Quando vengono presentati i rendimenti annui del mercato azionario americano la reazione classica di un qualsiasi investitore è quella di trovarsi di fronte ad un casinò dai risultati assolutamente casuali.
Non si fatica a comprendere questa sensazione anche perché, nonostante un maggior numero di punti al di sopra della linea dello zero, quando si investono soldi le perdite sono più dolorose dei guadagni.
Se però gli stessi numeri li mettiamo in forma tabellare già la prospettiva cambia.
Non è più così causale la distribuzione dei rendimenti vero? Se ad 1 anno in 3 casi su 4 la storia ci insegna che sono stati raggiunti risultati positivi, a 10 anni raggiungiamo quota 94% ed a 20 anni il 100%.
Attenzione però. Questi numeri sono al lordo di inflazione, costi di intermediazione e tassazione, ma ovviamente su alcuni possiamo intervenire (costi), su altri no (inflazione e tassazione).
Il peggior periodo di total return 20ennale è stato comunque positivo e pari a + 54%, quello migliore + 854%. Tra il 1973 e il 1985 si è viaggiato su ritmi del 12-18% annuo di rendimento per 20 anni.
Prendendo spunto da un altro eccellente blogger come Ryan Detrich mettiamo in forma tabellare queste percentuali di frequenza e trasformiamole in numeri.
Questa è la storia ed il futuro non sappiamo cosa ci riserverà, ma di certo ripassare ogni tanto queste tabelle può esserci d’aiuto per non perdere la bussola quando veniamo bombardati dalle solite notizie catastrofiche dei media.
Ricordiamo sempre che in finanza i risultati passati non sono mai garanzia di analoghe performance in futuro, così come ogni periodo storico nel quale si investe può esprimere aspettative di rendimento diverse, aspettative (e non certezze quindi) che ci permetterano di fissare con maggiore chiarezza i nostri obiettivi, anche quello di diventare milionari.