By |Categorie: Investimento|Pubblicato il: 11 Luglio, 2016|

previA tutti quanti piace cercare di fare previsioni su quello che potrebbe succedere sui mercati finanziari. C’è chi lo fa in modo scherzoso e disinteressato, chi convinto di avere la verità in tasca, chi in modo professionale. Come siamo tutti allenatori della nazionale di calcio quando si giocano i tornei internazionali, siamo tutti esperti di finanza quando è il momento di far vedere agli altri la nostra abilità nel catturare le migliori occasioni di investimento.

Così come il 99,99% di noi non si siederà mai sulla panchina della Nazionale di calcio, il 99,99% di noi non azzeccherà mai il prezzo preciso con cui l’azione Apple chiuderà domani gli scambi a Wall Street.

In finanza il concetto di previsione fa comodo poiché attorno ad esso ruotano tanti soldini. Chi fa piani finanziari deve prevedere i rendimenti futuri degli investimenti per generare asset allocation efficienti. Chi fa trading di breve, medio o lungo periodo deve prevedere l’andamento dei prezzi per guadagnare tanto in breve tempo. Chi fa l’economista deve prevedere le dinamiche macroeconomiche e le reazioni dei mercati per guadagnarsi lo stipendio, e via così per ogni tipo di professione che ruota attorno al mondo finanziario.

Interessante post a questo proposito pubblicato sul blog di Cullen Roche. Cullen divide in tre i cosiddetti “forecaster” o previsori all’italiana.

Il primo è chiamato “Foolish”, ovvero il previsore folle, colui che pensa di poter azzeccare in anticipo ogni movimento del mercato compresi quelli di breve periodo. Dando per scontato che nel breve  c’è molto di casualità e pochissimo di capacità umana predittiva,  il Foolish  crea nella sua testa (ed in quella di chi si fa influenzare) aspettative irrealistiche basate sulla sua capacità di estrarre valore dalle sue doti di veggenza.

Il secondo tipo è chiamato “Oblivious”. In pratica qui il soggetto riconosce l’incapacità totale di prevedere il futuro e ci si affida completamente ai dati del passato. Si fanno simulazioni e back test prendendo come riferimento la storia senza riconoscere, non solo che il futuro è incerto ed il passato non necessariamente si ripeterà nelle stesse forme e modi, ma anche eclissandosi completamente dalla realtà. Ovvio che attendersi dai bond rendimenti da qui ai prossimi 10 anni del 5% annuo appare più difficile che andare sulla Luna in bicicletta.

Il terzo e forse più affidabile previsore è quello cosiddetto “Probabilistic”. E’ assolutamente vero che i grandi investitori pensano ed agiscono in termini probabilistici. Ad esempio dare la probabilità molto bassa ad un rendimento obbligazionario basato sulla media degli ultimi 10 anni è un esercizio di buon senso. Abbassare le aspettative di rendimento sui mercati azionari man mano che salgono le quotazioni in termini di multipli rispetto agli utili è un altro esercizio di buon senso. Consapevoli che il futuro può vivere nell’irrazionalità per un po’, ma non per sempre, si possono costruire portafogli equilibrati e ad alta probabilità di realizzazione degli obiettivi.

Come sempre diversificazione, ribilanciamento, automazione, orizzonte temporale adeguato e consapevolezza dei rischi presenti sul mercato, sono tutte armi che ognuno di noi può utilizzare abbastanza agevolmente e a basso costo.

Magari non saremo sexy nel nostro modo di approcciarci al mercato come colui che dà l’impressione di saper leggere ogni giorno i messaggi in codice trasmessi dei mercati. Magari non mostreremo una sicurezza cosmica sfoderando modelli matematici e back test esclusivamente basati sul passato però poco credibili quando proiettati nel futuro.

Saremo però realistici e consapevoli dei nostri limiti. Si chiama umiltà e questo alla lunga è vincente.

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