Per ovvi motivi di semplificazione, nelle nostre simulazioni adottiamo spesso un valore di rendimento annuo composto (Cagr) stimando che lo stesso rimanga costante per tutto il tempo. Quando però si costruisce un portafoglio di investimento non basato su un singolo titolo o su un paniere di titoli con cedola fissa/zero coupon (i quali offrono una certezza di rendimento lineare fino alla scadenza), ragionare come se si ottenesse ogni anno un rendimento identico per determinare un montante finale non necessariamente determina un risultato corretto. Le delusioni (o le sorprese) potrebbero essere dietro l’angolo.
Il motivo è ovvio. Durante gli anni si registrano fenomeni di volatilità che fanno salire o scendere il valore del portafoglio, influenzando la macchina della capitalizzazione composta ed il suo output finale.
A questo tipo di problema ha dato evidenza questo post http://gersteinfisher.com/viewpoints/when-is-a-7-return-not-a-7-return-answer-most-of-the-time/ .
Se infatti un 7% costante di un investimento mantenuto per 25 anni genera un montante finale di 542 mila $, inserendo un fattore di volatilità del 14% e facendo girare 5 scenari diversi (con la volatilità che si concentra in diverse fase del periodo) otteniamo risultati molto diversi.
Il quintuplicare il capitale dell’esito lineare potrebb invece e tradursi nel semplice raddoppio dopo 25 anni e questo nonostante un Cagr del 7% annuo. Le due linee azzurra/blu subiscono la volatilità non come fattore amico, ma come fattore nemico. Viceversa, la linea arancio, a parità di rendimento e volatilità vede il capitale diventare otto volte più grande.
Il fattore cruciale è in quale punto del percorso si manifesta la volatilità maggiore dei rendimenti. Un elemento che ovviamente non possiamo controllare né conoscere a priori.
Se le perdite maggiori si concentrano nella fase iniziale (ricordiamoci che questa simulazione è fatta con un investimento secco e non con piani di accumulo) è chiaro che l’effetto capitalizzazione composta lavora con una base imponibile più bassa dispiegando i suoi effetti in modo molto sfumato nel tempo. Questo è evidente, se perdo il 50% nei primi 5 anni, i forti recuperi degli anni successivi andranno a giocare su un capitale imponibile più modesto.
Viceversa, se l’investimento gode di tassi di ritorno molto alti nelle fasi iniziali, le perdite successive saranno assorbite in maniera più consistente da una capitalizzazione composta che ha arricchito e di parecchio il montante nelle fase precedenti.
Tutte considerazioni che devono tenere presenti coloro che vanno in pensione e decidono di utilizzare il risparmio accumulato come strumento di riserva per gli anni che rimangono. Perdere tanto e subito pregiudica, a parità di rendimento, la percentuale prelevabile ogni anno dal proprio zainetto per mantenere il tenore di vita previsto. Ecco perché si consiglia di ridurre la volatilità potenziale del portafoglio nello stadio avanzato della vita.
Esiste un antidoto contro questi rischi di volatilità dei rendimenti e quindi del montante finale?
Sì e non necessariamente si tratta di un rischio minore. L’orizzonte temporale e la distanza dal raggiungimento degli obiettivi ha un peso notevole, ma è soprattutto la diversificazione a giocare un ruolo chiave.
Investendo nelle principali asset class come azionario, obbligazionario, Reit, ecc… viene preclusa fin da subito la scommessa e quindi di vivere con il “tanto bene o tanto male” i prossimi periodi di investimento. A quel punto il nostro rendimento medio di portafoglio subirà sì oscillazioni ma in maniera più contenuta in termini di volatilità.
Comunque sia, quando si parte con un piano di investimento, è sempre opportuno fare più di una simulazione non solo sul rendimento finale, ma anche sui possibili scenari di volatilità. Meglio evitare cattive sorprese.
esiste un software o sito dove poter simulare i rendimenti e volatilità come è riportato nel grafico e nel post?
Esiste un sito dove si possono simulare i vari ritorni di un ipotetico investimento come riportato dal grafico?