Da più parti si sentono pronunciare (o si leggono direttamente) frasi tipo che il mercato azionario è caro con valutazioni decisamente più alte della media storica oppure che l’obbligazionario è caro con rendimento troppo bassi rispetto alle medie storiche. Se stiamo vivendo momenti eccezionali lo capiremo nei prossimi anni, ma di una cosa siamo certi, i mercati a “fair value” o attorno alla media ci stanno veramente poco. Aspettare valore normali prima di acquistare rischia di farvi vivere lunghi periodi di attesa senza poi avere mai la certezza di qual è il valore giusto.
I mercati quindi vivono di oscillazioni e le tabelle estrapolate da awealthofcommonsense.com chiariscono ancora meglio il concetto.
Se prendiamo i tassi decennali americani notiamo come, a fronte di un tasso medio dal 1871 del 4,6%, tra il 4 e il 5% i rendimenti ci hanno passato appena il 19% del loro tempo.
Se andiamo a prendere in considerazione le valutazioni azionarie come il CAPE di Shiller, ad una valore medio di Prezzo-Utili di 16 corrisponde un periodo di tempo passato dal mercato tra 15 e 17 solo nel 14% del tempo.
Se andiamo poi a vedere i ritorni annui dell’azionario S&P500, ad un 10% di media corrispondono solo 3 rilevazioni comprese tra 8 e 12% dal 1926 al 2014.
Come vedete la normalità sui mercati è solo un concetto puramente matematico, non esiste. A fasi rialziste seguono fasi ribassiste che nel lungo periodo portano a tassi di rendimento medi poco significativi se presi con orizzonti temporali di breve periodo. E’ questo il motivo che ci spinge spesso a consigliare non solo di cominciare presto a risparmiare, ma anche a rimanere investiti sempre.
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