
Quando un investitore si trova di fronte ad un prodotto finanziario la prima cosa che dovrebbe fare è cercare di comprendere caratteristiche, rischi e costi di quello strumento.
L'approccio all'ETF, al fondo di investimento o a qualsiasi altro prodotto dovrebbe essere lo stesso che utilizziamo per una medicina. Andiamo dal medico, viene fatta una diagnosi, prescritto un medicinale poi assunto nelle dosi consigliate.
Del medico possiamo avere piena fiducia e allora eseguiremo alla lettera quello che ci viene detto di fare. Oppure ci piace andare più a fondo e comprendere (per quello che riusciamo a fare) le cose e perciò leggiamo il bugiardino per comprendere soprattutto gli effetti collaterali.
Un investitore dovrebbe comportarsi alla stessa maniera. Ascolta i consigli del consulente, li valuta e prima di eseguirli dovrebbe sempre dare uno sguardo ad almeno un paio di documenti informativi estremamente utili e trasparenti scritti in un linguaggio neanche tanto complesso (a differenza del bugiardino). Imparare a leggere questi documenti è fondamentale per investire con sempre maggiore consapevolezza.
Fino al 31 dicembre 2022 un investitore alla ricerca di informazioni su un fondo di investimento oppure un ETF trovava in rete due documenti base: la scheda mensile (o factsheet) e il KIID (Key Information Investors Documents). Dal primo gennaio 2023 la scheda è rimasta, ma il KIID è stato sostituito dal KID.
State già impazzendo vero? Da KIID a KID? E poi cosa significano queste sigle?
Finalità e benefici dei documenti obbligatori che spiegano un ETF
A parte qualche doveroso richiamo iniziale alla normativa, cercheremo in questo articolo di fare chiarezza su quali sono le finalità, e soprattutto i benefici concreti, che un investitore può ottenere leggendo il documento contenente le informazioni chiave di un ETF.
Come scrive Borsa Italiana nella sua sezione education con l'entrata in vigore, a partire dall'1 gennaio 2018, del Regolamento Europeo in materia di PRIIP e relativo ai prodotti d'investimento al dettaglio e assicurativi preassemblati, si è voluto garantire la comparabilità tra i diversi prodotti e aumentare il grado di trasparenza delle informazioni riguardanti tali strumenti. Per questo motivo le informazioni fondamentali sono tutte contenute all'interno del KID, un documento informativo sintetico e standardizzato predisposto dall’emittente con l'obiettivo di raffigurare le caratteristiche del prodotto in modalità facilmente fruibile e comprensibile per l’investitore.
Lo scopo è chiaro. Creare un documento comprensibile alla maggior parte degli investitori senza dover necessariamente fare ricorso al parere di qualche intermediario . Ma soprattutto mettere in evidenza la parte sempre meno gradevole di un investimento. Quella dei rischi e dei costi.
A questo obiettivo si affianca un altro scopo nobile, quello di rendere uniforme la documentazione di fondi, ETF, prodotti assicurativi, ecc... in modo da poter avere un'idea chiara e sintetica delle varie caratteristiche degli strumenti finanziari. Tutto questo parlando un'unica lingua.
Possiamo dire che una buona parte dell'obiettivo è stato raggiunto con l'aggiornamento recente della documentazione, anche se in alcune parti i tecnicismi non mancano e la presenza di qualche "esperto" in grado di supportare l'investitore alle prime armi con la finanza appare opportuna e necessaria.
Sorvoliamo in questo momento sulle caratteristiche del vecchio documento KIID che andrà progressivamente in soffitta.
Come è costruito un KID
Concentriamoci invece sul nuovo KID (o PRIIP KID come troverete scritto da alcune parti), documento che affianca la scheda mensile nei documenti chiave che ogni investitore deve leggere prima di acquistare qualsiasi prodotto finanziario.
Mentre il factsheet (o scheda mensile) entra in profondità del portafoglio di investimento fino ad arrivare ad esempio ai primi 10 titoli nei quali investe l'ETF, il KID rappresenta un quadro di riferimento che offre all'investitore la possibilità di confrontare, sulla base dei medesimi parametri di riferimento, prodotti diversi.
Il KID si sviluppa solitamente su tre pagine. Il formato standardizzato è stato voluto dai legislatori proprio per permettere un agevole confronto soprattutto tra rischi e costi di diverse tipologie di prodotto finanziari.
La prima pagina del KID è prevalentemente descrittiva e spiega scopo e tipologia del prodotto.
Non tutti i gestori espongono le informazioni allo stesso modo. Alcuni sono sintetici e altri più prolissi, ma sostanzialmente la prima parte è una presentazione del prodotto.
In questa sezione l'investitore troverà gli obiettivi e la politica di gestione dell'ETF. Quale indice viene replicato, con quale modalità (fisica o sintetica), se c'è una distribuzione di dividendi, se esiste la copertura del cambio, se è attivato il prestito titoli, la banca depositaria, il codice Isin e naturalmente la descrizione sintetica del prodotto.
La sezione successiva è invece quella che possiamo considerare la più operativa e forse interessante vista la presenza di numerose informazioni numeriche.
Il primo punto che salta (volutamente) agli occhi è quello dell'indicatore di rischio.
Una metrica da 1 a 7 solitamente colorata che indica a quale classe di rischio appartiene l'ETF.
Gli strumenti azionari hanno un livello di rischio da 4 in su mentre quelli obbligazionari, solitamente, da 3 in giù. Questo rischio non misura solo quello cosiddetto di mercato (quindi le oscillazioni nei prezzi che possono verificarsi normalmente sull'investimento prescelto), ma anche il rischio per l'emittente di non essere in grado di pagare quanto dovuto.

Fonte: KID ETF iShares Msci Europe
Riguardo a quest'ultimo punto, cioè il rischio di insolvenza dell'emittente dell'ETF, vale la pena soffermarsi anche perché rappresenta un punto sul quale il KID torna in una sezione successiva dal titolo "Cosa succede se l'emittente non è in grado di corrispondere quanto dovuto?".
Cosa succede se l'emittente dell'ETF è insolvente
Per la prima volta il legislatore ha voluto che fosse messo in evidenza il reale rischio per un investitore di non veder tornare indietro i propri soldi, non per cause da imputare al mercato, ma all'emittente.
In realtà l'ETF, come anche i fondi di investimento, è uno strumento i cui attivi sono tenuti in custodia presso una banca depositaria e quindi l'eventuale insolvenza dell'emittente non inciderà sulle sorti del fondo visto che il patrimonio è separato da quello dell'emittente stesso. Tuttavia il KID ricorda che potrebbe fallire anche il depositario e, seppure la legge impone alla banca depositaria di separare le proprie attività da quelle del fondo, non viene esclusa un'ipotesi remota di perdita finanziaria per l'investitore. Scenario mai visto prima nella storia, ma sempre da considerare tra gli eventi estremi considerando la relativamente giovane storia degli ETF.

Fonte: KID Vanguard ETF S&P500
Dopo la sezione dedicata all'indicatore di rischio (ipotizzando che il prodotto venga mantenuto per 5 anni), il KID ci presenta degli scenari di performance.
Sostituendo i grafici di performance dell'ETF e dell'indice benchmark presenti nel vecchio KIID, questi scenari presentati all'investitore devono essere almeno tre (sfavorevole, moderato e favorevole) più eventuali altri scenari; ad esempio quello peggiore di stress sui mercati.
Agli scenari devono essere abbinati diversi orizzonti temporali per indicare in termini percentuali e assoluti al netto dei costi, cosa sarebbe ritornato indietro monetariamente al cliente negli ultimi 10 anni qualora si fossero verificati i tre scenari. Viene indicato anche un periodo di detenzione raccomandato dello strumento.

Fonte: KID ETF Vanguard S&P500
Questa parte ha una utilità relativa e puramente simbolica visto che un periodo di 10 anni non può certamente essere rappresentativo di tutti gli scenari possibile sull'investimento scelto. Rappresenta comunque un'indicazione aggiuntiva che nella vecchia versione non era presente.
Andando oltre troviamo un'altra di quelle sezioni più importanti per un investitore. La sezione relativa ai costi del prodotto.
Come capire quanto costa l'ETF
In questa sezione vengono esplicitati i costi dell'ETF ipotizzando disinvestimenti su diversi periodi partendo con un capitale di 10 mila euro. Soprattutto dal 2023 è dettagliata la composizione dei costi.
La grande novità rispetto al KIID è che oltre ai costi di gestione sono esplicitati anche i costi di transazione. E in alcuni casi questi costi rappresentano il 50% o più delle commissioni di gestione. L'esempio che riportiamo qui sotto dell'ETF iShares Core Emerging Market lo dimostra.
Questa è una informazione poco conosciuta dagli investitori, ma che a più riprese abbiamo cercato di ricordare nei nostri articoli dedicati agli ETF e ai loro costi occulti.
I costi di transazione oggi occulti non lo sono più (ma sono comunque una stima basata sui costi sostenuti l'anno precedente) e ancora una volta il KID, sia in termini percentuali che monetari assoluti, mette di fronte all'investitore il costo effettivo che sosterrà per detenere l'ETF.

Fonte: KID ETF iShares Msci Core Emerging Markets
Arrivati a questo punto tutto quello che serve è stato assorbito e speriamo compreso.
L'ultima sezione del KID
L'ultima sezione è dedicata a indicazione su orizzonte temporale raccomandato, come presentare reclami, indirizzi e mail varie di contatto e informazioni rilevanti con richiami ai vari link dei prospetti emessi dall'emittente. Nulla per il quale spendere più di qualche minuto salvo spiacevoli inconvenienti che nessuno si augura di vivere nel corso dell'investimento.
Il KID è un documento che troppo spesso viene ignorato dagli investitori che preferiscono andare diretti sulle scheda mensili per scoprire l’asset allocation, le metriche di rischio, di rendimento, i titoli in portafoglio.
In realtà per chi deve scegliere con quale ETF investire i propri soldi è proprio il KID il documento da analizzare con maggiore attenzione.
In questo documento troviamo tutte le informazioni utili per capire se lo strumento è il più adatto alle nostre esigenze di investitore.
E la sua lettura non è utile solo ad un investitore principiante, ma anche agli stessi professionisti del settore che spesso rimangono sorpresi da alcune informazioni di dettaglio comprese in questo prezioso documento, sempre disponibile in lingua italiana.