By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 16 Giugno, 2016|

pareto

Il celebre provider di indici azionari MSCI, ha pubblicato sul suo blog  un interessante studio in cui viene scomposta la performance dell’indice Msci All Country World in variazione da prezzo e variazione da dividendo, tutto questo dal 1994 al 2015.

Come si vede dal grafico che riportiamo qui sotto, il ragionamento che viene fatto solitamente da chi acquista Etf o fondi “High Dividend”  in chiave esclusivamente difensiva per timore di una correzione dei mercati azionari, ha poco senso.

msci dividendFonte: Msci

Ad 1 anno infatti la componente dividendo (dividend yield + dividend growth) incide per meno della metà della performance total return. E’ il prezzo che mena le danze. Solo allontanandosi verso destra nel grafico, quindi allungano l’orizzonte temporale, vediamo come la componente prezzo riveste sempre meno importanza nel rendimento totale diventando poco più del 20% a distanza di 10 anni e meno del 7% a distanza di 20 anni.

A questa considerazione aggiungiamo anche questo interessante grafico realizzato da Longboard Funds.

80-20

Tra il 1989 e il 2015 solo il 20% di tutte le azioni americane è responsabile del totale dei guadagni di questo periodo. Le peggiori azioni (il restante 80% delle società analizzate) messe assieme hanno realizzato un total return di zero. Tenete conto che in questo periodo lo S&P500 ha realizzato un total return del 1200%.

A distanza di tanti anni possiamo dire che le teorie di Pareto secondo cui l’80% dei risultati finali derivano dal 20% dei fattori produttivi.

Se avete fretta e pensate di poter selezionare i migliori/peggiori di un listino azionari in ogni giorno di borsa accomodatevi pure, la ruota della fortuna è aperta. Ma se avete tempo, non spaccatevi la testa in market timing, stock picking o altre amenità varie.

Lasciate lavorare il mercato per tanto tempo e fate rimanere semplice il vostro investimento. Di certo, rimpianti per esservi comportati da cattivo investitore non ne avrete.

Leggi anche: Le cattive strategie dei battitori liberi

                        Semplicità o complessità

Un commento

  1. Michele Colosio 20 Giugno 2016 at 12:56 - Reply

    certo che con questi dati è difficile resistere alla tentazione di cercare di individuare quel 20% di titoli piuttosto che investire nell’indice generale… ma sappiamo che ex-post sembra molto facile azzeccare i vincenti ;)

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