By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 9 Giugno, 2016|

superman

Molto spesso cerchiamo disperatamente il punto massimo delle quotazioni per uscire dal mercato azionario nel momento di massimo valore, oppure il punto minimo nel tentativo di catturare il prezzo più conveniente possibile. Siamo confidenti che adottare questo tipo di strategia ci permetterà di avere un vantaggio competitivo verso gli altri investitori.

Ovviamente questo risultato non è contestabile, ma qualcuno di voi conosce chi è riuscito sempre ad uscire sui massimi ed entrare sui minimi? Io no, ma siccome è sempre giusto non dare nulla per scontato, ho fatto finta che questo personaggio in realtà esiste e mi sono permesso di andarlo a conoscere. Siccome sono per la democrazia sono anche andato a conoscere colui che non ne azzecca una ed infine con un sempliciotto che non fa altro che investire ad una data fissa ogni anno.

Prendendo la base dati dell’indice Msci Emu dal 1998 al 2015 ho fatto finta di avere tre investitori. Il primo compra in modo meccanico azionario europeo per l’equivalente di 1.000 Euro ogni primo giorno dell’anno.

Il secondo compra, essendo extraterrestre, sui punti più bassi del mercato di ogni anno. Il terzo compra solamente sul massimo di ogni anno.

Per un totale di 18 anni abbiamo perciò un capitale investito di 18.000 Euro. La tabella ci mostra i risultati di questo singolare piano di accumulo.

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Ovviamente la differenza c’è tra il migliore e il peggiore, ma sono convinto che vi sareste aspettati qualcosa di diverso. La “scimmia” un po’ demodè che ogni primo del mese acquista azioni vedrebbe rivalutato il suo capitale del 64%. Lo “sfigato” che compra sempre sui minimi dell’anno otterrebbe un montante più alto rispetto al valore iniziale del 40%. Il “genio” invece archivierebbe questa esperienza con un ottimo +85%.

Tradotto in soldoni tra colui che compra sempre sui minimi e colui che compra sempre sui massimi ci sarebbero stati circa 8 mila Euro di differenza. Attenzione però, questo è lo scenario estremo, ovvero di massima distanza tra il superfortunato (o fenomeno dipende dai gusti) e il supersfortunato. Già la differenza si dimezza con il pigro investitore che compra tutti gli anni nello stesso giorno.

Ma soprattutto è matematicamente impossibile azzeccare per 18 anni di fila il minimo dell’anno così come il massimo dell’anno. Di conseguenza i valori non potrebbero che far altro che avvicinarsi, nella realtà.

Ammesso e non concesso che voi siete migliori degli altri investitori, siete ancora convinti che il market timing è qualcosa che in termini di rapporto costo/benefici vi offre dei vantaggi competitivi?

P.S. Dite la verità non vi aspettavate affatto che il poveretto che dal 1998 ad oggi ha sempre comprato sui massimi assoluti dell’anno si portasse a casa il 40% di guadagno vero? Pensavate che stesse ancora immerso in una palude di scarsi rendimento. E considerate che in mezzo ci sono stati due ribassi devastanti del 56% e del 52%, ma nonostante tutto…

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2 Commenti

  1. Roberto 9 Giugno 2016 at 10:39 - Reply

    eh si … effettivamente…. Ci dai speranza…
    Una nota a margine. Ho visto il link su twitter dove si critica il cape schiller. Puoi chiarire cosa ne pensi ?
    Grazie
    Ciao

  2. attilio palermo 9 Giugno 2016 at 09:14 - Reply

    Interessante!!! Penso però che ci sia un errore nella tabella (inversione tra il soggetto “superfortunato” e “supersfigato”

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