By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 1 Ottobre, 2015|

La deflazione sta di nuovo cercando di infilarsi dentro le pieghe delle economie occidentali, questo è abbastanza evidente. Per deflazione si intende una dinamica negativa nella variazione dei prezzi al consumo e generalmente questo fenomeno viene visto come avverso (circa la “bontà” della deflazione ne avevamo già parlato qui). Avverso per gli investitori in azioni (le aziende vedono ridursi i margini di reddito), avverso per i proprietari di case (si svaluta il prezzo di compravendita). Il fenomeno è positivo per i possessori di liquidità e di bond con cedola fissa poiché il potere d’acquisto del denaro investito o giacente sul conto corrente si rivaluta per il solo effetto che possiamo acquistare più merci o servizi con lo stesso denaro.
Non entro nel merito di quanto questa deflazione risulti strutturale (demografia, tecnologia, globalizzazione sono tutti fattori pro deflazione in questo momento). Le banche centrali stanno cercando di contrastare con tutte le loro forze queste spinte deflazionistiche che non vengono solo da una bassa propensione al consumo domestica, ma anche da una buona dose di deflazione esportata dal mondo emergente a quello sviluppato. Le difficoltà competitive dell’uno (emergenti) rischiano di diventare difficoltà da eccesso di debito per l’altro (sviluppati).
Prendendo spunto dal report Strategie Valutarie di Age Italia possiamo vedere qual è stato il deprezzamento di un investimento in valute emergenti negli ultimi 3 anni.

bbgFonte Bloomberg

A questo aggiungiamo le politiche di svalutazione del cambio decise dalla Cina ed il gioco è fatto. Importiamo a costi molto più bassi rispetto a qualche anno fa i prodotti provenienti da quelle che tuttora sono le fabbriche del mondo della maggior parte di beni durevoli e non.
Il grafico successivo fonte BCA Research ci dice come l’onda deflattiva che sta avanzando soprattutto da Oriente sta colpendo gli Stati Uniti.

deflation
Più le valute emergenti scendono più i prezzi alla produzione delle imprese americane si riducono. Lo stesso accade al giro d’affari complessivo e del resto non può che essere così quando il 57% della crescita mondiale è creata dai paesi emergenti.

Ma torniamo al risparmiatore che è anche consumatore. La deflazione offre una ghiotta opportunità poiché ci si ritrova con più soldi in tasca, oppure…
Oppure quel surplus inaspettato nel budget familiare può essere semplicemente investito con l’obiettivo di conseguire un rendimento reale positivo nel corso degli anni. Volete un esempio? Eccolo.

benzaHo fatto una simulazione di una tipica annata di consumi di carburante da parte di una persona in età lavorativa che percorre circa 210 km alla settimana con la propria auto (lavoro+week end).

Ho simulato un consumo medio di carburante diesel di 18 km con un litro (non Volkswagen…) ed ho semplicemente calcolato il differenziale di risparmio a mio favore partendo dal costo del gasolio ad inizio anno e quello attuale.

Una singola persona, solo per effetto della deflazione energetica, si è messa in tasca senza fare nulla circa 100 euro. Se in famiglia siete in due che lavorate il risparmio è doppio. Se i chilometri che fate sono più elevati anche il risparmio aumenta.

A questo punto potete scegliere. O vi spendete questo risparmio oppure, salvo spese e tasse impreviste, lo destinate a risparmio.

Una rata del piano di accumulo ve l’ha pagata la deflazione, ci avevate pensato?

Leggi anche: La deflazione è cosa cattiva per gli investitori. E chi lo dice?

Se rinunciassi ad una cena al mese

Demotivare per risparmiare

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