Qualche giorno fa il celebre gestore di fondi Bill Gross (ex Pimco ora Janus) ha indicato agli investitori come scelta migliore di portafoglio in questo momento di mercato quella di andare cash vendendo azioni.
Di quello che penso della liquidità intesa come investimento ne abbiamo già parlato qui, ma credo che sia molto facile fare dichiarazioni di questo tipo che fanno presa tra i piccoli risparmiatori quando, dall’inizio dell’anno, il rendimento della liquidità compete con quello di un investimento bond ed in alcuni casi supera quello di un investimento azionario. Giusto per fare un esempio un classico indice Cash Euro ha reso da inizio anno lo 0,45% contro un Bund tedesco che ha reso lo 0,10%. Va meglio per le azioni europee (+3%) ma non per un indice mondiale di azioni (-6%).
Bill Gross non è nuovo a sparate di un certo “rumore” come quella di maggio 2015. In quel caso indicò lo short sul Bund come l’occasione della vita. Molto facile farlo quando il rendimento decennale è allo 0,15% e molto facile fare lo stesso sull’equity quando correzione tra il 12% e il 20% si sono già concretizzate e la paura comincia a serpeggiare tra gli investitori. E’ ovvio, la ricettività a certe notizie è ai massimi livelli perché ci sta dicendo ciò che esattamente vogliamo sentirci dire. I bond sono cari, le azioni sono care ed ecco che se arriva un esperto in grado di avallare con la sua competenza la nostra idea lo ascoltiamo molto volentieri e magari gli crediamo anche. Gross è una vecchia volpe e sa quando il rischio di giocarsi la reputazione è basso.
Al di là di questo vorrei però entrare nel dettaglio su alcune affermazioni proprio di Bill Gross riprendendo alcune affermazioni del suo intervento.
I ritorni derivanti dagli investimenti nell’azionario saranno limitati in futuro se non addirittura negativi. I mercati obbligazionari nel frattempo offrono tassi bassissimi e i tassi dei mercati più rischiosi non convengono.
Ritorni azionari limitati rispetto a cosa? All’ultimo decennio, alla media storica di lungo periodo? Abbiamo già commentato come queste considerazioni sulle valutazioni di borsa (ad esempio il CAPE di Shiller o il QRatio di Tobin) sono da tenere in considerazioni quando si costruiscono portafogli sui quali basare aspettative di rendimento. Inutile illudersi di poter vedere ritorni come quelli visti fino al 2000, ma perché rinnegare un 4/5% annuo. Le alternative quali sono? I mercati dei bond è vero rendono molto poco ma offrono ritorni che, stando le attuali aspettative di inflazione, sono comunque positivi in termini reali cosa che il cash non può storicamente offrire. E con queste prospettive un 4-5% annuo da qui ai prossimi 10-15 anni sull’azionario non crediamo possa essere accantonato così. Tutto questo senza dimenticare il piano B di emergenza rappresentato da quei cuscinetti ammortizzatori che sono i bond.
Se la crescita rimane anemica nemmeno private equity e fondi hedge prospereranno. Il cash come i bond societari a 1-2 anni è la migliore idea di investimento dal punto di vista del rapporto tra qualità e rischio intrapreso.
I fondi hedge stanno per il momento soffrendo di crisi di personalità e Gross non fa altro che sparare sulla Croce Rossa. Riguardo ai corporate, scusi signor Gross, lei è sicuramente al corrente dell’attuale rendimento a scadenza dei corporate bond americani. per non parlare di quelli europei ancora più bassi.
Al netto dei costi le pare un rendimento per il quale valga la pena spostare buona parte del capitale? E il rischio emittente? Se l’equity va male per quale motivo alcune società non potrebbero avere difficoltà a rimborsare il proprio debito?
Ovviamente i tassi di guadagno sono bassi ma come ha detto Will Rogers durante la Grande Depressione “Non sono troppo peoccupato dal ritorno offerto dal denaro investito, ma piuttosto del fatto che i miei soldi tornino”.
Non si parla mai di orizzonte temporale. Ogni investimento azionario in un arco temporale limitato ha elevate possibiltà di essere in perdita. Ma nel medio e lungo periodo come la mettiamo? Chi mi restituirà il potere d’acquisto eroso dall’inflazione e che io lascio stancamente su un conto deposito. Ma soprattutto per quale motivo dovrei giocare contro le statistiche di lungo periodo che vedono l’azionario vincente per una discutibile scelta di investimento monetaria che già in partenza so che non offre rendimento? Ammettendo che lei abbia ragione, chi mi assicura che il successivo timing di ingresso sulle azioni (perché ci sarà vero?) sarà quello giusto? Non è forse il caso di dire agli investitori che sulle perdite di mercato bisogna mettere al lavoro il risparmio fermo in liquidità accumulando azioni (e obbligazioni) a prezzi migliori o ancora meglio acquistando pezzi di società (o debito di queste) con prospettive di rendimento nel lungo periodo meno care rispetto a qualche mese fa? Non è forse il caso di dire ai risparmiatori che nessuno può sapere dove saranno i mercati fra 5 o 10 anni e che l’unica arma che hanno a disposizione è il buon senso nell’investire i propri risparmi?
Il capitalismo finanziario con i suoi tassi di interesse zero ha prodotto squilibri globali che ostacolano la crescita della produttività e con essa la prosperità.
Quindi che facciamo aspettando l’Armageddon… se mai arriverà?
Sia che abbiate un portafoglio piccolo o grande, i ritorni sono limitati e non sono destinati a migliorare nel prossimo futuro. Meglio allora accumulare titoli come i bond societari che sono facilmente liquidabili.
Ottimo esempio di diversificazione…
Ci fermiamo qui, ma come vi ho già scritto molte volte non esiste nessuno in grado di darvi la ricetta magica nel momento giusto ed in ogni momento di mercato. Investite con semplicità e senza condizionamenti esterni guardando sempre all’obiettivo che volete raggiungere. Bill Gross ha bisogno dei vostri soldi per rendere profittevole il suo fondo ma voi non avete bisogno di lui.