Sono talmente tanti gli esempi quotidiani di bias comportamentali che influenzano le nostre decisioni da diventare non solo ricorrenti, ma anche incrostati in abitudini difficili da cambiare. Con pigrizia e scarsa voglia di approfondire che nella moderna era digitale tendono a prendere il sopravvento.
Non è facile riconosce queste distorsioni comportamentali.
Vale nel mondo degli investimenti, come in tanti altri campi della vita.
Una delle mie principali passioni, il ciclismo, mi offre l’opportunità di fare una riflessione di fine estate sulle nostre distorsioni di giudizio, ma anche sulla grande possibilità di diventare in poche mosse investitori migliori.
La notizia che mi ha fatto scrivere questo articolo è datata luglio 2023, quando il vincitore dell’ultimo Tour de France, il danese Jonas Vingegaard, ha letteralmente “stracciato” gli avversari con una prova atletica devastante a cronometro.
Ma nel mondo del ciclismo se vai troppo forte rispetto agli avversari è sempre dietro l’angolo il sospetto di usare sostanze dopanti. Anche se sei il vincitore del terzo evento sportivo più importante al mondo e le prove dimostrano il contrario.
A una domanda maliziosa di un giornalista sui motivi che stavano dietro la sua dirompente forza in bicicletta, la maglia gialla ha dato una spiegazione da tripla A.
Alimentazione, Allenamento, Attrezzatura
La risposta è stata molto intelligente. In un colpo solo Vingegaard ha messo a tacere tutti coloro che vivono di preconcetti e non hanno voglia o tempo di approfondire un tema.
Un classico esempio di ancoraggio mentale a quello che succedeva alla fine del secolo scorso nel ciclismo professionistico (in quello amatoriale purtroppo succede ancora oggi).
Abbiamo così scoperto grazie a uno sport, uno dei bias mentali che spesso ci accompagnano anche quando investiamo denaro e che mi ha ispirato a scrivere oggi questo articolo. Il bias di conferma.
Perché abbiamo un bisogno costante di conferme… ma solo di un certo tipo
Le persone tendono a guardare, leggere, ascoltare le informazioni che confermano i propri preconcetti evitando (questo è un altro bias che alcuni chiamano effetto struzzo) o svalutando le informazioni che vanno in conflitto con le convinzioni acquisite nel tempo.
Nel caso di Vingegaard si vive ancora del preconcetto che tutti i ciclisti sono dopati perché vivi nella mente ci sono i ricordi della fine del secolo scorso, quando un numero incredibile di ciclisti veniva squalificato effettivamente per uso di sostanze dopanti.
Lance Armstrong è l’esempio che viene portato solitamente come prova che tutti i ciclisti che vanno forte sono dopati. Negando al tempo stesso le informazioni oggettive che ormai da anni stanno smentendo questo fenomeno.
Un pò come andare in giro a raccontare che tutte le auto a motore termico emettono CO2 dannosa per l’ambiente. Vero che la emettono, nessuno può negarlo, ma tra una Euro 0 e un’auto di ultima generazione sempre a motore termico la differenza è notevole.
Bisogna però compiere uno “sforzo mentale” che si chiama recupero delle informazioni e questo non sempre siamo disposti a farlo.
Riguardo al doping nel ciclismo, ricordo che nel 2022 è stata l’atletica la disciplina più colpita dal doping con ben 111 casi. Il ciclismo, in questa classifica poco gradevole, si colloca solo al quinto posto con 29 casi, di cui appena 2 rilevati nelle categorie professionistiche più alte (nel ciclismo si chiamano World Tour e Pro Teams). Siamo al numero più basso mai registrato dal 1998. I fatti smentiscono le credenze.

Fonte:MPCC
Il doping nel ciclismo professionistico è praticamente scomparso, eppure viene considerato ancora oggi uno degli sport più a rischio a differenza di altre discipline luccicanti e patinate, ma anche tra le meno controllate e discusse.
Baseball, tennis, calcio sono sport dove i casi di doping rilevati non sono tanto distanti da quelli scoperti nel ciclismo, eppure l’associazione alle pratiche scorrette viene quasi sempre fatta verso i ciclisti.
L’incapacità di ammettere l’errore finanziario
Allo stesso modo neghiamo le notizie che confermano il pessimo investimento fatto in passato quando abbiamo acquistato quell’azione sulla quale avevamo informazioni che nessun altro aveva, oppure sulla quale abbiamo passato ore a studiare i bilanci.
Attaccandoci come cozze disperate a quelle rare e isolate notizie o giudizi che confermano la bontà della nostra scelta.
In questo caso la classica frase è: il mercato non sta capendo l’occasione che ha davanti.
No, mi dispiace, sei tu che non stai ammettendo di aver fatto un errore visto che milioni di investitori si stanno letteralmente girando dall’altra parte di fronte a questa imperdibile occasione.
Come diceva George Orwell:
Tutti possono prevedere il futuro solo quando coincide con i propri desideri, e i fatti più grossolanamente ovvi possono essere ignorati quando sono sgraditi.
Dall’inizio del ventunesimo secolo l’utilizzo, ad esempio, dei misuratori di potenza ha completamente stravolto la preparazione del ciclista. A materiali sempre più performanti si è affiancato un metodo di gestione del fisico dell’atleta decisamente più efficace. I biomeccanici hanno perfezionato in modo incredibile la posizione in sella e la sua capacità di trasformarsi in maggiore velocità.
Dalle ore e ore sui pedali si è passati a sedute di allenamento su strada abbinate a lavoro in palestra e inframezzate da un rigoroso programma di alimentazione. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti gli appassionati.
Considero il ciclismo lo sport a più alto tasso di aderenza con il mondo degli investimenti.
Non sono sempre stato di questa opinione, ma diverse esperienze e approfondimenti mi hanno portato ad avere la conferma di ciò. Ho capito che associare una pratica quotidiana semplice e conosciuta dalla maggior parte delle persone, come appunto l’andare in bici, a un qualcosa di apparentemente complesso come la finanza, può avere un’efficacia educativa verso le persone comuni molto superiore alla tradizionale educazione finanziaria proposta oggi dagli attori “istituzionali”.
Tempi lunghi, umiltà, fatica, metodo, popolarità, obiettivi e tanto altro rendono bici e finanza più vicini di quello che si possa pensare.
E se Vingegaard ci ha suggerito la ricetta delle 3 A per andare più forte in bici (Alimentazione, Allenamento, Attrezzatura), la mia personale ricetta per diventare investitori migliori si basa sulle 3 E.
Le 3 E che tutti possiamo allenare
E come ETF, strumento che fa le veci dell’attrezzatura super efficiente di un ciclista professionista. Nel mondo degli investimenti meno paghiamo un prodotto e più alte sono le probabilità di avere in portafoglio il meglio che è presente sul mercato. Con gli ETF giusti possiamo fare nostro questo vantaggio.
E come Educazione finanziaria di cui bisognerebbe alimentarsi costantemente e in modo adeguato. Regola numero 1, essere molto guardinghi verso “suggerimenti” che arrivano da parte di chi campa vendendo prodotti finanziari. Per ovvi motivi non avrà interessi allineati ai nostri.
E come Esperienza (ma anche come Emotività), l’inevitabile ma necessario allenamento per imparare a fare tutto quello che serve nei modi e nei momenti giusti di un percorso di vita lungo e attraversato anche da imprevisti. Soprattutto chi è giovane ha una grande fortuna. Gli errori avranno impatti modesti, finanziariamente parlando, ma dal grande valore prospettico se la lezione verrà adeguatamente messa a frutto.
Queste tre E hanno un elemento vantaggioso che li accomuna. Costano quasi zero.
Gli ETF oggi hanno costi anche inferiori ai 2 euro ogni 1000 euro investiti.
L’educazione finanziaria di qualità e indipendente da conflitti di interesse vari, si trova in rete gratis (basta però sapere dove cercare) o al prezzo modesto di qualche buon libro.
L’esperienza è gratis per natura. Ogni investimento del passato che ha prodotto guadagni e perdite, oppure l’incontro con consulenti finanziari che lavoravano nel loro esclusivo interesse, o ancora l’essere stati vittime di truffe, ha avuto sì qualche effetto monetario collaterale, ma è stato acquisito nella mente a costo zero e per sempre.
Tre E che, se conosciute e applicate nella vita finanziaria di tutti i giorni, non ci porteranno forse a vincere la maglia gialla del Tour de France, ma probabilmente a passare sotto lo striscione del traguardo dei nostri obiettivi di vita nei tempi e con le quantità di denaro desiderate.
Buon investimento e… buona pedalata!