By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 28 Ottobre, 2022|

Non è la prima volta che la mia passione per il ciclismo si intreccia con il mondo della finanza personale. E non sarà nemmeno l’ultima, visto che ritengo questo sport uno tra quelli più sovrapponibili al comportamento che adottiamo individualmente durante la pratica dell’investimento.

Tra le cose che il ciclista medio considera più fastidiose mentre pedala, ci sono sicuramente quegli improvvisi e ripetitivi rumorini che provengono da qualche parte della bicicletta. Essendo io un classico ciclista medio, concordo. Soprattutto perché quasi mai capisco da dove viene il fastidioso rumore.

Un cigolio, uno sfregamento, il grattare della catena contro qualcosa che non si vede. Una musica di sottofondo che annulla la magia di un bel tour ciclistico. La prima reazione è quella di trovare al volo una soluzione fai da te.

Comprendere il problema da soli è difficile, risolverlo pure

Se è il pedale che rumoreggia, allora cerco di muovere in maniera innaturale il piede confidando in una improbabile soluzione (e per qualche secondo l’illusione ci rende felici).

Se è il gruppo dei pignoni il responsabile, il tentativo classico è quello di cambiare rapporto freneticamente. Rapporto più duro uguale una fatica bestiale; più agile uguale saltare sulla sella con frequenze di pedalata assurde. Noi ciclisti facciamo di tutto pur di azzerare il rumorino, ma ormai il tarlo è entrato nel nostro cervello e al  ritorno a casa, snervati, avremo tre opzioni.

La prima. Se ne andrà sicuramente da solo. Una bella spruzzata di olio lubrificante e quel rumorino non identificato passerà. Soluzione tra le più gettonate che quasi mai ha successo.

La seconda. Tento di fare da solo dopo aver smanettato su praticamente ogni parte della bici. Spesso se non si è esperti si fanno ancora più danni.

La terza. Andare dal meccanico cercando di spiegare cosa succede. E ovviamente quando arrivi a destinazione il cigolio scompare. Rimane comunque la soluzione che risolve quasi sempre il problema.

Questo comportamento del ciclista medio è molto simile a quello che accade nella nostra vita di investitore, secondo me. Vi spiego perché.

Quei rumori che fanno male ai nostri investimenti

Perché il giorno dopo, il mese dopo, l’anno dopo aver costruito e messo in pratica un ottimo piano finanziario, acquistando gli strumenti che reputiamo giusti a basso costo e diversificati, la nostra felicità che sfiora quasi la pace dei sensi viene turbata giorno dopo giorno dall’inquinamento di rumori mediatici che bombardano ottimismo e convinzione di aver fatto le cose giuste.

C’è un virus e bisogna essere prudenti. C’è la guerra e l’inflazione distruggerà i nostri investimenti. C’è il debito pubblico e arriva una patrimoniale sul conto corrente. Arriva la recessione allora meglio vendere le azioni. Mai una gioia insomma.

Televisioni, social media, amici, tutto congiura contro di noi e crea quel rumorino di sottofondo che con tutta la buona volontà cerchiamo di scacciare. Ma purtroppo continua a segarci i nervi, giorno dopo giorno, mettendo in dubbio le nostre scelte di investimento. E il nostro viaggio finanziario diventa meno piacevole.

Se abbiamo ricevuto un buon livello di educazione finanziaria, dovremmo essere ormai consapevoli che la maggior parte delle notizie economico-finanziarie che leggiamo sui magazine o ascoltiamo sul web o in tv sono inutili per i nostri obiettivi di investimento. Non danno nessun valore aggiunto fondamentalmente per due motivi.

Perché le notizie economico-finanziarie quasi mai danno valore aggiunto ai nostri investimenti

Il giornalista o il divulgatore di turno ogni giorno deve trovare temi nuovi e interessanti in grado di creare audience o attirare clic.

Spesso le notizie sono orientate alla negatività, altre volte sono palesi marchette pubblicitarie.  In ogni caso l’interesse di chi trasmette notizie non è quasi mai allineato al nostro. Salvo quando cerca di fare un po’ di sana educazione finanziaria libera da ogni conflitto di interesse. Ma parliamo di casi isolati, purtroppo.

I media finanziari parlano di prodotti perché ricavano soldi con la pubblicità, ma hanno anche interesse a mantenere buoni rapporti con chi chiede di divulgare informazioni su quegli stessi prodotti perché in cambio possono ottenere materiale che può alimentare nuove storie editoriali.

E poi, diciamocela tutta. Un articolo dove si dice che per investire efficacemente basta acquistare degli ETF a basso costo diversificando a livello globale non verrebbe letto da nessuno.

Molto meglio raccontare che il tal fondo ha la capacità di cavalcare ogni scenario di mercato grazie alla grande competenza di un manager pluripremiato nel passato. Se in questa notizia troviamo poi la conferma di alcuni concetti fossilizzati nella nostra mente (bias di conferma), il gioco è fatto.

Il secondo motivo per il quale frequentare con troppa assiduità i media finanziari non ci offre grandi benefici è che stimola l’iperattività.

Ci costringono a mettere in discussione le nostre scelte, ci portano a mettere in campo soluzioni che dicono essere migliori. E così, vai pure di costi aggiuntivi causati da operazioni inutili, perdita di tempo e abbandono della strada maestra fino alla prossima delusione.

William Bernstein, l’autore de “I 4 pilastri dell’investimento”, ha scritto:

il 99% di quello che leggiamo sugli investimenti nei magazine e il 100% di quello che ascoltiamo è peggio che inutile

Non tutto è da buttare però

Non sono completamente d’accordo con Bernstein. Esistono giornalisti e autori che si occupano di soldi e investimenti che ritengo degni di essere letti. Lo stesso vale per ottimi analisti finanziari che mettono tutto sotto una luce probabilistica e non assolutista. Nella stragrande maggioranza dei casi però gli interessi di chi ricerca la notizia a tutti i costi non sono (e non saranno mai) allineati ai nostri.

I rumorini della bicicletta diventano purtroppo rumorini nella nostra mente. Continuamente sollecitata nell’era dell’informazione disponibile ovunque e in tempo reale, il nostro cervello da investitore medio ad un certo punto non può che scegliere una delle tre soluzioni disponibili.

Tre soluzioni di fronte al “rumore mediatico” della finanza

La prima. Evitare di ascoltare o leggere notizie economico-finanziarie confidando sul tutto passerà.

Obiettivamente una soluzione oggi praticamente impossibile da praticare. Una trentina di anni fa, ancora lontano dall’era del sempre connessi, facevo l’impossibile per non incontrare, ascoltare, interagire con nessuno dopo aver registrato su VHS o DVD la tappa alpina del Tour de France o la partita di calcio della mia squadra (il Bologna e lo so ognuno ha la sua croce) che non avevo potuto vedere. Nonostante il cambio di percorso al ritorno a casa, il distacco del telefono, l’abbassare lo sguardo di fronte ai sottotitoli sportivi del TG, accadeva sempre qualcosa che distruggeva il mio piano quasi perfetto. Figuriamoci oggi quanto è difficile evitare di conoscere una notizia con Google News che nella sezione “per te” ci ricorda tempestivamente cosa ci siamo persi tra i nostri interessi.

Se la prima soluzione non è praticabile (salvo diventare monaci trappisti), la seconda soluzione prevede di essere forti psicologicamente. Lasciandoci scivolare addosso il fiume di negatività o di tentazioni che spesso contraddistingue queste notizie. Il problema è che il pessimismo è seducente, l’ottimismo no.

Come scrive Morgan Housel nel suo libro “La psicologia dei soldi”:

il pessimismo suona più intelligente e più plausibile dell’ottimismo. Dite a qualcuno che andrà tutto bene e probabilmente vi guarderà storto o con scetticismo. Ditegli che è in pericolo e avrete la sua attenzione completa. E siccome il denaro è ovunque, gli eventi negativi legati al denaro tendono a influenzare tutti e ad attirare l’attenzione di tutti. Il progresso avviene troppo lentamente per farci caso, mentre le battute d’arresto accadono troppo in fretta per poterle ignorare.

Questa seconda soluzione richiede quindi un alto livello di autocontrollo e preparazione, difficile da trovare anche tra gli stessi professionisti del settore.

Per diventare bravi meccanici di bicicletta serve pratica e studio. Lo stesso anche nel campo della gestione del nostro comportamento di investitore.

Solamente se non siamo in grado di autogestire le nostre azioni impulsive, entra in campo la terza soluzione.

Affidarsi a un terzo attore competente e dalla capacità di giudizio indipendente. Se l’obiettivo del meccanico è semplicemente scovare e eliminare il fastidioso rumorino, l’obiettivo di un consulente finanziario sarà quello di spiegare all’investitore perché le scelte pianificate sono corrette e, se non lo sono, cosa dobbiamo fare per migliorarle.

Perché il rumorino in fondo è utile

In ogni caso quel rumorino fastidioso che si è palesato all’improvviso ha una sua utilità. Mette in luce un problema. Irrilevante o grave non importa. Ci ha ricordato che nulla rimane perfetto in eterno.

Ogni tanto sul percorso troviamo qualche difficoltà che da soli, o grazie al parere di un esperto, riusciremo a risolvere.

Per giorni, mesi o anni torneremo tranquilli ma poi eccolo là, il problema che ritorna. Grazie a quel rumorino avremo imparato la lezione, con un bagaglio di esperienza che ci permetterà di risolvere dubbi, paranoie e problemi con meno stress e perdite di tempo.

Buon investimento.

P.S. Per chi è appassionato di ciclismo (come il sottoscritto) e non sopporta sentire i “rumorini”, questo video di GCN Italia fornisce qualche informazione pratica su come risolvere il problema. Buona visione.

2 Commenti

  1. Giovanni 30 Ottobre 2022 at 10:11 - Reply

    Buongiorno, bella la parodia del ciclista. Vorrei farla anch’io con la mia ironia a scopo serio ma anche un pò scherzoso. Sono un investitore fai da te autodidatta. Ma sono anche un ciclista….. ed ho l’hobby del fai da te in generale in molte cose. In falegnameria, muratura e frequento i centri commerciali di hobbistica. Sono un ciclista …….ma mi sono anche autocostruito le mie due biciclette partendo dalla lettura di un libro di un noto meccanico della Bianchi Campagnolo che ha scritto un manuale espressamente tecnico-meccanico. Quindi i cigolii di una bicicletta non sono dei rumori del quale non si capiscono da dove vengono, ma sono un chiaro sintomo del problema che ha la bicicletta. Tempo addietro percorrevo una strada in salita. Mi si ruppe la catena: Oh Dio!!!! Ora che faccio? Come torno a casa? Ah già…….ma io ho la catena nuova di scorta nello zainetto assieme al kit di foratura con la camera d’aria di scorta. Ed ho perfino l’atrezzo “smagliatore” per ripristinare subito una nuova catena e tornare a casa! Ma ci sono ciclisti che farebbero la stessa cosa? Ho impiegato due mesi a comprendere tutte le nozioni di quel manuale della Bianchi….ma è stata una scuola e mi è servito!!! Non si costruisce una banale bicicletta da 0. Ma non è stata la stessa cosa del mio investimento fai da te che dopo in minimo di cultura fatta perdo comunque un -8% dal mio investimento. Posso comprendere i cigolii della mia bicicletta…….ma non riesco a capire i cigolii dei mercati che crollano. Nella bicicletta il cigolio è sintomo di un problema ben specifico!!!! Ma come comprendere i cigolii di un sistema finanziario che non ha dei presupposti meccanici ben definiti come quelli della bicicletta e si basa su delle regole aleatorie multifattoriali che anche i gestori di fondi si trovano impreparati? Il mio consulente bancario, che non gradisce il mio fai da te, un giorno mi ha detto: ma di che si lamenta? Molti nostri clienti perdono anche un -15% gli è andata bene! Forse indirettamente merito di un minimo di cultura finanziaria di qualche libretto in merito? C’è qualcuno che sa interpretare i cicoliii dei mercati finanziari senza trovare la soluzione improvvisata di spruzzare un pò di olio “finanziario” pensando di risolvere, o attenuare, il problema?
    Buona giornata

    • Lorenzo Biagi 30 Ottobre 2022 at 19:19 - Reply

      Grazie Giovanni apprezzo il tuo commento e ti ammiro per quello che sei riuscito a fare da solo con le bici. Caspita ben due bici ti sei costruito, complimenti. Se non l’hai letto ti consiglio il libro di Robert Penn – Ciò che conta è la bicicletta. Anche lui racconta la sua storia di “autocostruttore”.
      Ma veniamo alla seconda parte del commento. I cigolii sono un sintomo e questa è proprio la conclusione che ho riportato alla fine dell’articolo. E come mi ha scritto un mio amico, anche quelli delle ginocchia -)) sono un sintomo.
      Quella che racconti tu è una storia di anni passati a provare, creare, distruggere e rifare pezzi di bicicletta. Hai imparato sì, ma ti ci sei dedicato probabilmente anima e corpo e ce l’hai fatta. Non tutti i ciclisti che ci sono per strada sono però diventati come te. Non hanno tempo e forse voglia. Se la catena si rompe, telefonata a casa e via -). E pagano il meccanico per aggiustare la bici. La stessa cosa accade sui mercati. Per 100 persone che investono, magari 5 sono iper preparate, altre no seppur con diversi livelli di competenza. E anche se faticano ad ammetterlo devono passare dal meccanico consulente se vogliono aggiustare i danni.
      I cigolii dei mercati in realtà sono proprio dei sintomi. Le correzioni arrivano quando la corsa è stata sfrenata, eccessiva e quindi tutto si aggiusta con una bella ripulita, ovvero un mercato orso. Questi cigolii sono però anche utili all’investitore. Perché capisce se sta investendo nel modo giusto, se “dorme bene la notte”.
      Come in bici tu sai bene che non puoi andare sempre a 90 pedalate al minuto fuori soglia, anche sui mercati servono pause ristoratrici.
      Il tuo consulente non ti doveva dire che altri perdono di più. Ti doveva dire che la tua perdita (forse) è giusta per il tuo profilo di rischio, per i tuoi obiettivi. Lo stesso -15% può essere giusto per me che voglio e posso rischiare di più.
      Personalmente mi sto rendendo conto che il fai da te è più diffuso di quello che si pensi e che l’uso e abuso di ETF è un problema che sta provocando danni. Ci sono investitori che comprano pensando che uno strumento funzioni in un certo modo, oppure lo fanno perché l’ha detto mister X, oppure semplicemente perché questo è il momento buono.
      Quasi mai sento qualcuno dire, ho comprato il tale ETF perché voglio arrivare da A a B, perché ho questo obiettivo.
      Credo che a questo servano i consulenti-meccanici (ovviamente indipendenti), a mettere un pò di ordine e “aggiustare” e sistemare un processo un pò cigolante che da soli abbiamo creato con tutta la buona volontà ma con competenze che non potranno mai arrivare a quelle di chi ha vissuto pane e mercati per 20 o 30 anni. Mi fermo qui perché avrei parecchie cose da dire sul tema. Se comunque senti l’esigenza di valutare un nuovo “meccanico” finanziario scrivimi senza problemi a lorenzo@meridianscf.com. Sarà per me un grande piacere parlare di investimenti e naturalmente…bicicletta. A presto

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