Nei giorni scorsi sul sito PragCap Cullen Roche ha pubblicato tre grafici molto interessanti con l’intenzione di far capire agli investitori la differenza tra orizzonte temporale di breve e di lungo periodo.
In sequenza vengono mostrati i ritorni giornalieri, mensili e annuali dell’indice S&P500 dal dopoguerra ad oggi. Tutto per dimostrare come nel breve periodo non è possibile prevedere l’andamento dei mercati e che il bravo “previsore” ragiona in termini di probabilità.
Il grafico delle performance giornaliere conferma l’assoluta imprevedibilità dei mercati. C’è casualità completa come conferma anche la media di +0,03% di oscillazione giornaliera della borsa americana.
Passando alle rilevazioni mensili, migliora leggermente la performance media positiva (+0,7%) ma ancora una volta abbiamo di fronte un panorama random.
Chiudiamo con le rilevazioni annuali. Anche in questo caso possiamo notare una certa dispersione ma la consistenza della media dei rendimenti c’è tutta con un +12,7%.
E’ tutta una questione di orizzonte temporale. Investendo sull’azionario sappiamo che nel lungo periodo le azioni portano con sè un rendimento positivo. Se non fosse così, le società stesse fallirebbero in quanto è un non senso produrre beni e servizi per non generare utili e flussi di cassa in grado di remunerare i soci.
Giustamente Cullen sottolinea lo stesso concetto per le obbligazioni. Il nervosismo di tanti analisti ed investitori di fronte al rialzo dei tassi non è generato dal rendimento a scadenza del bond che si fa più appetitoso, quanto dal desiderio di guadagnare nel breve periodo sul prezzo senza subire perdite virtuali nell’immediato. Se ci pensate bene (eccezion fatta per i rendimenti negativi) su un’obbligazione a 10 anni male che vi possa andare in termini nominali porterete a casa cedole modeste oltre al capitale, ma mai perdite (ovviamente senza considerare inflazione e default societari o statali).
L’asset allocator intelligente deve quindi essere modesto e riconoscere l’incapacità di prevedere il futuro, ragionare in termini di maggiori probabilità di successo sapendo di avere a che fare con strumenti che possono esprimere il loro potenziale solo nel lungo periodo.
E’ giusto studiare le valutazioni, i multipli, i grafici perchè da questi possiamo estrapolare delle proiezioni di rendimento in grado di fornirci ottimi spunti per il nostro piano di investimento.
Tutto questo però deve mettere in conto conto che possiamo sbagliare e che non esiste il 100% di probabilità di vittoria nel mondo finanziario.
Farsi prendere alla sprovvista sarebbe spiacevole oltre che antieconomico.