Interessante studio che ancora una volta conferma come acquistare i fondi a gestione attiva con il miglior rendimento passato è una scelta sbagliata oltre che miope da parte degli investitori. Ne abbiamo a tal proposito già parlato qui.
Gli stessi ricercatori ammettono che i flussi dei fondi sono correlati positivamente alle performance passate, segno che anche gli investitori istituzionali preferiscono rivolgersi verso prodotti dal glorioso andamento storico sentendosi più confortati anche nella difesa delle loro scelte di fronte agli investitori.
Tornando allo studio i tre ricercatori Cornell, Hsu e Nanigian hanno sostanzialmente cercato di capire se una selezione basata sulle performance del passato di fondi americani ha poi generato effettivamente una overperformance negli anni successivi utilizzando i 3 anni come orizzonte temporale di riferimento. Vi dico subito che finirà come nel racconto della lepre e la tartaruga.
Senza entrare troppo nei tecnicismi hanno suddiviso in percentili le performance dei fondi analizzati, comparando le performance successive dei cosiddetti “winner strategy” (il primo decile di fondi per rendimento), “median strategy” (tra il 45esimo e 55 esimo decile) e “loser strategy” (l’ultimo decile).
Prendendo i dati dal 1994 al 2015 il risultato generato dalla winner strategy (ovvero comprando i fondi migliori) è stato quello di un rendimento del 8% con uno Sharpe Ratio di 0.29, mentre quello della loser strategy è stato del 10,4% con uno sharpe ratio di 0.51. In pratica quelli che avevano fatto schifo prima sono stati vincenti poi. Il classico ritorno verso la media che però mette anche in discussione le capacità effettive di saper prevedere l’andamento dei mercati di molti gestori.
Altro test che hanno fatto i ricercatori è stato quello di investire in fondi che hanno sottoperformato il loro benchmark di più del 1% e confrontare il risultato con un investimento fatto con i fondi che hanno sovraperformato il benchmark del 1%; a distanza di 3 anni il risultato è analogo al precedente. Ancora una volta comprare i perdenti avrebbe fornito i ritorni migliori (9,8% con Sharpe di 0.48 contro l’8,7% e Sharpe di 0.37 dei migliori).
Lo stesso risultato si ottiene comprando i fondi che fanno peggio del benchmark di almeno il 3% e confrontandoli con il risultato ottenuto da chi ha fatto meglio del benchmark di almeno il 3%. I perdenti fanno registrare a distanza di 3 anni una performance annua del 10% con Sharpe dello 0,48% contro l’8,9% con Sharpe di 0.39.
Questi numeri ci dicono tante cose. Intanto che fare una selezione basandosi esclusivamente sui risultati del passato è sbagliata, ma anche che i successi che ci racconta la storia non sempre sono destinati a ripetersi in futuro. Nessuno nega che possano esserci gestori capaci ed altri incapaci, ma è innegabile che il principio del ritorno verso la media lavora costantemente contro le capacità rimettendo nel gruppo chi si era staccato precedentemente.
Ricordiamoci sempre che i mercati finanziari sono un gioco a somma zero, ad ogni vincente corrisponde sempre un perdente e spesso il caso gioca un ruolo determinante nei risultati finali.
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