In tempi di inflazione crescente e recessione economica, risparmiare denaro è complicato.
Il vivere quotidiano di una famiglia media italiana è sempre più caro a causa del rialzo di praticamente quasi tutto e il desiderio di mettere da parte un po’ di soldi per il futuro si scontra con una realtà apparentemente molto sfidante. In realtà qualche soluzione si può trovare. In alcuni casi anche con vantaggi monetari non irrilevanti per tutta la famiglia.
Risparmiare è alla portata di tutti, ma bisogna fare qualche esercizio preliminare
Come abbiamo già visto in altri articoli, prima di rassegnarsi al non fare nulla, dobbiamo cercare di mettere ordine e capire effettivamente da cosa è composto il nostro bilancio familiare. Entrate e uscite vanno prima di tutto rendicontate. Poi analizzate. Da qui escono sicuramente delle prime soluzioni che possono anche aumentare a costo zero il nostro potenziale di risparmio e quindi di ricchezza.
Partire da un desiderio di risparmiare (e poi investire) del denaro senza sapere quanto spazio abbiamo a disposizione è abbastanza inutile ed inefficace.
Un processo di mera contabilità seguito da una oggettiva spending review sono fondamentali per arrivare a mettere in campo qualche misura efficace per il raggiungimento dei nostri obiettivi.
Tra questi obiettivi la famiglia media italiana ha da sempre quello di risparmiare qualcosa per i figli.
Dal finanziare il corso di studi universitario, all’auto dei 18 anni passando per l’acquisto di una piccola casetta che possa garantire loro un po’ di indipendenza, gli obiettivi dei risparmi familiari sono i più disparati.
Le risorse disponibili possono essere poche o tante, naturalmente questo è un fattore soggettivo.
Ma anche quando le risorse sembrano ridotte all’osso ci sono opportunità che possono favorire un processo virtuoso di risparmio e investimento automatizzato a favore dei figli. In alcuni casi con vantaggi indiretti pure per i genitori.
Cos’è l’assegno unico e universale
Una delle fonti di reddito più efficaci per avviare e portare avanti almeno fino alla maggiore età dei figli un piano di risparmio automatizzato ed efficace è l’assegno unico e universale. Avevo già scritto un articolo sul tema un pò di tempo fa dove “concretamente” facevo toccare con mano ai lettori l’enorme vantaggio economico che si poteva ottenere investendo questo denaro erogato dallo Stato.
Introdotto da pochi anni, l’assegno unico universale è quella misura di reddito a sostegno della famiglia messa in campo dallo Stato italiano per sostituire quelle misure frammentate di bonus, assegni familiari, detrazioni, ecc… che i lavoratori percepivano in modo disomogeneo nel corso del tempo.
A questo link si possono studiare caratteristiche, requisiti e come richiedere questo prezioso strumento di sostegno ai redditi familiari. L’accesso a tutte le funzionalità avviene con SPID.
I vantaggi che offre l’assegno unico
Il vantaggio per chi vuole trasformare questa fonte di reddito in investimento è sicuramente l’unicità, anche nel pagamento. L’Inps versa infatti un unico importo cumulato (se ci sono più figli) in una data ben precisa su un certo conto corrente bancario scelto da noi. Automatismo e semplicità sono due caratteristiche perfette per essere sfruttate a nostro vantaggio.
Non essendo soggetto a nessuna forma di tassazione l’assegno universale è già al netto delle tasse, quindi integralmente investibile.
Il suo importo è variabile e dipendente dall’ISEE familiare. L’Inps mette a disposizione un comodo simulatore online che permette a ciascun contribuente di comprendere quanto denaro verrà accreditato ogni mese sul conto corrente.
Proprio nei primi giorni di ogni nuovo anno chi deve fare richiesta dell’assegno unico familiare può inoltrare la domanda all’Inps oppure, se già percettore dell’assegno, dovrà rinnovare l’ISEE per avere diritto nel continuare a ricevere mensilmente l’assegno.
L’assegno unico è oggetto proprio in questi giorni ad una parziale revisione (come la rivalutazione per l’aumentato costo della vita oppure il maggiore beneficio per famiglie con alcune specifiche caratteristiche). Può essere utile fare un esempio pratico per comprendere meglio la portata delle cifre in ballo.
Per famiglie con ISEE di 20mila euro e due figli a carico l’importo dell’assegno sarà di 348€. Per famiglie con ISEE di 40mila euro e oltre di 100€. Le casistiche sono diverse e prevedono anche delle maggiorazioni sulla base della situazione familiare.
L’aspetto interessante che emerge fin da subito per un risparmiatore è la presenza di un flusso automatico di denaro che entra sul conto corrente periodicamente nello stesso giorno del mese. Il concetto del paga prima te stesso (automaticamente) può trovare piena applicazione proprio con l’assegno unico.
Naturalmente ci sono famiglie che necessitano fino all’ultimo euro per sostenere le spese di tutti i giorni e quindi i discorsi vanno rimodulati.
Soluzioni semplici di investimento dell’assegno unico
Se non ci troviamo in questa difficile situazione, abbiamo a disposizione uno strumento eccellente per avviare un piano di accumulo utile a raggiungere i nostri obiettivi.
Se l’obiettivo è esclusivamente di investimento per noi o per i figli allora, nel giorno successivo l’accredito automatico sul conto corrente dell’assegno unico da parte di Inps, prevediamo l’addebito (sempre automatico) per lo stesso importo per acquistare fondi o ETF con un piano di accumulo mensile del capitale.
Se l’obiettivo è di natura previdenziale il giorno successivo l’accredito automatico dell’assegno unico prevediamo un versamento ricorrente verso un fondo pensione. L’aspetto interessante di questo secondo punto è che possiamo aprire un fondo pensione anche per i nostri figli.
Come ho testimoniato direttamente nel mio libro di recente pubblicazione “Come investire il mio primo euro“, io stesso già oggi ho attivato questo processo di investimento.
Ogni mese riceviamo automaticamente un assegno che, a certe condizioni, incasseremo come famiglia fino all’età di 21 anni dei nostri figli a carico.
E quindi ogni mese non dobbiamo fare altro che investire automaticamente questi soldi in un fondo pensione (aperto o chiuso dipende dalla nostra condizione lavorativa) intestato a nostro figlio o figlia.
Ma non finisce qui. L’aspetto ancora più interessante della vicenda è che fino ai 5.164,57 euro di versamenti complessivi (genitore e figlio a carico) sul fondo pensione, potremo dedurre fiscalmente il contributo. Se l’assegno unico è di 100€ al mese, allora su 1200€ di assegno dirottati sul fondo pensione ogni anno beneficeremo di una deduzione fiscale variabile in base alla nostra aliquota marginale Irpef.
Ipotizzando un’aliquota Irpef marginale del 38%, il semplice gesto di versare l’assegno unico universale sul fondo pensione ci farà pagare 456€ di tasse in meno l’anno seguente.
L’obiettivi di risparmiare prima e di investire poi sono stati raggiunti con due semplici processi automatici (incasso da Inps e reinvesto con un piano di accumulo o su un fondo pensione). Gesti semplici che richiederanno pochi minuti del nostro tempo e andranno avanti fino a quando ci saranno le condizioni per farlo.
Nessuna possibilità di nostre interferenze nel processo che potrebbero disperdere in mille rivoli l’assegno.
Costi complessivi del processo che possono essere prossimi allo zero utilizzando strumenti e intermediari giusti.
Investimento che fin da subito mette al lavoro la capitalizzazione composta degli interessi.
In alcuni casi addirittura vantaggi fiscali per tutta la famiglia che si traducono in risparmi aggiuntivi l’anno seguente da investire sui mercati.
Un piano di azione semplice, efficace, poco costoso e soprattutto lungimirante per cominciare a pensare in grande per il futuro benessere finanziario dei nostri figli.
Buon investimento.
Ciao, a volte si legge che non conviene acquistare ETF per piccoli importi, causa commissioni di acquisto che vanno a decurtare il valore dell’investimento e quindi i futuri guadagni. Questo puó essere vero anche per l’investimento dell’assegno unico in aquisti mensili di ETF?
Corretta osservazione che può essere gestita. Mentre per un fondo pensione solitamente costi di sottoscrizione non ce ne sono (per questo la scelta è sempre consigliata), l’acquisto di ETF in certe situazioni e per certi intermediari (non per tutti comunque) può avere dei costi importanti. Prendo ad esempio il caso di una delle più famose banche online italiane dove il sistema di PAC automatico sugli ETF viene a costare circa il 3% di costi fissi su un PAC da 100 euro (prendo questo come dato medio dell’assegno unico). Il 3% può sembrare tanto, ma spalmato su 10 anni è 0,3% per anno che sommato allo 0,2% medio di un costo di un ETF fa 0,5% anno.
Considerando che il costo di un fondo di investimento collocato dalle banche è almeno del 2%, e ammesso e non concesso che non vengano applicati costi di sottoscrizione, siamo comunque di fronte a una spesa quattro volte superiore quella dell’ETF. Senza dimenticare che questo “costo” fisso di negoziazione si trasforma in un rendimento futuro maggiore legato al fatto che investiamo denaro che altrimenti si perderebbe in mille rivoli. Non mi farei grandi problemi sul costo se contenuto in questi numeri, ma darei la precedenza alla decisione di investire il prima possibile.