By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 4 Dicembre, 2015|

suvivo

Non stiamo parlando del film comico del 1983 con protagonisti Walter Matthau e Robin Williams ma di una parte dell’interessante intervista a Craig Lazzara, capo dello società di indici S&P Dow Jones di cui citiamo spesso il report SPIVA su queste blog come base di ragionamento per valutare i risultati dei fondi.

Il report SPIVA altro non è che un’analisi cominciata nel 2002 dalla società S&P Dow Jones con la finalità di comparare l’andamento di indici di mercato con quelli dei fondi a gestione attiva. Il report prende in esame un data base molto ampio di prodotti del risparmio gestito suddivisi per benchmark di riferimento.
Il risultato finale di questa analisi è capire se i fondi riescono a battere gli indici su diverse scansioni temporali , dal breve al lungo periodo.

Nell’intervista Mr. Lazzara evidenzia immediatamente come i risultati non soddisfacenti dei prodotti gestiti hanno come principali responsabili nel lungo periodo i costi degli stessi.

Considerando che il mercato finanziario perfetto è a somma zero, c’è chi vince e c’è chi perde (e ricordiamoci sempre che il rendimento medio di un mercato è fatto dalla media delle performance degli attori in gioco e quindi ad ogni vincitore corrisponde un perdente), ecco allora che più i costi aumentano e più è difficile per un investitore attivo recuperare la performance del mercato. Se l’ETF parte con una mano legata, i fondi hanno entrambe le braccia dietro la schiena.

Per chi ne avesse voglia raccomando sempre la lettura di un documento un pò datato di Sharpe sull’argomento.

L’aspetto più interessante dell’intervista riguarda però i cosiddetti “Survivors”, ovvero i fondi sopravvissuti.

Lazzara cita l’esempio di 1000 prodotti che erano presenti nello screening 10 anni fa e che oggi sono diventati 800. Nelle statistiche ufficiali verranno celebrati i risultati di quegli 800 fondi (comunque performance mediamente deludenti come dimostrano i numeri), ma l’esercito che partì due lustri orsono era fatto di un altro 20% di fondi che sono stati chiusi o fusi ovviamente per performances deludenti (e ovviamente mai citati dalle case di investimento).

Ecco perché la statistica offerta da SPIVA è unica visto che tiene conto di quello che era l’imponibile di partenza e non dell’andamento di coloro che sono rimasti. Sarà interessante ad inizio 2016 vedere come si sono comportati i fondi a gestione attiva in un anno privo di direzionalità come questo 2015 ma mi sa che anche stavolta vincerà il lancio della monetina…

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