By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 13 Settembre, 2016|

zavor

Proprio in questi giorni mi sono liberato (con un modestissimo utile) di uno di quei fondi acquistati nei momenti di “incoscienza finanziaria” del mio passato.

Si tratta di un fondo che investe in azioni aurifere e che, in un attimo di debolezza, il vostro autore acquistò diversi anni fa. Debolezza non tanto per il settore, il quale può risultare uno dei tanti strumenti di decorrelazione del portafoglio nei momenti di tensione finanziaria (le azioni aurifere sono praticamente un asset a leva sull’oro con una volatilità decisamente più spinta), quanto per i costi astronomici del prodotto che dal KIID risultano essere sotto forma di TER (spese correnti) del 3,08% all’anno!!!

Avete capito bene, ogni 100 Euro investiti più di 3 se li tiene il gestore e per fare cosa? Replicare un indice come può fare qualsiasi ETF, condendo il tutto con una gestione attiva. Sono onesto, negli ultimi 6 anni la differenza tra l’ETF del settore aurifero quotato a Milano e il fondo è inesistente, segno che il gestore ha recuperato i costi allineandosi all’ETF. Se però guardo agli ultimi 3 anni mi accorgo che il fondo ha guadagnato la metà dell’ETF.

La sintesi di ciò che vi racconto da tempo. La gestione attiva è un sogno raccontato da chi è perfettamente consapevole che il mercato è un gioco a somma zero.

Allora perché tirare la monetina e rischiare? Poteva andarmi bene pigliando un periodo di grazia del gestore oppure andarmi male se Paolino Paperino manovrava i miei soldi. A quel punto, piuttosto che affidarmi al caso compro un indice che replica il settore. Se l’analisi settoriale è giusta almeno mi ritornerà ciò che mi spetta con una decurtazione minima dei costi.

Mi piace molto spulciare tra i calcolatori finanziari online presenti in rete e questo   (seppur inglese e quindi in Sterline) è molto utile per comparare l’impatto dei costi su due fondi.

Ho simulato il mio caso aggiustando importo e rendimento solo per offrire una lettura più chiara del fenomeno. Assumendo 10 mila Euro di investimento con un rendimento del 1% annuo la differenza percentuale di rendimento perso per strada in 6 anni solo per effetto dei costi sarebbe stata del 2,4%. Detta così però non fa impressione.

Se vi dicessi che 1.376 li avete lasciati in questi sei anni al gestore (230 Euro all’anno o 20 Euro al mese) solamente per aver avuto il “privilegio” di partecipare al suo fondo, cosa mi direste? Il tutto a parità di risultati. Pensate a cosa fareste fra 6 anni con un bonus a sorpresa di 1.376 Euro.

E questa analisi è solo su un misero confronto per investimenti da 10 mila Euro, allargatela ad n mila Euro e traetene le conseguenze (su come comprarvi la macchina con i fondi vi rimando a questo post).

Ricordate sempre che una delle regole basilari degli investimenti è quella di agire su ciò che è controllabile senza perdere tempo in capriole mentali su ciò che non lo è.

Leggi anche: L’investimento attivo è un gioco a somma zero? No peggio

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