La diversificazione, come ben sappiamo, è uno dei pochi pasti gratis a disposizione degli investitori, ma trovare quella giusta è un pò come trovare il Sacro Graal. Mi dispiace deludervi ma semplicemente la diversificazione perfetta non esiste e il sito Kitches.com lo spiega in modo chiaro con questo post.
Non esiste intanto perchè le asset class che inseriamo nei nostri portafogli non hanno comportamenti simmetrici in ogni situazione, ma subiscono movimenti di intensità diversa a seconda dello scenario di mercato nel quale ci troviamo.
Ad esempio la deflazione fa più male alle commodities di quanto è positiva l’inflazione per le stesse materie prime. I bond governativi sottoperformano i corporate bond in un ambiente di robusta crescita, ma fanno decisamente meglio durante le recessioni.
Un’inflazione modesta non fa danni all’azionario, mentre inflazione elevata o deflazione ne fanno eccome.
Questi sono solo esempi, ma tanti altri fattori possono incidere sul risultato finale di una certa asset class. Il punto è che anche costruendo un portafoglio composto da tante componenti ci troveremo sempre di fronte a comportamenti diversi a seconda di un contesto economico che purtroppo non possiamo prevedere a priori.
Mettere più uova nel paniere è la scelta migliore e, come vediamo nell’infografica riportata sopra, a seconda dello scenario di mercato troveremo luci verdi e luci rosse accese simultaneamente. Essere diversificati è proprio questo, avere buoni ammortizzatori che permettono di limitare le perdite nei momenti difficili. Lo specchio di questa affermazione è però anche quello di ottenere guadagni inferiori nei momenti positivi. E’ il classico prezzo da pagare per avere un portafoglio efficiente.
Un buon esempio per capire che le cose non sono così semplici come qualcuno spesso tende a spiegare in modo superficiale, è quello che Michael Kitces esprime su obbligazioni corporate e governative.
Storicamente le due asset class hanno correlazioni basse, ma positive, al mercato azionario. Per i corporate 0.22, per i bond 0.09. La bassa correlazione dei bond governativi alle azioni si riflette anche in un rendimento medio storico inferiore, 5,6% contro 6%.
Questi sono valori medi che cambiano però a seconda del contesto di mercato. Come si vede dal grafico in fasi rialziste i bond corporate performano meglio dei governativi con una correlazione in linea con la media. Se però entriamo in bear market i governativi vincono la sfida dei rendimenti, ma è la correlazione a subire un netto cambiamento. Mentre quella dei corporate all’azionario rimane pressochè identica, quella dei titoli di stato si azzera.Ecco che come vediamo la diversificazione non ha lo stesso significato (e risultato) in contesti di mercato diversi.
Quel rendimento inferiore delle obbligazioni governative altro non è che il prezzo da pagare per avere a disposizione un prodotto decorrelato dall’azionario. Lo stesso si può dire di altre asset class che tendenzialmente potrebbero andare bene per certi scenari e meno bene in altri.
Il consiglio è sempre quello. Creare asset allocation diversificate ma non troppo frammentate. L’efficienza non si trova inserendo paginate di prodotti, ma miscelando nel giusto modo le principali asset class. La semplicità non vi darà sorprese negative perchè possiamo tendenzialmente prevedere causa ed effetto di ogni nostra scelta. Nella complessità questo non è possibile perdendo così il controllo degli investimenti.