In tempi non sospetti (per la precisione esattamente 1 anno fa) su questo blog si mettevano gli investitori all’erta su rischi e potenzialità (poche) dei prodotti gestiti attivamente o passivamente sul mercato high yield. Non siamo ovviamente contenti di vedere che quegli avvertimenti erano corretti, ma ogni tanto estrapolare la lezione che certi eventi negativi possono provocare può essere importante per ricordarlo in futuro quando la nostra memoria si sarà assopita circa i rischi presenti sui mercati finanziari.
1) La liquidità è un fattore fondamentale per ogni investimento, quasi come l’aria che respiriamo. Ne abbiamo parlato qui, ma se gli investitori fossero stati informati già da mesi che, per le nuove regole americane Dodd-Frank, il ruolo delle grandi banche d’affari nella compravendita di questo genere di strumenti è stato di molto ridimensionato forse avreste avuto qualche timore reverenziale. Di fatto facendo fuori dei grandi fornitori di liquidità a mercati che già di per sé sono sempre stati caratterizzati da spread tra denaro e lettera piuttosto ampi è stato fatale nel 2015.
2) Il fattore volatilità, quando di parla di obbligazioni ad alto rendimento, è all’ordine del giorno. Rischio tasso, rischio emittente, eventuale rischio valutario e appunto rischio liquidità sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano un segmento di investimento altamente rischioso e con performance non propriamente obbligazionarie.
3) Trattandosi di emittenti “spazzatura” i tassi di default sono altrettanto variabili e legati a diverse variabili come ciclo economico, eventi staordinari (come in questo 2015 il prezzo delle commodities) o singoli eventi di compagnie altamente indebitate. Il fattore di sensibilità nelle valutazioni di queste società è ovviamente molto più forte proprio perché hanno una “scorza” meno dura di società a grande capitalizzazione con flussi di cassa e fatturati più stabili.
4) Conoscere lo strumento su cui si investe. E’ fondamentale capire dove si mettono i propri risparmi e con quale strumento lo si fa. Questo elemento è importante anche per capire se effettivamente quel tipo di investimento serve al nostro portafoglio ed in quale misura. Se prendiamo il mercato high yield americano, dal 1985 ha ritornato un eccellente (direte voi) 8,1% di rendimento annuo con una volatilità di 9.8. Un investimento in semplici bond aggregate (mix di governativi e corporate investment grade) ha generato nello stesso arco temporale un rendimento annuo del 7.1% con una volatilità del 5.2. Rendimento più basso di circa un decimo con volatilità più alta di quasi il doppio, non proprio un buon affare per chi costruisce portafogli aventi l’obiettivi di avere il miglior rapporto rischio rendimento.
5) Comprare prodotti obbligazionari solo perché staccano regolarmente una cedola non vuole dire necessariamente tornare ad avere indietro lo stesso capitale nominale. Vale per i subordinati bancari come per i prodotti emessi da società con profilo di credito scadente.
6) Comprare obbligazioni ad alto rendimento solamente perché i titoli di stato offrono rendimenti scadenti è una scelta sciocca e superficiale che non prende assolutamente in considerazione i rischi di cui sopra.
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