By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 23 Dicembre, 2015|

Interessante articolo del Financial Times che evidenzia ancora una volta quanto l’industria del risparmio gestito sa assecondare nel momento giusto i desideri e le paure degli investitori.
L’oggetto dell’articolo sono i cosiddetti fondi “Unconstrained”, ovvero quei prodotti prevalentemente id natura obbligazionaria che esplosero in termini di popolarità nel 2013 quando Bernanke annunciò l’avvio del tapering, ovvero la rimozione degli stimoli monetari. A quel punto ogni investitore cominciò a temere il rialzo dei tassi e soprattutto consistenti perdite sui bond in portafoglio. Ecco allora che il marketing finanziario arrivò in soccorso proponendo prodotti “No limits” che potevano investire su qualsiasi tipo di mercato obbligazionario, scopo raggiungibile utilizzando anche l’ampio spettro della duration che in alcuni casi poteva anche diventare negativa.
Che bel mondo! Un gestore esperto prende i nostri soldi e li gestisce sapientemente traghettandoci fuori da questo incerto periodo per il mercato obbligazionario. Accidenti chissà perché negli ultimi 50 anni nessuno aveva mai pensato a questo prodotto, ma ora ingegneri algoritmi sapranno sapientemente utilizzare tutte le armi (e le conoscenze) a loro disposizione facendovi passare indenni questo brutto momento.

Lipper ha stimato che nel 2013-2014 quasi 90 miliardi di dollari entrarono su questo mercato come il grafico seguente, una vera corsa al nuovo Eldorado finanziario.

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Peccato che le previsioni sui tassi sono state cannate da allora in modo sistematico e questi fondi non hanno risposto in modo adeguato, tradotto per i comuni mortali hanno bruciato soldi.

Gli investitori si sono visti sventolare sotto il naso il solito messaggino che dice, occhio che per ogni punto di rialzo dei tassi su un fondo Global Aggregate Bond perderai circa il 5%. Peccato che anche quest’anno gli Unconstrained perdono lo 0,3% a fronte di un Global Aggregate Bond che guadagna lo 0,4% (senza considerare il cambio). Se a questo aggiungiamo che spesso e volentieri l’accesso al club dei fondi unconstrained è più caro dei vecchi e demodè Global Aggregate, il gioco è fatto. Qualcuno però deve essersi risvegliato finalmente dal torpore cominciando a liquidare questi prodotti.

Come sempre è questione di educazione finanziaria. Quello che farà la differenza nei prossimi mesi ed anni sarà la velocità di rialzo dei tassi, non il semplice movimento verso l’alto. Se questo sarà molto lento e moderato i danni sui portafogli obbligazionari saranno modesti se non nulli con la pur bassa componente cedolare che in parte compenserà e smusserà i ribassi di prezzo.

Speriamo che questo serva a mettere definitivamente in soffitta gli Unconstrained ma temo che dopo il rialzo dei tassi americani a dicembre torneranno in auge, magari con qualche nuovo e accattivante nomignolo.

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