La parola bear market tecnicamente indica in borsa un calo superiore al 20% rispetto ad un massimo precedente a sua volta generato da un rialzo superiore al 20%. Una perdita di questo tipo è stata realizzata da diversi listini azionari mondiali nel corso del 2015 o all’inizio del 2016, ma nel concreto cosa succede ai nostri soldi quando vengono travolti da un bear market e soprattutto quanto tempo servirà per recuperare il capitale perso?
Ovviamente non abbiamo la risposta, ma la matematica aiuta a fare delle simulazioni interssanti e soprattutto utili per i nostri piani di investimento.
Supponete di aver investito 10 mila euro e di aver perso il giorno dopo il 20% (capita soprattutto se non diversificate il rischio oppure se siete investitori molto sfortunati). A questo punto avete due alternative, chiudere la partita vendendo tutto e capitalizzando 2 mila euro di perdita oppure avere pazienza e lasciare lavorare il mercato.
La tabella che riporto sotto mostra il rendimento annuo composto che servirebbe per recuperare la perdita in n anni.
Più ci si allontana dal primo anno più le probabilità di recupero si alzano ma soprattutto sempre più basso è il livello di rendimento annuo composto richiesto per rivedere i nostri 10 mila Euro.
Chiaramente il 2,3% annuo composto richiesto ad un azionario internazionale per recuperare il denaro perduto è in termini nominali e non reali ovvero depurati dall’inflazione. Stiamo parlando di un livello di rendimento annuo molto basso per l’azionario e tutto sommato anche storicamente non così frequente, ma non necessariamente da escludere come vediamo dal grafico sottostante. In questo senso il 2007-2008 è stata una bella dimostrazione di quanto le statistiche vanno prese come probabilità non certezze.
Nessuno vi obbliga ad investire in azioni, ma certamente riconoscerete come lasciarsi andare al panico in questo momento rischia di essere controproducente; azzardare un 3-4% di rendimento medio annuo sull’azionario da qui ai prossimi 6-7 anni non mi sembra affatto una previsione irrealizzabile che anzi potrebbe pure riservare delle sorprese positive. In questo caso ricordo sempre che l’alternativa è spostarsi su titoli di stato a rendimento pressochè nullo!
Rimane ovviamente aperta l’incognita del poter perdere ancora di più sul proprio investimento azionario. La tabella seguente mostra lo stesso percorso di recupero affrontato da chi perde il 40% dei 10 mila Euro iniziali.
Ovviamente il percorso qui è molto più sfidante ma non impossibile. Il 5,2% di rendimento annuo composto su un arco di tempo decennale per un indice azionario non è certo impossibile. L’alternativa è sempre un titolo di stato italiano al 1,6% o un Bund allo 0,2% di rendimento annuale.
Questo esercizio secondo me è utile per sconfiggere quella negatività che nei momenti di crollo dei mercati finanziari travolge i nostri buoni propositi di risparmiatori. A mio modo di vedere il miglior antidoto rimane comunque quello di investire in modo progressivo ma costante (Piani di accumulo) con ampia diversificazione (bond ed azioni) e ribilanciando i portafogli quando si verificano eventi come quelli di questo inizio di 2016.
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Non ricordo dove l’ho letto, ma i mercati anticipano una recessione economica?
Sinceramente i numeri macroeconomici mondiali lasciano pochi dubbi…