Supponete di essere un proprietario di un ristorante molto “in” del centro città. Siete ricercati dai clienti perché offrite pasti certificati salutari accogliendo solo a coloro che dimostrano di avere esami del sangue perfetti. Il cliente arriva, mostra il suo “rating” e se è top lo fate sedere, tutti gli altri fuori a guardare.
L’ambiente riservato mal si concilia però con la crisi e progressivamente i clienti tripla A sono sempre meno; vi trovate perciò di fronte ad una decisione piuttosto difficile, fallire o abbassare le barriere all’ingresso. Optate per la seconda soluzione, ma mese dopo mese la crisi peggiora e per incassare avete bisogno di prendere dentro anche clienti che hanno il colesterolo sopra 200. Il locale si riempie sempre più, il prestigio accumulato in precedenza vi permette di avere prenotazioni anche per il mese successivo.
Tutto procede per il meglio per un po’ di tempo. Piano piano i clienti più affezionati tripla A però si allontanano da voi perché non sentono più esclusivo il locale e soprattutto non sopportano l’odore di quei fritti misti ordinati dalle triple C. Vi ritrovate un locale con pochi clienti sicuri e molti clienti a rischio infarto, esattamente ciò che non volevate qualche anno fa quando avete inaugurato il locale.
Un bel giorno accade il fattaccio.
Un cliente con il colesterolo a 300 esagera e fa una brutta fine, proprio su quel tavolo che un giorno era riservato al cliente più importante del locale. Arrivano i NAS e fanno dei controlli, la moglie del povero cliente vi fa causa e voi vi ritrovate con il locale semi vuoto perché si è sparsa la voce che i vostri piatti fanno stare male.
Benvenuti nel mondo odierno dell’obbligazionario high yield (o junk bond esattamente come junk food).
La società di risparmio gestito Vanguard ha pubblicato nei giorni scorsi qualche numero interessante. Nel primo trimestre 2016 i portafogli dei consulenti interpellati da Vanguard erano composti per il 23% di asset obbligazionari investiti in junk bond. Negli otto trimestri precedenti il peso medio era stato del 22%. Peccato che il peso del mercato high yield sul mercato americano dei bond è del 6%!
Ricordate cosa è successo all’inizio di questo 2016 a questi prodotti obbligazionari? Ve lo ricordo qui.
Lo scopo primario delle obbligazioni è quello di ammortizzare il rischio del mercato azionario, non amplificarlo.
Guardate il grafico successivo. Viene messo in parallelo nel periodo 1996 – 2016 il total return ad 1 anno delle azioni americane con quello delle obbligazioni ad alto rendimento.
Non c’è ombra di dubbio che la correlazione è alta e questo spiega anche perchè il sottoscritto preferisce le azioni di elevata qualità. Quando le azioni perdono su annua anche le obbligazioni high yield seguono con il segno meno. A rischio quindi sommate rischio.
Se vi cullate sugli allori perché nella vostra tortina di asset allocation trovate una consistente fetta di obbligazioni, abbiate l’accortezza di depurare quella fetta consistente di obbligazioni che proprio ammortizzatori non sono. Se i mercati azionari vanno in tensione state tranquilli che anche le obbligazioni high yield entrano nel vortice.
Aggiungo solo una considerazione. Un periodo prolungato di tassi bassi ha certamente permesso a società che non meritavano un costo del denaro di questo tipo di indebitarsi e prolungare la propria attività di impresa. Non parlerò di bolla speculativa, chi sono io per usar queste due impegnative parole, ma di certo tutto questo ha generato inefficienze che prima o poi qualcuno all’interno del sistema finanziario mondiale pagherà e io sinceramente preferisco passare la mano.
Personalmente ho sempre diversificato la componente obbligazionaria tra “global corporate bond” e “government bond area euro”. Stop. Al posto di “bond high yeld” ho sempre aggiunto diversificazione nella componente azionaria introducendo “global emerging markets equity”. Se devo essere aggressivo lo sono sulla componente azionaria non su quella obbligazionaria. Che ne pensi?
Salve, c’è un articolo del 14 novembre che rimane sempre in cima alla lista degli articoli. Credo sia un problema di Back office.
Saluti