By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 3 Luglio, 2015|

In diverse occasioni abbiamo postato commenti aventi ad oggetto le deludenti performances dei fondi a gestione attiva rispetto a quelli che sono gli andamenti dei classici benchmark. Non sono certamente un amante di questo tipo di prodotti ma onestamente i confronti fatti con indici non  sono molto “democratici” visto che nessuno può acquistare un indice. Quello che andrebbe fatto è un serio confronto con ETF (o panieri di ETF o fondi indice) che rappresentano gli unici prodotti acquistabili dal cliente al dettaglio e dai costi contenuti (ricordate non solo TER ma anche spread denaro lettera in fase di acquisto).

Fatta questa premessa  è corretto informare gli investitori non solo delle cose negative ma anche di quelle positive cercando nello stesso tempo una seria analisi di cosa è successo.

Mi riferisco ad un recente report di Bank of America trovato qui dal quale emerge come i fondi a gestione attiva stanno comportandosi meglio rispetto al disastroso 2014. Il 44% dei gestori ha infatti battuto il benchmark Russell 1000 in questa prima finestra di 2015 con i value managers arrivati a battere il benchmark nel 77% dei casi mentre deprimente l’andamento dei Growth al 36%.

Quindi i gestori sono diventati più bravi? No assolutamente hanno semplicemente cercato di recuperare terreno rischiando di più. Il grafico seguente spiega meglio questo concetto.

rischioI gestori hanno privilegiato le piccole e medie capitalizzazioni di mercato e lo si desume dalla differenza rispetto al totale capitalizzato dall’indice di riferimento. Questo come sempre ha un costo ed è quello di un contestuale abbassamento della qualità creditizia delle società su cui si investe. La seconda parte del grafico mostra chiaramente come i gestori sono andati a sovrapesare società piuttosto deteriorate nei bilanci.

Quindi più beta (ovvero un tasso di crescita/decrescita rispetto all’indice superiore), meno dividendi incassati e maggiore volatilità. Verrebbe da dire che i gestori per non chiudere un altro anno come quello appena chiusa stiano rischiando parecchio. Vedremo a a fine  anno se avranno avuto ragione.

Leggi anche: Fondi a gestione attiva la difficoltà di battere il benchmark

                        Cosa chiedersi quando si compra un fondo a gestione attiva

                        Come scegliere il miglior fondo a gestione attiva

Un commento

  1. roby 3 Luglio 2015 at 18:34 - Reply

    E parliamo di gestori US……….perche’ in Italia…………
    Da parte mia sono anni che ho chiuso con persone in perenne conflitto di interessi.
    Far da soli si fa sempre meglio. Certo non e’ da tutti. Per fortuna aggiungo………….
    Io ho avuto il vantaggio del mio lavoro di controller che ho focalizzato in ambito finanza e investimenti. Non ne avevo voglia per il solo fatto che macino numeri e grafici da una vita.
    Ma una goccia fa sempre traboccare qualsiasi vaso……..dopo di che mi sono fatto un “mazzo” di auto insegnamento con alcune migliaia di ore di “studio ed esperimenti” sul campo. Ora mi bastano due ore al mese………ma anche ogni tre mesi se il mercato e’ calmo solo per fare un check del mio D.B. che ho selezionato negli anni. Operazioni poche e pianificate a budget annuale.
    Credo che il segreto sia accontentarsi della goccia che riempie il vaso……senza ubriacarsi!
    Complimenti per i post sempre interessanti e puntuali.
    Roberto

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