La società di consulenza finanziaria americana GMO ha fatto nelle settimane scorse un gioco molto carino.
Ha simulato per due persone un approccio di investimento esattamente uguale. Joe e Jane partono entrambi con i versamenti a 25 anni e vanno avanti per 40 anni di lavoro. Joe e Jane hanno lo stesso salario e la stessa crescita del salario. Le somme versate al fondo pensione sono esattamente identiche. Entrambi investono negli stessi identici asset finanziari partendo con un 90% di azionario fino a chiudere al 50%. I ritorni dell’investimento sono identici (8% nominale e 5% dopo aver sottratto l’inflazione e le commissioni di gestione dei fondi).
Alla fine del percorso però quando Joe va in pensione riscuote 590.000 $ mentre Jane si gode 880.000, ben 290 mila dollari in più. Ma com’è possibile questa cosa avendo ottenuto entrambi gli stessi rendimenti ed avendo adottato gli stessi piani di investimento?
La differenza sta nella partenza dei rispettivi piani. Joe è partito nel 1954 mentre Jane 13 anni dopo nel 1967. Non conta la media aritmetica dei rendimenti ottenuti, ma piuttosto la sequenza con cui sono ottenuti. Se Jane ha subito perdite più consistenti nella fase iniziale mentre Joe in quella finale ecco che il trucco viene svelato.
Con questo esempio voglio dire che adottare un corretto piano di investimento, essere metodici, automatizzare, ribilanciare il portafoglio, sono tutte pratiche correttissime ed importanti, ma a volte il fattore fortuna fa la differenza e questo non lo possiamo controllare né prevedere.
Spesso quando si fanno confronti storici si prendono dei valori medi o mediani e su questi si fanno delle stime. Peccato che con questo esempio vi ho dimostrato come la sequenza dei rendimenti fa la differenza.
Ecco perché quanto sento delle critiche circa la correttezza di investire soldi nell’attuale contesto finanziario dove azioni e bond sono troppo cari rispondo semplicemente che se l’investimento è di lungo periodo ciò che bisogna sperare è che la purga (anche pesante) arrivi nei primi anni dei versamenti, cioè quelli attuali per godere al massimo in quelli finali. Chiaro il concetto?
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Ottimo articolo che mette in evidenza un elemento molto importante per un piano di lungo periodo, ovvero che i prezzi di entrata contano anche nel lungo periodo.
Due tecniche per risolvere tale debolezza è il ribilanciamento periodico in ottica contrarian (comprare quando scende e vendere quando sale oltre valori fisiologici) e un Pac di lunghissimo periodo ( ovvero destinare ogni anno un ammontare fisso della quota di rispamio dell’anno al mercato azionario).