Tra le incertezze che più frequentemente inquietano gli investitori c’è quella di decidere se investire una somma di denaro disponibile in una botta unica oppure tramite ingressi progressivi. La paura di entrare con tutta la posta è sempre presente. Quando il mercato è in rialzo, perchè non vogliamo fare la figura dei polli che entrano sui massimi. Quando il mercato è in ribasso, perchè vogliamo comprare a prezzi più bassi visto (ed anche qui non vogliamo fare la figura dei polli).
Peccato che spesso e volentieri questa strategia attendista dura moltissimo e si straduce in ingressi un pò confusi. Anzi molto spesso il cash rimane per tantissimo tempo la parte preponderante dell’investimento di fatto sprecando tempo e rendimenti preziosi. Se non avete bisogno di una ruota di scorta per le emergenze restare liquidi è una scelta sempre perdente.
Ma cosa è meglio fare? Una risposta a questo dubbio ha provato a fornirla Vanguard in una breve ricerca pubblicata nei giorni scorsi.
La più grande società di risparmio gestito in stile passivo del mondo ha fatto un esercizio molto semplice. Ha simulato per tre paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna ed Australia) cosa sarebbe successo ad un ideale portafoglio di investimento 60% azioni 40% obbligazioni, acquistando in una soluzione unica, oppure in alternativa in modo progressivo nell’arco di 12 mesi.A distanza di 12 mesi da questa scelta ha poi provato a vedere, per tutte le soluzioni generate in periodi storici molto lunghi (dal 1926 per l’America, dal 1976 per UK e dal 1984 per l’Australia), quale è risultata quella vincente in termini di performance.
Ecco i risultati.
Sgomberiamo subito il campo dagli equivoci, non c’è un vincitore unico. La soluzione “immediata” vince però in due casi su tre, mentre quella “sistematica” (o progressiva) in tutti è tre i paesi risulta la meno vincente.
Anche in termini di overperformance possiamo dire che i risultati sono uniformi con la soluzione una tantum che vanta overperformance comprese tra 1.4% e 2.4%.
Anche cambiando l’asset allocation il risultato non cambia. Che si tratti di 100% equity o di 100% bond la soluzione immediata risulta nella maggior parte dei casi vincente.
I motivi possono essere molteplici. Certamente azionario e bond pagano fin da subito un rendimento superiore a quello del cash; rimanendo investiti per diverso tempo in liquidità lo svantaggio c’è.
A questo si somma anche un fattore storico. Due terzi del tempo le borse lo passano a salire ed ecco che i due terzi delle probabilità di overperformance lo troviamo proprio per chi decide di investire fin da subito.
Lo ripeto siamo a statistiche e neanche tanto schiaccianti, però il luogo comune che vede perdente chi investe tutto subito è sfatato.
Personalmente credo comunque che, al di là dell’effetto statistico, quello che conta è il benessere dell’investitore. Se vi sentite più tranquilli ad adottare un processo di entrata progressiva via Piano di Accumulo (PAC) fate pure; quello che però non regge è l’eterna attesa per un momento ideale che tanto non arriverà mai.
Se avete soldi da investire non cercate di prevedere il domani. Fate scelte di buon senso, diversificate e buttatevi nell’arena dei mercati.
Quello che conta è avere ben in testa che in ogni momento di ogni investimento il giorno dopo, il mese dopo o l’anno dopo, potrei trovarmi con meno soldi.
Se però quel denaro mi serve fra tanto tempo, questo non è un problema.
Se mi serve fra un paio di anni questo è un problema ed allora investire su asset rischiosi non ha grande senso come non lo ha scegliere il timing giusto di ingresso.