By |Categorie: Pensione|Pubblicato il: 29 Aprile, 2019|

In rete non è infrequente trovare articoli che cercano di catturare qualche migliaio di click in più con titoli ad effetto capaci di attirare risparmiatori alla disperata ricerca di forme di investimento più remunerative di quelle offerte da un conto corrente bancario.

A fine febbraio Google News ha proposto questo articolo. Bello, affascinante, alla portata di tutti, ma veramente questa è la soluzione di investimento migliore?

E soprattutto davvero si può vivere di rendita investendo in obbligazioni?

Vediamo nel dettaglio cosa non funziona, secondo il sottoscritto, in questo articolo. Vediamo anche cosa è possibile fare in questo preciso momento storico in cui le obbligazioni cosiddette free risk (come il Bund tedesco) rendono zero anche su emissioni a scadenza ultradecennale.

Nell’articolo citato viene fatta una simulazione di investimento per 500 mila Euro ripartita su 10 obbligazioni tutte equamente pesate.

Ci sono titoli di stato italiani, spagnoli e portoghesi, due obbligazioni automobilistiche, tre utilities, un bancario ed un bond emergente. Tutte le emissioni sono in Euro giustamente per eliminare il rischio cambio.

La prima criticità che si può ravvisare per questo tipo di portafoglio è legata all’eccessiva concentrazione del rischio emittente. Pochissime le emissioni con rating A (ma questo è ovvio per cercare di alzare il rendimento), un paio di emissioni high yield (società cosiddette spazzatura), una concentrazione importante sui titoli di stato mediterranei.

dati al 1.3.2019

La seconda criticità è legata all’opportunità di scegliere strumenti a cedola elevata.

Per avere l’illusione di incassare introiti annui di denaro superiori al 4% del capitale investito (flusso cedolare) si acquistano titoli con un prezzo medio di 114.

Naturalmente cedola e rendimento a scadenza dell’obbligazione sono due cose MOLTO diverse ed attenzione a non cadere nel trabocchetto della cedola elevata di un’obbligazione.

I titoli con cedola elevata genereranno per certo una minusvalenza fiscale solo a scadenza (quindi molto in là nel tempo) e contemporaneamente pagano cedole elevate sulle quali si versa immediatamente (al momento dell’incasso) il relativo onere fiscale dovuto.

Una scelta poco sensata.

Molto meglio acquistare titoli che quotano attorno a 100 di prezzo (meglio se sotto 100) con cedole più modeste. Il rendimento sarebbe sempre lo stesso, ma a scadenza non avremmo crediti d’imposta difficilmente recuperabili a fronte di un esborso immediato decisamente più elevato del valore di rimborso posizionato a 100.

Per chi sceglie titoli utili ad integrare una rendita la duration non dovrebbe essere un problema poiché si porterebbero a scadenza (salvo il rischio default dell’emittente).

Basta essere consapevoli che una duration modificata di 8.5 si tradurrebbe in una perdita analoga in termini percentuali  qualora i tassi di interesse dovessero salire per qualsiasi motivo di 1 punto percentuale. Se non si ha necessità di smontare questi titoli nel durante questo non dovrebbe essere però un problema, ma solo rumore chiamato volatilità.

Infine il cuore della proposta, il rendimento.

Window, Furniture, Room

Un lordo che non supera il 3% diventerà decisamente più magro al netto di fiscalità (12,5% titoli di stato, 26% corporate) e dell’imposta di bollo sul deposito titoli.

Ad una prima spannometrica analisi, il rendimento netto di questo portafoglio titoli diventerebbe di circa il 2.2% e qui si pone la domanda.

Si può vivere di rendita con un 2,2% di rendimento annuo netto?

Ognuno può fare le sue valutazioni ma è ovvio che con 11 mila Euro (2,2% di 500 mila) all’anno è abbastanza complicato definirsi finanziariamente indipendenti.

Il problema è che non avrete nemmeno quelli.

Ipotizzando un tasso di inflazione medio del 1% annuo (e sono generoso), il  rendimento netto nominale in termini reali viene decurtato di quasi la metà.

Il  capitale da mezzo milione di Euro crescerebbe di poco più di 5 mila Euro l’anno, un po’ pochino per pensare di non andare a prelevare una fettina di capitale ogni anno riducendo naturalmente il plafond di capitale che genera le cedole.

Un esempio concreto può essere utile.

Partendo da 500 mila Euro disponibili all’età di 50 anni, con un rendimento annuo netto del 2.2%, inflazione al 1% e prelievo annuo di 30 mila Euro, esauriremo il nostro capitale all’età di quasi 69 anni.

Scendendo a 20 mila Euro di prelievo annuo potremo arrivare ad 80 anni prima di esaurire tutto il capitale, ma per puntare ad arrivare a 100 anni con qualche Euro ancora in tasca non potremo prelevare più di 13 mila Euro (sperando che l’inflazione non salga sopra al 1% medio).

Non mi pare una scelta in grado di farci dormire sonni tranquilli.

Couch, Sofa, Furniture, Furniture Pieces

Quindi si può vivere di rendita con questo portafoglio di obbligazioni? Certamente no, si può integrare il reddito, ma l’erosione del capitale investito è praticamente garantita.

Offre un buon grado di diversificazione e sicurezza contro rischi emittente (default)? Certamente no salvo che non si preferiscano emissioni risk free a rendimento negativo (o con rischio cambio aperto).

Non esistono naturalmente ricette magiche. Chi le propone va semplicemente snobbato.

I rendimenti obbligazionari europei statali (e non) sono molto modesti. Anche andando su strumenti corporate europei a metà tra l’investment grade e l’high yield al momento si ottiene meno del 2% lordo. I Btp  offrono di più, ma ovviamente concentrarsi troppo sui titoli domestici può rappresentare un’incognita e comunque un 3% netto si ottiene con scadenze sopra i 15-20 anni.

La soluzione è sempre e solo una sola al giorno d’oggi se desiderate investire per vivere di rendita. Anzi sono due.

O risparmiate tantissimi soldi fin da giovani in modo da avere una base di capitale enorme che possa permettere anche ad un modesto 1% di generare ciò che serve per vivere.

Oppure, non avendo la capacità di risparmiare una quantità di denare enorme, è necessario rischiare un pò di più, avere un orizzonte temporale sufficientemente lungo davanti a sè, essere consapevoli degli imprevisti e dotarsi di adeguate ruote di scorta prima di abbracciare la strada del rischio.

Nonostante tutto il risultato non sarà comunque garantito ed è per questo che torniamo sempre al punto di partenza.

Il mercato può darci una mano, ma l’arma migliore per alzare il proprio rendimento da investimenti è, nel limite delle nostre possibilità sempre quella.

Risparmiare di più evitando inutili sprechi.

Un commento

  1. daniela 29 Aprile 2019 at 11:36 - Reply

    grazie per l’analisi critica dell’articolo, molto interessante!
    volendo investire nell’azionario, mi son fatta l’idea che – non essendo W. Buffet – per me sia meglio comprare ETF piuttosto che singole azioni, cosa ne pensi?

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