Sapete che ritengo la variabile demografica molto importante ed i tre post che abbiamo pubblicato testimoniano questo interesse. In fondo molte delle prospettive economiche a cui i mercati finanziari andranno incontro nei prossimi anni (inflazione, utili aziendali, richiesta di denaro, tassi di crescita economica) si dovranno scontrare con le dinamiche di popolazione di un mondo sempre più automatizzato e popoloso. Se si fanno progetti di investimento di lungo periodo credo che non possano non andarsi ad intersecare con le dinamiche demografiche.
Al di là delle problematiche sociali che si verranno a creare negli equilibri di popoli sempre più globalizzati e connessi, mi è piaciuto questo articolo tratto dal sito Neodemos che indubbiamente porterà alcuni di voi ad alcune riflessioni geopolitiche. Stanchi di sentir parlare di Grecia e stagnazione proviamo questa volta ad affrontare un argomento diverso, la demografia delle religioni.
Al di là della credenza di ciascuno alcuni punti mi hanno colpito in queste previsioni fatte in ottica 2050.
La religione cristiana e quella musulmana si equivarranno (circa un terzo della fetta totale della popolazione per ciascuna) con i secondi però che vanteranno tassi di crescita doppi per effetto della maggiore fertilità delle donne (3,1 contro 2,7). Sempre in teoria nel 2070 ci sarà lo storico sorpasso.
I cristiani che cresceranno saranno comunque di origine africana (il 58% del continente) e non certo europea dove cresceranno gli atei o non credenti. Anche in questo caso l’alto tasso di fecondità delle donne africane permetterà alla religione cristiana di rimandare al 2070 il sorpasso.
In Europa i musulmani diventeranno il 10% della popolazione (ora 5,9%) a fronte di un calo delle popolazione cristiana notevole e pari a 100 milioni di persone. A pesare i maggiori tassi di fertilità delle donne musulmane (2,1 contro 1,6 dei cristiani), ma anche il cambio di casacca. I non credenti infatti vedranno aumentare la loro fetta seppur a ritmi modesti visti i bassissimi tassi di fecondità. A livello totale raggiungeranno comunque il 23% della popolazione totale.
Negli Stati Uniti i musulmani sorpasseranno gli ebrei, ma soprattutto proseguirà la forte emorragia della fede cristiana verso il cosiddetto religiously unaffiliated. Solo negli ultimi 7 anni la crescita della popolazione non credente è stata del 6,7% trainata soprattutto dai giovanissimi, i Millennials nativi digitali.
In Europa e nello specifico in Francia e Olanda, nel 2050 si stima che più della metà della popolazione sarà non credente. Una vera e propria bomba ad orologeria religiosa rischiano di diventare i Balcani ed a 100 anni dallo scoppio della prima guerra mondiale la cosa fa riflettere.
Infine l’Italia dove ovviamente domineranno ancora i cristiani (ma perdendo 10 milioni di unità in una popolazione che calerà di 4 milioni e mezzo) con i musulmani che arriveranno al 9,5% e i non credenti al 16%.
Insomma ci aspetta un mondo sempre più spaccato in tre tra religione cristiana, musulmana e non credenti. Cambieranno le abitudini, si sposteranno equilibri economici e geopolitici. Nel mezzo crescerà l’onda secolare della robotica e certamente si svilupperanno movimenti simil luddisti con popoli sempre più schiacciati dalla concorrenza di macchine ed immigrazione a basso costo che cercheranno a tutti i costi di contrastare il progresso cercando di mantenere rendite di posizione.
I sintomi li vediamo già ora ma indubbiamente tempi interessanti ci aspettano.
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Il problema dell’Europa non è la Grecia, ma la demografia (parte seconda)