Vi siete mai chiesti quanto denaro avete perso per strada per effetto di comportamenti sbagliati tipo eccesso di operatività ( e quindi di costi) oppure vendite/acquisti irrazionali presi da panico o euforia?
Questo rendimento smarrito durante il cammino è stato chiamato behavior gap dal celebre articolista americano Carl Richards. Il tema non è nuovo e tanti sono stati gli studi accademici fatti sul tema. Il Robo-Advisors Betterment ha messo in un grafico queste stime.
Fonte Betterment
Si va dal pessimista -4,30% al più ottimista -1,17% di rendimento medio annuo che si sacrifica (senza accorgersene) per effetto di comportamenti sbagliati.
Non si fatica a pensare che non siamo lontani del vero. Basta ricordare le numerose operazioni di presa di profitto che facciamo in modo precoce quando il mercato galoppa dal verso giusto (e sono tutti costi di intermediazione che pesano sul vostro bilancio finale); o ancora a quanto siete stati restii a cambiare idea su un’azione che scendeva di prezzo e che eravate convinti fosse una buona occasione nel lungo periodo.
Dite la verità, in fondo questo costo di poco superiore al 1% non vi sembra neanche tanto esagerato.
Provate però a pensare questo behavior gap come una goccia che tutti i giorni picchia sul terreno. All’inizio un piccolo buco, poi una conca, infine con il passare del tempo una voragine ed ora ve lo dimostro.
Supponiamo di partire con 100 mila Euro di risparmi e un rendimento medio annuo composto del 5%; dopo 20 anni di investimento vi ritroverete con circa 265 mila Euro. Se al 5% sottraete ogni anno l’1,17% di behavior gap vi fermerete a 212 mila Euro, 53 mila Euro in meno dell’investitore perfetto (che ovviamente non esiste).
Assumendo come valore corretto la media di tutti gli studi accademici presentati nel grafico, gli errori comportamentali incidono sul rendimento finale per circa il 2,2% all’anno. Ecco allora che il nostro 5% diventa 2,80% annuo e questo dopo 20 anni si traduce in un montante finale di 173 mila Euro. Siamo oltre 90 mila Euro sotto il valore stimato inizialmente, un terzo del totale perso per strada.
Penso sia impossibile non assumere atteggiamenti “umani” durante un periodo più o meno lungo di investimento. Quello che però si può fare è cercare di limitare il nostro intervento durante il processo, adottando un buon piano di investimento e automatizzandolo il più possibile. Cercare di lasciare la soggettività fuori dalla porta ed avere sempre davanti l’obiettivo finale evitando costi inutili. Non pensare di essere più furbi o migliori degli altri ed avere sempre in testa il concetto che minore dinamicità non significa minor rendimento; piuttosto significa evitare costi inutili e quindi accantonare per il futuro denaro prezioso.
Libro consigliato: Carl Richards – The One-Page Financial Plan: A Simple Way To Be Smart About Your Money
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