Il 2018 è un anno seriamente a rischio di chiusura negativa sugli indici azionari ed obbligazionari. In termini di performance trimestrali rolling è già accaduto quest’anno che bond ed azioni vantassero performance negative e Vanguard puntuale ha fornito una serie di riscontri statistici interessanti focalizzati sul mercato americano proprio su queste due asset class.
Negli ultimi 30 anni (+ primo trimestre 2018) gli indici Msci Usa e Bloomberg Barclays US Aggregate Bond sono stati monitorati nelle loro chiusure mensili. In 363 il bilancio mensile negativo per l’azionario è arrivato 126 volte (34% dei casi), mentre per l’obbligazionario 112 volte (il 31% dei casi). Stupiti vero dal fatto che equity e bond hanno avuto la medesima frequenza di perdite mensili?
Certamente quello che è cambiato è stata l’intensità del calo. La perdita media per il mercato azionario è stata del 3.3% mensile, per l’obbligazionario lo 0.7%.
Ci sono stati 47 casi in cui bond ed equity hanno perso valore in simultanea durante un mese (il 13% dei casi), che diventano 25 su un arco temporale trimestrale (il 7%). L’aspetto interessante dello studio di Vanguard è legato al fatto che questi eventi accadono in qualsiasi ambiente di crescita economica come di inflazione o politica monetaria.
L’aspetto statistico più interessante dalla vicenda viene dalla mediana dei ritorni reddituali a distanza di 12 mesi da quando gli eventi di perdita mensile simultanea bbi di bond e azioni si verificano in simultanea. Rendimento mediano percentuale di +12.1% per l’azionario un anno dopo, +8.1% per i bond.
Perché tutti questi numeri e quali significati possiamo estrapolare da essi?
Intanto premettiamo che non possiamo formulare delle previsioni certe per il futuro, ma stimare delle probabilità questo sì.
Lezione 1: il percorso dei rendimenti azionari ed obbligazionari nel breve periodo è randomico, spesso e volentieri similare per intensità. Fare scelte di investimento sulla base del breve periodo (e questo lo conferma) assomiglia molto al lancio della monetina.
Lezione 2: gli scenari di mercato possono cambiare ed apparentemente essere favorevoli ad un asset rispetto ad un’altra, eppure abbiamo visto casi di perdita di valore per bond ed azioni nello stesso mese in contesti di mercato molto diversi. Anche qui il breve periodo ed il disegno tattico di scenari vari risulta piuttosto inutile per formulare ipotesi di investimento.
Lezione 3: l’intensità dei cali è diversa. I bond hanno funzione di protezione dall’inflazione e di difesa del capitale nei momenti difficili. Le azioni hanno la funzione di crescita del capitale a tassi di rendimento ben superiori a quelli dell’inflazione. Ovviamente più rendimento = più rischio ed ecco che nel breve periodo le probabilità di perdere ci sono tutte.
Lezione 4: investire quando si assiste a degli scivoloni di prezzo è sempre una buona idea per chi vuole investire nel lungo periodo. Le probabilità di recuperare ed aumentare il capitale nell’arco di qualche anno sono elevatissime, ma attenzione questo vale per indici ben diversificati e di respiro mondiale. Sulle singole scelte settoriali o geografiche o di stile questa lezione potrebbe non essere così efficace.
Un aspetto centrale è come ben sapete quello delle aspettative.
Una cosa che ho imparato dall’analisi dei dati storici è certamente la necessità di averli e saperli leggere, ma è altrettanto vitale non generare attese di rendimento su di essi. Quando obbligazioni ed azioni quotano a livelli di valutazione particolarmente elevati come in questi anni, pensare a piani di investimento con i numeri estrapolati dal passato più o meno recente è vivere fuori dalla realtà.
Il mondo obbligazionario già ora ci sta comunicando i ritorni dei prossimi 10-15 anni, quella azionario è più oscuro, ma pensare di avere ritorni a 10 o 20 anni come quelli visti dalla fine del secolo scorso appare piuttosto utopico. Ragionare invece sui valori di rendimento ventennale dell’ultima decade (vedi grafico) che hanno raccolto gli investitori mi pare una scelta decisamente più saggia per creare un piano di investimento con aspettative ragionevoli.
Societè Generale ha quotato su Borsa Italiana alcuni benchmark Certificates senza scadenza con sottostanti indici azionari. La cosa interessante è che a livello fiscale le eventuali plusvalenze sono compensabili come redditi diversi con eventuali minus pregresse. Cosa ne pensate di questi strumenti? Mi pare che scambino pochissimo, i costi non sono esplicitati e la valutazione CONSOB è di “prodotti complessi”. A quali rischi (aggiuntivi rispetto al sottostante) posso andare incontro? Grazie
L’ha ribloggato su Caccia ai Dividendi!.
Potete chiarire il concetto “I bond hanno funzione di protezione dall’inflazione…”. Non dovrebbe essere vero il contrario? Grazie.