L’investimento è sexy, il risparmio è noioso. Al secondo dedichiamo scarsa attenzione, sul primo invece spendiamo ore e ore nel cercare di capire quale titolo saprà offrire il più alto tasso di remunerazione nei prossimi mesi.
La buona notizia è che quello che conta veramente nel successo finale di un piano di investimento è un tasso diverso da quello di rendimento.
Sto parlando del tasso di risparmio che, soprattutto in una fase ben precisa del ciclo di vita, è la variabile determinante per il risultato finale di un lungo processo di pianificazione finanziaria.
Proviamo per un attimo a ricordare quanto tempo abbiamo dedicato nell’ultimo anno all’analisi e all’implementazione di qualche misura che possa essere servita a migliorare il processo di risparmio. Aumentarlo piacerebbe a tutti, ma non sempre è possibile e spesso usciamo demoralizzati da questa riflessione.
Trovare sacche di inefficienza nelle spese quotidiane o nel modo più o meno ordinato con il quale risparmiamo denaro, può offrire inaspettate ricompense.
Ho spiegato in quasi ogni capitolo del mio ultimo libro che ci sono variabili sotto il nostro controllo e altre che possiamo solo stimare.
Tra le seconde c’è il rendimento di un investimento, tra le prime il tasso di risparmio.
Proviamo adesso a immaginare quanto tempo abbiamo speso in letture o analisi fai da te a tema migliore asset allocation, oppure prodotto finanziario da non perdere assolutamente pena rimpianti eterni. Per non parlare poi della caccia sempre aperta al gestore top dei prossimi anni. Pratica che sappiamo essere pressoché inutile nella sua efficacia.
Diversi studi hanno dimostrato in passato che l’asset allocation spiega tra l’80% e il 90% della variazione dei rendimenti di un investimento.
Nessuno nega che è importante pianificare e migliorare il processo di allocazione degli investimenti. Ma per avere un futuro da pensionati felici, non è la caccia selvaggia al rendimento o al prodotto finanziario top che farà la differenza nel risultato finale e nemmeno la ricerca dell‘asset allocation perfetta.
Gap previdenziale, la causa (e la soluzione) stanno nel risparmio
Uno studio del 2011 condotto sui fondi pensione americani, ha dimostrato che è il tasso di risparmio il driver principale che determina quanto del famoso gap previdenziale verrà colmato in futuro. Spiegando addirittura i tre quarti di un successo (o insuccesso) nel raggiungere questo obiettivo.
Cinque volte più importante dell’asset allocation, Quarantacinque volte più importante della selezione del miglior prodotto di investimento.
Per questo motivo, una sincera e obiettiva educazione finanziaria dovrebbe partire da come migliorare, aumentare, automatizzare prima di tutto il processo di risparmio. Poi vengono asset allocation e prodotti di investimento certamente.
Il resto? Quasi irrilevante visto che la costruzione di un portafoglio di investimento può essere effettuata agevolmente e a costi bassissimi con ETF, mentre la scelta dell’ipotetico miglior gestore o miglior titolo, oltre ad essere incompatibile con la pianificazione finanziaria, è dimostrato essere dipendente da fattori fuori dal nostro controllo e spesso legati al fattore fortuna.
Un esempio può essere utile per rafforzare il concetto di quanto valore può avere per l’intero piano finanziario migliorare il tasso di risparmio.
Un esempio spiega perché nella fase iniziale della vita di investitore è importante risparmiare e tanto
Ipotizziamo di essere un ventenne fortunato che può permettersi di risparmiare 300 euro al mese.
D’accordo, è complicato per i ragazzi pensare oggi a questa cifra importante considerando i bassi stipendi medi di ingresso, ma proviamo a fare questo esercizio per comprendere la potenza del risparmio.
Investendo in modo automatizzato su ETF globali a basso costo, un giovane può legittimamente attendersi di ottenere per i prossimi 40 anni un rendimento annuo composto del 8% lordo di tasse. All’età di 60 anni, e senza mai interrompere questo processo, il nostro ragazzo potrà festeggiare il suo primo milione di euro.

Elaborazione dell’autore: Risparmio mensile 300€ da 20 a 60 anni, Cagr 8%
Ipotizziamo adesso di rischiare un po’ di più per riuscire, a parità di tasso di risparmio, a portare a casa un rendimento più alto del 9%.
In questo caso dopo 40 anni investiti a un tasso di rendimento medio annuo composto del 9%, il sessantesimo anno di età verrebbe festeggiato con 1,4 milioni di euro.
Ambizioso è vero, ma basterebbe a parità di rischio (quindi aspettativa di rendimento al 8%) aumentare il risparmio da 300 a 400€ al mese per ottenere lo stesso risultato.
Aumentare il risparmio di 100€ al mese permetterebbe al nostro ragazzo (o ragazza) di ottenere lo stesso beneficio prodotto da 1 punto in più di rendimento.
Ipotizzando di spingere ancora di più sull’acceleratore del rischio con un rendimento medio stimato del 10% all’anno, il risparmio di 300 € al mese ci permetterebbe di arrivare a 1,9 milioni di euro a 60 anni, un risultato “eguagliabile” sempre con l’8% di rendimento annuo (quindi un minore rischio di volatilità), ma un tasso di risparmio di 550 € al mese.

Elaborazione dell’autore: Risparmio mensile 550€ da 20 a 60 anni, Cagr 8%
Non ci sono dubbi.
Il tasso di risparmio è croce e delizia per ogni persona a tutte le età.
Spesso visto come sacrificio inutile in quanto si traduce in una semplice “promessa” di ipotetiche maggiore potere d’acquisto future. Altre volte il risparmio è visto visto come un oggetto dei desideri che vorremmo incrementare senza purtroppo averne le possibilità causa carenza di materia prima monetaria in ingresso, generando frustrazione.
Sicuramente meno sexy e luccicante di qualsiasi scelta singola di investimento, eppure così importante e determinante nel dirigere la prua della nostra nave verso gli obiettivi.
Prima di avviare qualsiasi processo di pianificazione finanziaria è buona prassi impostare una buona politica di risparmio (e prima ancora di redazione di un bilancio costi-ricavi) è un esercizio che sicuramente aumenterà il valore del risultato finale.
Meglio arrivare all’appuntamento consapevoli e preparati.
Buon investimento.
Concordo pienamente col tuo discorso, ma NON con gli esempi: perché sbilanciati, quindi ha poco senso paragonarli.
– Il passaggio da un rendimento dell’8% ad uno del 9% è di +12,5%.
– Il passaggio da un risparmio di 300€/mese a 400€ è di +33%.
Non sono paragonabili. Sarebbe stato corretto paragonare un risparmio di 337€, cioè +12,5%. Ma allora sarebbe risultato meno performante, quindi la tua tesi meno convincente. Però quantomeno onesta ;-)
Peggio ancora per il secondo grafico:
– Rendimento da 8 a 10% = +25%
– Risparmio da 300 a 550€ = +83%
Come puoi paragonarli?
Questa mancanza di “onestà intellettuale” (voglio pensare involontaria) rende meno credibile tutto il tuo discorso (peraltro valido).
Comprendo il tuo commento e ti ringrazio, ma mi permetto di dire che non si possono applicare percentuali di incremento a percentuali e le stesse percentuali ai valori assoluti.
Altrimenti un aumento da 100 a 200 euro di risparmio (alla portata di molti) sarebbe da paragonare al 4% di rendimento che diventa 8%, non esattamente alla portata di molti visto che parleremmo di profili di rischio molto diverso.
Ovvio che trattasi di un esempio estremizzato per far capire che in fase giovanile non è vero che devi per forza tenere sempre aperto il gas. Se lo fai buon per te, ma se non lo fai non è un problema.
Per l’onestà intellettuale, beh…c’è un mare di youtuber in Ciarlatania World che andrebbero denunciati in senso buono per il bene dei poveri risparmiatori. Per fortuna l’ESMA sta cominciando a seguire la pratica -)