Possedere un capitale da 1 milione di euro rimane un obiettivo molto ambito per tanti risparmiatori. Per alcuni di essi un traguardo concreto, per altri un sogno.
Il mitico milione di euro rappresenta, almeno da quando l’euro è atterrato in Italia, il classico numero che rende più attraente una pianificazione finanziaria.
Un risultato finale a sei zeri è sempre ben apprezzato da chi sta tentando di capire dove arriverà la paziente opera di accumulazione della ricchezza che sarà protagonista nei prossimi anni.
Come ho scritto diverse volte su questo blog il milione di euro di oggi non è però lo stesso di inizio ventunesimo secolo. O meglio, lo è solo nominalmente.
Perché 1 milione di euro di oggi non è lo stesso del 2000
Considerando l’inflazione cumulata nel tempo in Italia in 23 anni (60% totale – media annua del 2,1%), per avere oggi lo stesso potere di acquisto di inizio secolo con un milione di euro servirebbero circa 1,6 milioni di euro.
Purtroppo, la nostra mente rimane ancorata a numeri che in età più giovane ci hanno fatto sognare.
Numeri che fanno comodo a tanti guru de casa nostra frequentatori assidui del web e che sfruttano a dovere questo nostro bias mentale con ipotesi fantasiose quanto irrealistiche.

Fonte: inflationtool.com
Ma ipotizziamo che per noi investitori di buonsenso 1 milione di euro possa essere sufficiente per raggiungere a 60 anni gli obiettivi di vita e finanziari.
Ok, 1 milione è giusto!
Per rendere più agevole la comprensione di quanto denaro dovremmo ipoteticamente mettere da parte a seconda dell’età di partenza, ho fatto un esercizio relativamente semplice.
Definiti gli anni in cui il processo di risparmio del denaro comincia e abbinandolo tre ipotesi di rendimento da investimento, ho verificato quanti soldi devono essere accantonati ogni mese per tagliare a 60 anni il traguardo da ricco possidente di un milione di euro.
Rendimenti che potete considerare lordi, netti, reali. Prendete il numero che più vi soddisfa e valutate quale asset class è più ragionevole e “tollerante” per il vostro profilo di rischio per raggiungere l’obiettivo finale. Che lo ripeto è diventare “nominalmente” milionari a 60 anni di età.
La tabella che segue è la dimostrazione lampante di quello che ho scritto e riscritto decine di volte nel mio libro: il rendimento di un investimento è importante, ma quello che conta è soprattutto il tempo che abbiamo a disposizione.
Prima cominciamo a risparmiare e investire e meno risorse saremo costretti a drenare in futuro dal nostro bilancio familiare. I mercati, obbligazionari oppure azionari, se lasciati lavorare, con pazienza ci daranno una grossa mano a convergere verso l’obiettivo nonostante capitali oggi inferiori a quelli necessari per raggiungere gli obiettivi.
Cosa emerge dunque dalla tabella riportata qui sopra?
- Cominciare a investire denaro per i nostri figli fin dalla nascita offrirà a loro un enorme vantaggio competitivo. Con poco più di 230 € ogni mese investiti a un rendimento medio annuo composto del 5%, garantiremo loro fra 60 anni un futuro da milionari. Milionari che saranno ancora più milionari passando da un asset allocation bilanciata (il 5% può essere considerato un rendimento attendibile per questo tipo di investimento) a una quasi interamente azionaria (il 7% annuo).
- L’impegno finanziario totale tra chi comincia a investire a 45 anni e chi a 20 è quasi doppio.
- Non fare nulla fino a 30 anni significa essere costretti a risparmiare (e investire) oltre 1.200 euro al mese per i 30 anni successivi se si vorrà arrivare a 1 milione di euro a 60 anni. Per un ventenne basta la metà della cifra. A un neonato sarà sufficiente una quantità di euro 10 volte inferiore (capito genitori?).
- L’effetto volano dei rendimenti è più importante su tempi lunghi. Quasi irrilevante su tempi brevi. Il range di valori tra chi in 60 anni ha ottenuto rendimenti del 3% – 5% – 7% su investimenti mensili di 232 €, va da 450 mila euro di montante finale fino a 2,4 milioni di euro. A 50 anni questo range si restringe a meno di 100 mila euro di distanza tra il rendimento centrale e i due estremi inferiore e superiore
- Il rischio conta tanto ed è simile tra obbligazioni e azioni se preso su tempi lunghi; è un azzardo poco utile se corso su tempi brevi quando la maggior parte dei giochi (il risparmio passato) sono fatti.
Una bell’esempio di FIRE italiano
L’articolo di oggi si pone del filone di contenuti dedicati prevalentemente a chi ambisce a raggiungere prima o poi l’indipendenza finanziaria.
Ma c’è chi questa indipendenza l’ha già catturata.
Personalmente ammiro moltissimo chi ha il coraggio di mettere nero su bianco le proprie idee ed esperienze finanziarie, soprattutto se confermate da fatti concreti.
È questo il caso di un amico lettore di lunga data di questo blog, Andrea Brandimarte, che nel bel libro di recente pubblicazione “Ho trovato l’America” , ha raccontato la sua esperienza di vita e di risparmiatore – investitore che l’ha portato a raggiungere la vera libertà finanziaria.
Ho fatto ad Andrea tre domande per capire come è arrivato a questo risultato e quali sono stati gli “ingredienti” segreti per arrivare alla meta tanto sognata:
- Andrea, cosa è per te la libertà finanziaria e come la stai vivendo oggi?
L’indipendenza finanziaria per me è la libertà di poter scegliere di fare solo i progetti che ritengo più interessanti con persone che stimo, senza essere ossessionato dagli aspetti economici di breve periodo ma avendo una prospettiva più di lungo termine. Inizialmente non è stato facile abituarsi a ragionare in questo modo e scrollarsi di dosso le vecchie abitudini, ma dopo quasi due anni sono sulla buona strada. Tutto questo è ben diverso dal cliché del milionario che sta in piscina tutto il giorno bevendo un mojito. Attualmente sto portando avanti un progetto in campo aziendale, in parallelo leggo tanti libri, faccio sport e progetti di beneficenza orientati alla scolarizzazione in Madagascar.
- Quali consigli ti senti di dare a chi oggi ha deciso di mettere l’indipendenza finanziaria come obiettivo principale della sua attività di “accumulatore” di ricchezza?
A mio avviso, la cosa più importante è il metodo, i risultati arriveranno di conseguenza. Bisogna essere disciplinati, avere tanta pazienza, continuare sempre a leggere ed a studiare. La finanza è facile nella comprensione ma difficile nell’esecuzione a causa dei nostri bias comportamentali. Se proprio devo dare un consiglio è sempre meglio, all’inizio, concentrarsi al massimo su stessi e sul proprio “capitale umano” cercando di aumentare il proprio reddito senza esagerare con le spese e ridurre al minimo i debiti. Un aspetto molto importante che va sottolineato è la regola del 4%, anche se hai un milione di euro in banca, in realtà devi entrare nel mind set che hai a disposizione annualmente “solo” 40 mila euro, al quale dovresti anche sottrarre le tasse, non sei una persona ricca ma solo fortunata.
- Pensi sia ancora possibile, oggi in Italia, poter ambire al raggiungimento della libertà finanziaria?
Sono espatriato dall’Italia nel 2013, non conosco bene la situazione attuale sotto il profilo lavorativo, probabilmente con gli stipendi attuali italiani e l’inflazione corrente credo sia molto difficile. Se è possibile, per raggiungere l’indipendenza finanziaria, consiglio di andare a lavorare all’estero anche per un breve periodo. Ad ogni mondo, avere una buona educazione finanziaria penso che aiuti a vivere meglio e con meno stress.
Grazie Lorenzo per questa breve intervista. Se permetti vorrei approfittarne per farti i complimenti per il blog che seguo da tantissimi anni ed è stata una risorsa molto importante nel mio percorso.
Ringrazio Andrea per la sua testimonianza (e per i complimenti) perché è sempre piacevole interagire con una persona che ha raggiunto la vera indipendenza finanziaria, perfettamente consapevole delle difficoltà e della necessità di continuo aggiornamento necessario per mantenere una grandissima “fortuna” guadagnata sul campo.
Buon investimento.