L’articolo di oggi descrive un gioco molto semplice. La data è quella del 31 dicembre 2019 e ci viene regalata la possibilità di conoscere in anticipo tutti gli eventi che si verificheranno fino al 20 febbraio 2023.
Possiamo fare tutto quello che vogliamo con i nostri investimenti sulla base di informazioni che altri neanche immaginano.
Il sogno di poter conoscere in anticipo il futuro
Quante volte abbiamo sognato di viaggiare avanti nel tempo, anche solo per qualche ora, per scoprire in anticipo la combinazione vincente del Totocalcio (per gli appartenenti alla generazione X e Boomers), oppure di conoscere la sequenza vincente del Superenalotto?
Tante. E tante sono state le volte in cui la nostra mente è stata attraversata da pensieri finanziari malsani (del tipo vendo questo e compro quest’altro) a causa di eventi esterni, quasi sempre drammatici, che consigliavano una risistematina al portafoglio.
Tante sono state anche le volte in cui stavamo per cedere di fronte a qualche tesi convincente di una Cassandra qualsiasi che, dati storici alla mano, ci stava dimostrando che i mercati sarebbero certamente crollati domani.
Abbiamo adesso la fortuna di poter fare un esperimento molto semplice conoscendo già le risposte. E chiederci, in tutta onestà, se la nostra previsione sarebbe risultata corretta.
La rivelazione di quello che sarebbe successo dal 2020 a oggi
Siamo dunque investitori che il 31 dicembre 2019, dopo cinque anni di investimento in 10 ETF azionari e obbligazionari, durante una travagliata nottata hanno avuto una rivelazione: gli eventi più importanti e drammatici che colpiranno il mondo dal primo gennaio 2020 a oggi.
Con una piccola eccezione. Non potremo sapere in anticipo come si muoveranno i mercati finanziari.
La prima “bella” notizia che ci viene comunicata è che si comincia con una pandemia globale a inizio 2020 che durerà almeno fino al 2022, chiudendoci in casa a lungo, costringendoci a lavorare tra le mura domestiche, bloccando attività produttive, bar e ristoranti, impedendoci di trascorrere le vacanze all’estero perché i confini sono serrati.
L’economia mondiale, anche a causa del Covid, entrerà in recessione e le banche centrali saranno costrette a portare i tassi di interesse ancora più giù nel tentativo di rianimare una domanda evaporata.
Sappiamo anche che l’inflazione comincerà lentamente a risalire nel 2021 per esplodere oltre il 10% annuo in tutta l’Europa. La Federal Reserve, nel tentativo di arginare l’inflazione, porterà i tassi al 5% e la BCE oltre il 3%. Sempre la BCE interromperà progressivamente il programma di acquisto dei BTP italiani e Giorgia Meloni nel 2022 diventerà Presidente del Consiglio.
Nel frattempo scoppierà ad inizio 2022 una guerra che potrebbe allargarsi su scala globale. La Russia invaderà l’Ucraina arrivando alle porte di Kiev. Nel frattempo, la Cina si farà sempre più minacciosa verso Taiwan e Bitcoin vedrà il suo prezzo collassare di oltre il 60% con fallimenti a catena di numerose aziende del settore.
Domanda: Cosa avremmo fatto di fronte a queste performance conoscendo il futuro?
Questo è il nostro portafoglio di ETF alla data del 31.12.2019 con le performance accumulate nei cinque anni precedenti.
Ben otto investimenti hanno guadagni in doppia cifra, quattro superano il 40% di guadagno, due addirittura il 60%.
Gli investimenti più sicuri, quelli monetari e obbligazionari, sono quelli che stanno guadagnando meno.
Il rapporto prezzo utili misurato dal celebre Cape di Shiller supera quota 30; le borse americane non sono affatto a buon mercato.
Cosa avremmo fatto in quel momento, onestamente, conoscendo tutte le sciagure che sarebbero piovute addosso di lì a pochi giorni su geopolitica, salute, economia?
Probabilmente avremmo portato a casa un po’ di profitto (pagando quindi le tasse allo Stato sui guadagni), scaricando una parte degli investimenti azionari per trovare rifugio sul conto corrente oppure sui BTP o sui conti deposito. Forse avremmo comprato un pizzico di oro e pure qualche Bund a tasso negativo sul timore che la finanza mondiale possa collassare.
Cosa sarebbe successo non facendo assolutamente nulla
Ecco cosa sarebbe invece successo rimanendo fermi immobili, senza compiere nessuna operazione finanziaria.
L’azionario ha amplificato i guadagni al rialzo. L’obbligazionario ha perso ancora più soldi.
I due ETF azionari (globale grandi capitalizzazioni e globale piccole capitalizzazioni) che dopo 5 anni avevano guadagni superiori al 60%, dopo 8 anni e qualche mese offrono una performance in tripla cifra. Altre tipologie di investimento azionario (immobiliare, emergenti) sono praticamente invariate.
Delle scelte di investimento difensive che avremmo “razionalmente” preferito in quel momento (conoscevamo in anticipo il futuro), solo l’oro ha ripagato raddoppiando la performance. Tutto il resto è stato un disastro, ma è andata anche peggio.
Già, perché conoscendo il futuro sapevamo che l’inflazione sarebbe salita nel periodo incriminato del 18%.
Tradotto in numeri, le perdite reali su tutto quello che logica avrebbe dovuto essere difensivo e ideale per quel periodo hanno superato il 20%. Riguardo a questo aspetto non serve prevedere il futuro per sapere che finirà sempre in questo modo per tutto quel denaro tenuto sotto il materasso oppure sul conto corrente.
Anche comportamenti teoricamente “corretti” di gestione del rischio, come i ribilanciamenti e il tradizionale investimento bilanciato, avrebbero toppato clamorosamente in questo periodo; ma in questo caso i danni provocati dal ribilanciamento oppure dal mantenimento di un approccio equilibrato rispetto ad un’uscita massiccia dall’investimento azionario per andare altrove sarebbero stati limitati rispetto a quelli provocati dall’iniziativa personale.
Questo esercizio non è infallibile. Poteva andare a finire esattamente come ci aspettavamo. E ci saremmo sentiti dei guru della finanza per qualche mese ancora prima di fare un bagno di sano realismo ritornando con i piedi per terra.
Con la prospettiva sicura di ben due mercati “orso” credo che difficilmente qualche investitore avrebbe scommesso di trovarsi dove ci troviamo ora. E probabilmente in tanti avremmo avuto la tentazione di prendere la direzione opposta schiacciando il bottone del compra e vendi.
Il breve periodo uccide anche il grande vantaggio di conoscere del futuro
Tutta questa analisi ha un grande limite. Essere concentrata su “appena” tre anni. E tre anni per un investimento sono un soffio se il nostro scopo finale è far crescere il nostro denaro.
In tre anni può succedere di tutto. Mercati azionari che diventano ancora più cari oppure che crollano senza motivo (la volatilità sta qui sempre a ricordarci che questa possibilità esiste). Oppure tassi di interesse che diventano ancora più bassi o che si impennano a causa di quell’inflazione che la maggior parte degli “esperti” dava per estinta.
I mercati fanno continuamente passi avanti e passi indietro.
Negli ultimi 100 anni di storia della borsa americana (è un limite lo so, ma questi sono i dati più attendibili che abbiamo) i passi avanti sono stati superiori a quelli indietro, distribuendo i rendimenti in certe zone ben precise senza disdegnare qualche escursione estrema. Positiva o negativa.
Sappiamo con elevata probabilità dove potrebbe cadere la performance delle borse nel 2023, ma non ne abbiamo la certezza.
Il miglior strumento per prevedere il futuro
Anche ammettendo di conoscere in anticipo gli eventi più significativi dei prossimi anni, non avremo una probabilità in più di azzeccare il miglior investimento possibile rispetto a chi è completamente ignorante in materia.
Avere ben chiaro in testa dove e come vorremmo arrivare all’obiettivo con il nostro piano finanziario è quello che conta veramente.
Ecco perché la diversificazione (ovviamente quella fatta bene e costruita secondo logiche ben precise) è il miglior strumento a nostra disposizione per prevedere il futuro.
Lo so, sono noioso e non vi faccio sognare, ma è mio dovere raccontarvi la verità senza gonfiare il petto facendo il tuttologo.
Avremo sempre nella nostra scuderia qualche cavallo vincente e qualche altro un po’ meno vincente, questo è inevitabile. Ma non saremo mai in balia di sorprese e soprattutto eventi inattesi.
Ecco spiegato il perché ha veramente poco senso per il benessere dei nostri risparmi preoccuparci, oppure seguire con apprensione notizie che, gonfie di drammaticità e pessimismo, difficilmente avranno conseguenze significative sui nostri investimenti nel lungo periodo come hanno dimostrato gli ultimi tre anni.
Se non siamo trader, ma investitori (veramente) di lungo periodo, la cosa migliore che possiamo fare è caricare armi e bagagli sulla nostra barchetta finanziaria, tracciare la rotta con il pilota automatico e correggerla solo quando serve e di pochi gradi. Se all’orizzonte prevediamo l’arrivo di una tempesta, chiudiamoci in cabina con qualche pastiglia per il mal di mare leggendo un buon libro; la barca è garantito, non si ribalterà.
Godere il tanto o poco di buono che il viaggio avrà da offrirci è il nostro obiettivo. Non conoscere il futuro porta con sé il piacere della scoperta e un briciolo di eccitazione. Mettendoci così sullo stesso piano (anzi su un piano superiore quanto a emozioni) di guru e intelligenze artificiali varie.
Buon investimento.