Bloomberg ha pubblicato alcune settimane fa un articolo che ancora una volta mostra la sostanziale inutilità per un investitore nel detenere obbligazioni o fondi con sottostanti bond high yield.
Queste obbligazioni sono diffuse in modo trasversale nei portafogli di investimento della maggior parte degli italiani tramite fondi obbligazionari. Il motivo è legato alla inevitabile ricerca di opportunità alternative di rendimento necessarie per ripagare quelle commissioni di gestione (più oneri vari) che la matematica rende sostanzialmente irraggiungibili visti i tassi zero del mondo governativo free risk.
Le obbligazioni high yield (ed anche le obbligazioni emergenti) rappresentano, come ben sintetizzato dall’articolo di Bloomberg, la peggior scelta che un investitore possa fare per il benessere dei propri soldi.
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Prendereste mai le peggiori qualità di due prodotti per assemblarle in un uno solo? Ovviamente no, ma questo è quello che sintetizzano i bond high yield.
Le azioni si comprano per la crescita del capitale, le obbligazioni per la sicurezza.
Le obbligazioni high yield cercano di scimmiottare queste due caratteristiche.
Ricche cedole cha fanno sognare rendimenti da azionario, una struttura da obbligazione che fa sognare la protezione del capitale.
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Ma se si chiamano bond spazzatura un motivo ci sarà giusto? Nella migliore delle ipotesi sono utili per il riciclo.
E così l’investimento in high yield bond non riesce a far crescere nel lungo periodo il capitale come un investimento azionario ed è decisamente più rischioso e volatile di un’investimento in titoli di stato.
Tramite il sito PortfolioVisualizer ho provato a verificare cosa è successo confrontando negli ultimi 40 anni l’andamento di azionario americano, un titolo di stato a 5 anni sempre made in USA e dei corporate high yield.
Il capitale investito nell’azionario è cresciuto 3 volte di più di quello investito nelle obbligazioni spazzatura con una volatilità che invece è stata solo doppia.
Se confrontiamo i titoli di stato con gli high yield sotto la voce rendimento vincono questi ultimi naturalmente, ma sotto la voce volatilità vincono i più sicuri Treasuries. In 40 anni l’investimento in high yield ha premiato con un capitale più alto di 1.5 volte, ma attenzione agli estremi movimenti di volatilità.
Il massimo drawdown di un T-Note a 5 anni è stato negli ultimi 40 anni del 10% contro il 28% di un paniere di obbligazioni high yield. E che dire dell’anno peggiore? Il Treasury male che è andata ha perso il 4% in 12 mesi, le obbligazioni spazzatura il 21%. Senza poi dimenticare la correlazione delle stesso pari a 0.59 con il mercato azionario.
Se siete in un momento in cui dovete ritirare i vostri soldi non sarebbe piacevole trovarsi con perdite in doppia cifra su ciò (le obbligazioni) che dovevano garantire sicurezza.
Se invece avete orizzonti molto lunghi di tempo davanti è altrettanto irrazionale comprare ciò che viaggia a velocità ridotta della metà se non di un terzo rispetto all’investimento azionario.
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Teniamo poi presente un altro fattore. Lo spread, ovvero la differenza di rendimento tra le obbligazioni high yield e quelle investment grade sempre corporate, è oggi negli Stati Uniti inferiore al 3% (quando la media storica dal 1990 è di 4.4%).
Obiettivamente possiamo anche dire che il gioco non vale la candela nemmeno nei numeri offerti considerando un probabile processo di mean reversion in futuro.
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Proprio non ce la fate e volete avere obbligazioni ad alto rendimento in portafoglio? Beh allora scegliete almeno strumenti a replica passiva.
SPDR, una dei più celebri ed importanti gestori di ETF al mondo, ha pubblicato di recente un bel documento che cerca di sfatare qualche mito sugli ETF obbligazionari riportando tutto nel sentiero della realtà. Qui potete scaricare il documento.
All’interno di questo studio vengono analizzate cinque fasi di volatilità importanti di mercato negli ultimi 25 anni, un contesto nel quale la gestione attiva dovrebbe (così dice il mondo del marketing finanziario) fare meglio di quella passiva.
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Ebbene SPDR ha verificato che le strategie obbligazionarie indicizzate hanno sovraperformato in media nel 77% dei casi quelle attive.
Non cambia di molto la musica se andiamo ad approcciare il mondo emergente.
Qui dal 2013 in avanti un numero considerevole di gestori attivi hanno sottoperformato strategie passive come il grafico seguente mostra in modo molto chiaro.
La conclusione di questo post è una sola.
In un portafoglio semplice scegliere strumenti come le obbligazioni high yield è assolutamente da escludere.
In un portafoglio più complesso se proprio volete diversificare l’investimento obbligazionario fatelo con strumenti di natura governativa gloabale (sia di paesi sviluppati che non) oppure corporate investment grade.
Tutto quello che sa di junk…lasciatelo a chi ve lo propone.
Vi sentirete dire che è necessario riqualificare il portafoglio, alzando il potenziale di rendimento, affidandosi a bravi gestori capaci di selezionare i migliori titoli sul mercato, bla bla bla…
Lasciate parlare e poi chiedete solo una cosa. Al netto di costi, fiscalità e percentuale di probabile default (diciamo 2% per essere prudenti), quale sarà il rendimento finale a scadenza del fondo high yield che mi proponete?
Ho la netta sensazione che farete fatica ad arrivare al 1%…
Buon investimento.