire comunque sui mercati finanziari con piccoli versamenti periodici (mensili, bimensili, trimestrali, ecc…).

Questa pratica ha il grande vantaggio di mettere da parte la soggettività del momento di entrata sul mercato (market timing) e nello stesso tempo di evitare il cosiddetto buy and hold tramite una costante opera di mediazione del prezzo, al rialzo o al ribasso.

Come dicevo prima la maggior parte dei consulenti finanziari tende a spiegare il PAC come la pratica di investimento che garantisce sempre il miglior rendimento nel lungo periodo. Falso, questa affermazione basata sul sempre è sbagliata e ve la dimostro con i numeri.

Ecco quello che è uscito negli ultimi 10 anni (2012 -2022) attivando un PAC da 100 $ al mese sull’ETF americano SPY (ovvero la replica dell’indice S&P500). Sotto trovate il grafico di un investimento secco da 12 mila $ effettuato il primo giorno dell’analisi. Se non vi fidate visitare il calcolatore gratuito di buyupside.com e fate una simulazione con il codice dell’ETF SPY.

 

Con un piano di accumulo dopo 10 anni il montante finale sarebbe risultato pari a circa 20.400$. Con un investimento secco il montante sarebbe diventato oltre 24.600$.

Odo già le critiche. Hai preso dentro praticamente un bull market ininterrotto dirà qualcuno. A parte che il bear market a marzo 2020 c’è stato, quello del 2022 pure (ed anche un quasi bear market nel 2018), ma farò tutti contenti e la stessa analisi la farò partire dal 2000. Quindi comprendiamo anche due devastanti ribassi come quello della bolla dot.com 2001-2003 e quello della grande crisi finanziaria del 2008-2009.

Risultato: Investimento secco nel 2000 di 27.600 $ = montante finale a fine 2022 di 43.100 $

PAC da 100 $ mese = montante finale a fine 2022 di 50.700$

Abbastanza ovvio che il meccanismo della capitalizzazione composta degli interessi lavora a favore di una somma messa tutta sul piatto mentre lavoro a regime ridotto in caso di PAC.

Non sempre va così. Nella prima versione di questo articolo alla fine del 2014 feci un test prendendo gli indici total return (quindi rappresentativi dei movimenti di prezzo a cui si somma il reinvestimento dei dividendi) di tre mercati azionari, lo S&P500, il MSCI Euro e il MSCI Emerging Market.

Simulai l’acquisto una tantum di una certa somma di capitale sui livelli di gennaio 2000 (al top della bolla speculativa di internet) e lo contrapposi ad una simulazione di Piano di Accumulo ripartito tra tante mensilità quante sono quelle che separavano il 2000 dalla data finale della simulazione (novembre 2014, ma anche 2005 e 2010).

Ecco i risultati.

In quel momento presi il picco dei mercati del 2000 proprio per fare l’esempio di un risparmiatore rimasto “impiccato” ad acquisti avvenuti a quelle che, a distanza di qualche anno, molti analisti giudicarono quotazioni folli (perché non lo erano a fine 1999 resta un mistero!).

A distanza di 14 anni chi aveva investito nella borsa americana si trovava con un capitale praticamente raddoppiato e qui stava la prima sorpresa.

PAC o investimento secco (lump sum come dicono gli americani) avevano avuto lo stesso rendimento (con una precisazione di cui parlerò fra un po’). Cambiando i parametri temporali cambiano anche i risultati.

Il PAC si rivelava vincente in quel test per l’investitore europeo che con questo strumento guadagnava quasi il 50%, il doppio dell’investimento secco. Il PAC si rivelava perdente invece per l’investitore nei mercati emergenti dove addirittura il guadagno risultava nettamente più basso rispetto all’investimento una tantum fatto a gennaio 2000.

Lo so siete confusi.

Quindi il Piano di Accumulo è da gettare? Assolutamente no e vediamo perché.

Intanto potrei non avere le somme disponibili e quindi è l’unico mezzo per arrivare al fine che mi sono prefissato. Possiamo fare tutti i ragionamenti del mondo ma senza denaro a disposizione perderemmo solo tempo facendo filosofia.

Ma anche all’investitore con disponibilità finanziarie elevate potrebbero fischiare le orecchie se gli dicessi che la liquidità americana aveva reso nello stesso periodo analizzato 2000-2014 oltre il 41%  (2,35% annuo) e quella obbligazionaria il 138% (6% annuo prendendo un classico Global Aggregate Bond).

Se invece di buttarsi a capofitto nell’avventura azionaria l’investitore avesse gradualmente spostato risorse da fondi monetari/obbligazionari ad azionari tramite piano di accumulo, il guadagno sarebbe stato ampiamente superiore al 99% del classico PAC poiché nel frattempo la parte di investimento a reddito fisso avrebbe prodotto un rendimento addizionale.

pac2

Ecco così una prima soluzione utile per coloro che sono indecisi su quando investire sui mercati più volatili come l’azionario e temono di rimanere “impiccati” per anni ai mercati azionari.

Ma torniamo ai nostri numeri. Sempre ai tempi della prima versione dell’articolo feci altre due simulazioni a distanza di 5 anni dallo scoppio della bolla internet e a distanza di 10 anni. Questi archi temporali hanno in mezzo due feroci bear market sulla borsa americana con discesa degli indici di oltre il 50%. Un buon test direi.

Cosa notate del PAC? Che non va mai in negativo. Ovviamente non è un risultato assoluto sempre valido, ma in quel test era il risultato.

Tutta questa lunga spiegazione per chiarire una volta per tutte che il PAC non è il Sacro Graal dell’investitore, ma è la soluzione che consente di ridurre il rischio di perdite nel lungo periodo. Non consente però di massimizzare i guadagni.

Più rischio, più possibilità di rendimenti elevati ed è per questo che il PAC risulterà sempre perdente in fasi di mercato dove si assiste a crescite molto forti delle quotazioni.

mercati finanziari salita e discesa

Nel momento in cui il mostra invece una tendenza laterale allora viviamo,  assieme a quello di una costante discesa nei prezzi, lo scenario ideale per il PAC.

Nessuno conosce il futuro e non sappiamo dove si dirigeranno i mercati azionari nella prossima decade.

Quindi senza spaccarsi la testa valutiamo le nostre disponibilità. Ci fa comodo versare ogni mese una piccola somma. Bene andiamo con il PAC. Abbiamo a disposizione subito un bel gruzzoletto. Investiamo immediatamente senza fare speculazione. Stiamo male di notte se investiamo tutto e subito perchè crediamo che le borse sono troppo care. Allora metà subito e vai di PAC. Insomma cerchiamo sempre la soluzione che ci faccia stare meglio con noi stessi senza però avere la pretesa di prevedere il futuro. Buon investimento

13 Commenti

  1. Claudio 14 Febbraio 2022 at 16:06 - Reply

    Oltre il costo della rata, che sicuramente diminuisce il capitale che vuoi investire, considera che ogni gestore di fondi trattiene delle commissioni di gestione ogni anno, così come di performance, di entrata o di uscita….ed in genere non sono da poco. Ho visto un fondo – mercato azionario cinese – che applica addirittura il 6% annuo!

  2. lorenzo savoldelli 14 Luglio 2020 at 10:31 - Reply

    Ho notato in questo video https://www.youtube.com/watch?v=PgeIOXoJCYg&t=412s hanno pubblicato la stessa immagine che compara pac e pic. Ne siete a conoscenza?

  3. Claudio Gottardi 25 Gennaio 2020 at 15:17 - Reply

    Immagino che le sue simulazioni sui rendimenti del PAC non siano state fatte con versamenti in fondi di investimento che con le numerose commissioni richieste e prelevate automaticamente avrebbero polverizzato e minimizzato le rese.

  4. Lorenzo Savoldelli 29 Aprile 2019 at 08:28 - Reply

    Un bellissimo articolo che denota i vantaggi del Pac in vari mercati!!! A mio modesto avviso credevo che sui mercati emergenti, il pac funzionasse maggiormente, dato che è un investimento assai volatile. Quindi sarebbe più utile un versamento in un’unica soluzione per quanto riguarda gli emergenti?

    • Anonimo 30 Aprile 2019 at 09:22 - Reply

      Spiegazione impeccabile!! Ti ringrazio… Ho scoperto da poco questa pagina, e ogni giorno trovo sempre spunti interessanti su cui riflettere.
      GRAZIE!!!

  5. Vito 15 Dicembre 2016 at 21:08 - Reply

    Salve Archeowealth,
    facendo ricerche in rete per cercare alternative di investimento ai classici BTP, mi sono imbattuto casualmente in questo blog i cui articoli mi hanno colpito per la competenza, la semplicità ed il “Buon Senso” con cui sono scritti. Reputando affidabili le indicazioni fornite, le sto utilizzando come linee guida per i miei futuri investimenti ed ho anche deciso di acquistare 2 o 3 libri tra quelli consigliati e che spero di riuscire a leggere durante le prossime vacanze di Natale.

    Vorrei approfittare della Sua disponibilità per chiederle qualche consiglio specifico.

    Avrei deciso di iniziare un PAC con un orizzonte temporale di 15 anni (eventualmente 20) per me e la mia compagna (che mi fa gestire i suoi risparmi).

    Attualmente il patrimonio di entrambi è allocato per circa il 50% in titoli di stato Italia (BTP, BTPi, ecc. con differenti scadenze) ed in un fondo assicurativo a gestione separata; il restante 50%, allo stato attuale, è mantenuto in conti deposito e tende ad aumentare man mano che i titoli di stato giungono a scadenza.

    Prendendo spunto da quanto consigliato nel blog, a partire dal prossimo anno vorrei destinare i nuovi risparmi ad un PAC (per il momento solo azionario viste le premesse) così strutturato, considerando i costi di transazione e la capacità di risparmio:
    – MioPAC (ho un conto di trading Directa sinora utilizzato con l’1 % del capitale solo per diletto):
    a) Costi: 0.19% con fisso 1 €; pertanto Investimento minimo ottimale € 526.32;
    b) Capacità di risparmio: 300/500 € mese > li farò diventare € 530;
    c) PAC > 12 “Acquisti / Anno” da 530 € cad.: 4 x SWDA (33.33%) + 2 x EIMI (16.67%) + 2 x IPRP (16.67%) + 2 x EXSA o MVEU (16.67%) + 2 x EUDV (16.67%);

    – SuoPAC (ha un conto di trading Bancoposta):
    a) Costi: 0.18% con fisso 3 €; pertanto Investimento minimo ottimale € 1666.67;
    b) Capacità di risparmio: 250/300 € mese;
    c) PAC > 2 Acquisti / Anno da 1500/1800 € cad: 1 x MVOL (50%) + 1 x MVEU (50%)

    Mi rendo conto che economicamente l’ideale sarebbe cumulare i risparmi e fare un PAC su Directa che ha condizioni migliori; però Directa non dà la possibilità di avere conti cointestati, quindi formalmente diventerebbe tutto mio e visto il nostro stato civile non sarebbe il caso; mantenendo separati i capitali, comunque, si ridurrebbe un eventuale rischio di insolvenza del depositario.

    Fatte queste premesse, i quesiti che vorrei porle sono i seguenti:
    1) Per entrambi, ritiene che vada bene la suddivisione così come l’ho strutturata o magari sarebbe meglio ridurre il nr. dei titoli per aumentare la frequenza di acquisto su quelli rimanenti?
    2) Per il MioPAC ritiene che dovrei preferire MVEU (paniere meno vasto ma con minore incidenza del settore finanziario e minore volatilità) o EXSA?
    3) Per il SuoPAC, poiché sento maggiore il peso della responsabilità, ho scelto due ETF a volatilità ridotta (MVOL sviluppati mondo e MVEU europeo). È opportuno come abbinamento oppure è meglio sostituire il MVEU con EMV (emergenti a volatilità ridotta) tenuto conto che EMV ha TER 0.40 e Dimensione 545mln contro 0,25 e 1.002mln di MVEU ed inoltre presenta un maggiore rischio cambio?
    4) Per quanto riguarda l’alta proporzione di liquidità che attualmente mi ritrovo, mi consiglia di “buttare” pian piano qualcosa nei PAC oppure reinvestire tutto sull’obbligazionario (dove era investita in precedenza); nel qual caso, trovandomi d’accordo sulle sue valutazioni circa la preferenza da dare agli ETF rispetto ai singoli titoli, mi potrebbe consigliare qualche prodotto e preferibilmente con quale strategia Laddering o Barbell (che, se ho ben capito, utilizzando degli ETF non comporterebbe nessun’attività di rolling da parte mia, posto che tale operazione dovrebbe essere insita nella natura stessa dell’ETF ed io dovrei solo investire in ETF con duration compatibile con l’una o l’altra strategia)?

    Spero di essere stato abbastanza chiaro e sintetico.

    Nel ringraziarla per i consigli ed i suggerimenti che mi vorrà dare La saluto ed auguro a Lei ed a tutto il suo staff un Buon Natale.

    • Vito 20 Dicembre 2016 at 22:30 - Reply

      Ciao Archeowealth,
      grazie per i preziosi consigli!!
      Mi sto industriando nella selezionare degli ETF obbligazionari, integrando i dati filtrati con Justetf con le informazioni sugli spred ed i volumi di negoziazione forniti da Borsa Italiana e da etfplus.net.
      Mi permetterò di aggiornarti sull’affinamento dell’asset dopo questa cernita.
      Per il momento ti ringrazio ancora e ti auguro una buona serata.

      • Vito 3 Gennaio 2017 at 23:19

        Ciao Archeowealth, Buon Anno!!
        Dopo aver analizzato le alternative d’investimento disponibili, alla luce dei tuoi consigli, mi piacerebbe sottoporti le conclusioni a cui sono giunto ed il conseguente programma di investimenti futuri, per una tua valutazione.
        Parto dalla situazione attuale del portafoglio (Mio/Suo)
        1) Liquidità / Conti Deposito, da Mantenere (x Imprevisti) = 25/25%
        2) Liquidità / Conti Deposito, da Reinvestire = 25/15 %
        3) Obbligazioni = 30/55 %
        4) Assicurazione Gestione Separata (ter 1%) = 20/5 %
        5) Azioni = 0/0 %
        La quota obbligazionaria è composta da BTP e BTPi con scadenze scaglionate dal 2017 al 2027 in % variabili.
        Il piano di investimento è questo:
        a) La liquidità disponibile per essere reinvestita e quella derivante dai BTP scaduti sarà riallocata sui seguenti ETF:
        – Mio
        Barbell con: 50% SE15 (“Obbligazioni – Europa – Societaria – Investment Gra-de”) + 50 IBTM (“Obbligazioni – Stati Uniti – 7-10”)
        Ho scelto questa soluzione perché gli ETF risultano più liquidi per AuM, Spread e Volume ed il TER più basso rispetto all’alternativa “Obbligazioni – Globale – Aggregate” (XBAG / XBAE).
        Per quanto riguarda la copertura contro il rischio di inflazione, l’idea è di reinvestire sempre in BTPi a 5/10 anni gli importi già destinati a questo asset, non appena quelli in portafoglio giungono a scadenza.
        L’acquisto dei Tips al momento sembra improponibile perché Directa, pur dando accesso al mercato EutoTelex, non offre l’intera gamma di obbligazioni quotate su tale mercato ma solo una selezione ridotta e non saprei come altro poter fare ad acquistarli, salvo aprendo un altro conto scelto apposta a tale scopo.
        – Suo
        Barbell con: 25% SE15 (“Obbligazioni – Europa – Societaria – Investment Grade”, 1/5 anni) + 25% EM13 + 50 IBGL (“Obbligazioni – Europa – Governative – Investment Grade”, 1/3 anni e 15/30 anni). Ho optato per un portafoglio più prudente riducendo al massimo il rischio di cambio e cercando di scegliere gli ETF con maggiore liquidità è costi più ridotti.
        Per quanto riguarda la copertura contro il rischio di inflazione, vale il discorso fatto per il Mio portafoglio.
        b) I nuovi risparmi saranno destinati al PAC azionario, fino al raggiungimento di un’incidenza sul totale portafoglio tra il 20 ed il 50%, come segue:
        – Mio (PAC mensile)
        Come da tua indicazione sarà ridotta la quota in REIT ed Emergenti, pertanto:
        1xIPRP (8,33%) + 1x EIMI (8,33%) + 4xSWDA (33,33%) + 3xEXSA (25%) + 3xEUDV (25%)
        Anche se a Distribuzione, ho scelto EXSA rispetto a MVEU perché ritengo dia una maggior diversificazione sul mercato europeo (EXSA ha 598 titoli con il 50% giant cap, che credo dovrebbero favorire una volatilità più ridotta; MVEU ha solo 149 titoli di cui il 49% large cap, comunque selezionati, per politica del fondo, tra i meno volatili), inoltre EXSA ha costi (TER) leggermente inferiori e sembra essere migliore nei parametri di volatilità
        – Suo (PAC semestrale)
        1xMVOL (50%) + 1x EMUEUA (50%)
        Per l’area mondo ho puntato sul MVOL replicante del MSCI World Minimum Volatility, mentre per l’area euro sono stato indeciso tra EURO, ad Accumulazione, ed EMEUA a Distribuzione ma con parametri di volatilità decisamente migliori ed alla fine la scelta è caduta su EMEUA.
        Ecco tutto.
        Che te ne pare come modus operandi? E come ti sembrano i miei ragionamenti?
        Un saluto ed ancora complimenti per l’ottimo lavoro di educazione finanziaria che portate avanti.

      • Vito 4 Gennaio 2017 at 21:18

        Grazie di tutto Archeowealth, per il supporto nello specifico e per i gli articoli quotidiani.
        Per quanto riguarda il fondo pensione, sia io che la mia compagna aderiamo ai rispettivi fondi di categoria, anche se al momento la quota contributiva è bassa (la mia è del 2% + 1.2 % c/to azienda). Stavo giusto valutando di aumentarla di qualche punto. Non ne ho fatto menzione in precedenza poiché, non potendo disporre a piacimento delle somme accantonate, tendo a non considerarlo parte del portafoglio.
        Ancora grazie e … al prossimo articolo!

  6. Francesco 13 Ottobre 2015 at 16:10 - Reply

    Ciao, ho intenzione di sottoscrivere un Pac a mi figlio nato qualche settimana fa per il lungo periodo. 10-15 anni. Sono correntista ING ed ho visto che tra le varie opzioni di investimento c’è la possibilità di investire in fondi bilanciati, sarei orientato su quello dinamico azionario. Ho visto che c’è la possibilità di entrare in questo fondo mansilmente, questo mi fa pensare che si tratti sostanzialmente di un Pac, anche se non se ne parla chiaramente, ho altreì visto che non ha costi di entrata e di uscita. Il dubbio riguarda il fatto che sembra si parli di Sicav, tutti i Pac di solito si servono di sottoscrivono tramite Sicav? o vi sono altre forme? Nel complesso il prodotto ing, nello specifico il fondo bilanciato profilo dinamico arancio può essere adatto al mio fine?
    Grazie

    • francesco 14 Ottobre 2015 at 09:28 - Reply

      Ciao e grazie, si ti confermo che ing non tratta ETF, reativamente ai costi ho visto che le spese di entrata, uscita, investimento/disinvestimento e del piano di investimento mensile sono tutte a zero, mentre la commissione di gestione annua massima è dell’1,45% e quella di servizio fissa è dello 0,10%. Ho recuperato anche l’Isin LU0456302933. Con Ing mi trovo bene perchè di solito non da brutte sorprese propri nella parte costi o calusole varie nasconte in pagine e pagine di prospetti informativi. Avevo anche pensato di sottoscrivere il prodotto delle poste “futuro da grande” che ha il vantaggio di affincare anche un’assicurazione sulla vita di colui che versa i premi, ma l’ho scartato perchè ha costi molto alti. Ho cercato di riportare tutte le info cosi da condividerle, magari possono essere utili ad altri utenti che devono fare investimenti simili, mi sembra questo l’obiettivo del sito. Grazie ancra della tua disponibilità e per la completezza degli argomenti trattati, davvero molto utili.

    • francesco 14 Ottobre 2015 at 12:28 - Reply

      Ciao e grazie, in primis ti confermo che Ing non tratta ETF. Il codice Isin è LU0456302933, gestito da Morningstar. Relativamene ai costi ho visto che quelli di entrata ed uscita, investimento e disinvestimento e quelli del piano di investimento mensile sono pari a zero, la commissione di gestione annua massima è dell’1,45%, la commissione di servizio fissa è invece delllo 0,10%. Devo capire bene la questione delle spese correnti non riportate nel prospetto ing ma che ho trovato sul sito della morningstar e sono pari all’1,70%. Mi trovo abbastanza bene con ing anche perchè solitamente è chiara nell’esposizione dei costi e non si trovano sorprese nelle pagine e pagine dei prospetti informativi. Avevo visto in alternativa il prodotto “poste futuro da grande” che ha il vantaggio di affiancare anche una polizza vita su colui che versa le rate, ma ha costi piuttosto alti. Ho cercato di dare tutte le info, magari possono essere utili ad altri utenti che hanno la mia stessa esigenza, mi sembra sia anche questo l’obiettivo del sito. Grazie ancora per la risposta e la completezza delle informazioni che dai, davvero molto utili.
      Francesco

    • troppaa@libero.it 5 Novembre 2015 at 15:37 - Reply

      Ciao, avevo scritto qualche settimana fa in merito a dei Pac, leggendo però le tue risposte e dei tuoi articoli mi sono posto delle domande che mi hanno portato ad abbandonare l’idea di fare dei Pac “tradizionale”, di virare sugli ETF e di farlo autonomamente. La mia idea rimane quella di investire per ora nell’azionario, avendo come obiettivo un periodo medio lungo (15-20 anni, condizioni economiche permettendo), di entrare con un primo acquisto di 500 € e poi con acquisti mensili di ca 50€. Ho dato un’occhiata al sito di Borsa Italiana ed ho visto che offrono una gamma abbastanza ampia e variegata di prodotti, e scegliere non è facile. Ho ristretto la cerchia ad un azionario mondo e ad uno Euro e utilizzato per scegliere sia le commissioni e sia quegli ETF che si avvicinano alle somme che mensilmente vorrei investire, sicuramente non è un criterio tecnicamente valido ma non saprei come altro fare. La mia scelta è ricaduta su: LU0380865021 e IE00B4L5Y983, Credi sia un buon punto di partenza?
      Inoltre, a parte mio figlio avevo anche pensato di farmi una pensione interegrativa, inizialmente ero orientato ad un fondo di categoria, Cometa nel mio caso, destinargli il TFR ed integrare con piccoli versamenti. COnsiderati però, ance in questo caso e costi, ho pensato di servimi, anche per questo obiettivo degli ETF, puo essere considerata una valida alternativa?
      Grazie
      Francesco

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