By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 29 Aprile, 2016|

houdiniI tassi sui mercati obbligazionari oggi sono molto bassi, in alcuni casi negativi. Questo è il caso anche delle emissioni italiane più classiche (Bot e Btp) che fino alle scadenze a 2 anni offrono rendimenti inferiori allo zero. Coloro che sulle obbligazioni hanno costruito i loro portafogli di investimento per decine di anni lamentano l’eccezionalità del momento che impedisce loro di estrarre una rendita dal proprio capitale.

Wikipedia indica l’illusione come una distorsione di una percezione sensoriale causata dal modo in cui il cervello normalmente organizza ed interpreta le informazioni che riceve.

Questo è quello che è successo in questi ultimi 15 anni, sul mercato obbligazionario italiano, ma non solo. L’investitore riceveva cedole “nominalmente” positive del 2%, 3% o anche 4% illudendosi di ottenere un guadagno o ancora meglio illudendosi di aumentare la sua ricchezza.

La realtà è che l’investitore italico non è mai stato abituato ad affiancare al rendimento nominale di un bond quel numeretto che rema contro e che si chiama tasso di inflazione. Il risultato sono i tassi reali, ovvero quanto effettivamente in termini di potere d’acquisto accresco il mio capitale grazie all’investimento.

Se compro un’obbligazione con cedola al 4% e l’inflazione per quell’anno è del 4%, il mio 100 investito diventa 104. Che bello, sono più ricco e posso permettermi di spendere di più. Peccato che arrivati al negozio quello che costava 100 ora costa 104 e quindi voi non avete guadagnato un bel niente, avete semplicemente preservato il vostro capitale difendendolo dalla perdita di potere d’acquisto.

Tutta questa premessa per rivelare agli investitori italiani come, in termini reali, il rendimento di un Btp scadenza 2 anni oggi è identico a quello del 2002 (quando si comprava il Btp con rendimento nominale del 2,75%) e migliore di quello del 2011 (quando il rendimento nominale era del 2% a fronte di un’inflazione annua del 2,3%).

Il ragionamento più corretto da fare sarebbe quello di prendere il rendimento biennale di un BTP e poi, al termine dei 2 anni, verificare quanto di quel rendimento è stato eroso dall’inflazione. Ovviamente oggi non possiamo sapere quale sarà l’inflazione futura e quindi dobbiamo necessariamente ragionare sull’unica informazione che conosciamo, ovvero l’inflazione attuale.

In realtà i bei tempi andati sono terminati nel 2001 e non solo in Italia. La tabella seguente mostra i rendimenti reali medi di un titolo obbligazionario statale a 2 anni dal 1993 ad oggi.

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Fino al 2001 i bond holders hanno ottenuto dei premi reali molto interessanti in tutto il mondo occidentale. Un Btp italiano a 2 anni infatti pagava un rendimento reale medio del 3%.

Dal 2002 in avanti il mondo è cambiato (c’è chi dice che è successo nel 2008) ed il premio reale è sceso sempre più. Mediamente in termini reali un Btp a 2 anni ha permesso all’investitore di ottenere un rendimento sopra l’inflazione di circa mezzo punto percentuale mentre negli Stati Uniti è andata decisamente peggio con tassi reali mediamente negativi di mezzo punto percentuale.

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Nel corso del 2015 negli Stati Uniti i tassi reali a 2 anni sono tornati positivi dopo sei anni consecutivi di calo e forse questo spiega per quale motivo le borse hanno smesso di essere così pimpanti e da quasi due anni si sono imballate.

In Germania i tassi reali sono negativi da sei anni consecutivi rendendo di fatto perdente qualsiasi forma di investimento in titoli di stato da parte dei possessori di rendita tedeschi.

In Italia i rendimenti reali stanno galleggiando da anni poco sopra o poco sotto lo zero, ma quello che è chiaro è che la situazione attuale non è tanto diversa da quella del 2002, almeno in termini reali.

infla3Cari amanti dei Btp, non si guadagnava niente allora esattamente come adesso.

Nessuno può sapere cosa ci riserverà il futuro, certamente è prevedibile che ad un’inflazione crescente (se ci sarà) si accompagnerà un rialzo dei rendimenti. Vista l’esperienza americana non è però improbabile che i rendimenti reali rimangano negativi ancora per un po’ costringendo gli investitori a cercare rendimento in scadenze più lunghe o in prodotti di altra natura obbligazionaria. Nulla di male se il vostro faro è il concetto di massima diversificazione.

Per il resto, tutto quello che ricordate dei bei tempi è una semplice illusione che la vostra mente ha volutamente deciso di occultare.

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