Ricerca di Norges Bank molto interessante sul premio al rischio offerto dal mercato azionario nella storia dell’ultimo secolo di mercati finanziari.
Dal 1900 al 2014 le borse americane hanno permesso ad 1 dollaro investito in azioni di generare un rendimento 38 volte più alto di un’obbligazione governativa a lunga scadenza e 120 volte più ampio di un prodotto governativo a breve termine. Pur in condizioni di volatilità molto diverse, l’azionario ha offerto un rendimento superiore di 4.5% all’anno rispetto alle obbligazioni e di 5.7% annuo rispetto alla liquidità. Questo differenziale si chiama premio per il rischio, ovvero quanto il mercato riconosce a coloro che hanno deciso di sopportare la volatilità dei rendimenti, quindi il rischio di trovarsi in perdita durante il periodo dell’investimento.
Credo che il significato di un investimento azionario sta tutto qui. Sono disposto a correre rischi per avere questo premio? Se sì allora è un mercato che fa sempre per me, se no meglio lasciare perdere ed accontentarsi.
Avete mai partecipato ad un gioco in cui rischiando poco guadagnate di più dei vostri avversari? Non credo e in fondo è giusto così. I mercati dei capitali riconoscono ovviamente premi maggiori a coloro che rischiano denaro in modo intelligente e nelle società giuste. Le aziende efficienti vanno avanti, fanno affari, utili e dividendi. Quelle decotte no.
La stessa logica andrebbe adottata quando si decide di investire denaro. Una parte di questo (e ripeto una parte) dovrebbe essere indirizzata sui mercati azionari in modo diversificato per cercare di ottenere una remunerazione maggiore capace di far crescere il capitale più velocemente.
Ed allora ecco che in qualsiasi luogo del mondo deciderete di investire la tabella riportata qui sotto vi dice che mediamente il vostro rischio sarà destinato ad essere ripagato in modo considerevole rispetto al mercato obbligazionario e della liquidità.
Non tutti i mercati sono uguali, non tutti i periodi storici sono uguali, ma per chi ha davanti tanti anni di investimento mi chiedo quale possa essere la ragione che spinge un investitore a perdere per strada questa opportunità.
Certo Archeowealth, ma se poi entro sui massimi e mi becco correzioni come quella del 2000 o del 2007? Se (e se mai azzeccherete proprio quel momento) sarà questo lo scenario, allora vi ritroverete come coloro che nell’arco di 10 anni hanno comprato azioni senza vedersi riconosciuto un premio al rischio. Non sarà un dramma.
I casi estremi degli anni ’20 hanno consegnato alla storia premi al rischio negativi fino al 6%, mentre l’alba del ventunesimo secolo ha consegnato premi al rischio pressochè assenti. Se però fate questo ragionamento in negativo lo dovete specularmente fare in positivo; ricordatevi anche che ci sono stati picchi fino al 18% di premio al rischio riconosciuto dal mercato a chi possedeva azioni. Facciamo una media attorno al 5% e non se ne parli più.
L’azionario è stato e rimarrà il vero motore di crescita del capitale investito. Certamente prima o poi darà qualche cocente delusione di breve periodo, e infatti è un errore scommettere tutta la posta su di esso. Ma altrettante grande errore è non dedicargli neanche un briciolo di attenzione. Equilibrio e buon senso…come sempre.
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inoltre aggiungerei che il rischio di comprare sul massimo e rimanervici incastrati può essere mitigato dal PAC…